Nella ricorrenza del Cinquantenario del GSA il Raid 2013 è stato programmato, dal 5 al 9 aprile 2013, sull’itinerario cult per eccellenza di questa attività: la traversata Chamonix – Zermatt.
La preparazione del RAID 2013 possiamo dire sia cominciata VENERDì 30 NOVEMBRE 2012 con una cena presso il sottoscritto.
Tralascio il raffinato menù che ha visto ospiti, oltre allo chef professionista, i Sigg. Marchionni e Fullone, noti gentlemen dei salotti torinesi che, abitués al raffinato champagne generosamente fornito da Mr. Fullone, hanno prodotto l’itinerario su cui ci eravamo già scambiati delle bozze e cioè:
Venerdì 05 aprile, early morning si parte in auto; destination: AOSTA CITY; lì ci si traveste da raidisti e armati di soli zaino & ski + bastoncini, si prende il bus pubblico che, attraverso il Colle del Gran San Bernardo, ci porta in Svizzera a Bourg Saint-Pierre a quota 1632, poco distante dal confine.
Qui cominciamo a salire verso est, sud-est, sci in spalla o ai piedi a seconda dell’innevamento, per raggiungere in serata la CABANE de VALSOREY quota 3030 (tel +41-277871122) dove contiamo di arrivare nel pomeriggio sotto un generoso sole.
Debole nevicata di 10 cm dopo cena, post sun-bathing pomeridiano-asciugatura pelli/scarponi.
Parco menù a base di pisellini ripieni, acqua di fonte, vespri serali e tutti a nanna presto.
Sabato 06 aprile: qualche nuvola insignificante velerà il cielo per scostarsi rapidamente mentre ci dirigiamo al col de Sonadon ed abbronzarci ai 3504 metri di quota del noto passaggio.
Discesa sulla Cabane di Chanrion 2462 (che ahimè comporta una risalita finale di 200 metri!) dove verremo accolti con tripudio di bandiere e squilli di trombe dalla folla festante.
Acciuga bollita, soliti vespri serali e a nanna presto.
Consueta nevicata, ma solo di cinque centimetri, nella notte in totale assenza di vento. Rischio Valanghe due.
Domenica 07 aprile: finito il massaggio thailandese e dopo la ricca colazione con ostriche e yogurt si parte percorrendo il Ghiacciaio di Brenay in direzione del colle omonimo a 3639m; da lì è d’obbligo la salita alla mitica Pigne d’Arolla che rappresenta la massima elevazione raggiunta durante la Chamonix-Zermatt: si può respirare lo scarso ossigeno presente ai 3796 metri (peccato per quei quattro mancanti) e poi si scende nella grande Cabane des Vignettes a quasi 3200 metri i cui gestori ci hanno già confermato la ns prenotazione ad oggi inizio dicembre 2012.
Volendo fare gli sboroni, anziché salire direttamente al colle di Brenay, si può dopo poche centinaia di metri, compiere una deviazione e salire un altro ghiacciaio che conduce ad un colle.
Da lì lasciati gli sci si può tentare l’ancor più mitico Mont Blanc de Cheilon che dai 3870 metri dà parecchi punti alla Pigne quasi 100 metri più bassa.
A parte la quota le difficoltà sono qui alpinistiche raggiungendo il grado PD/AD a seconda delle condizioni: la salita è su roccia e prevedendo passaggi di II/III grado non è proprio banale.
Scesi al colle si riguadagna il colle posto sotto la Pigne d’Arolla, si sale ancora la Pigne d’Arolla, giusto per entrare nella leggenda e si scende alla Cabane des Vignettes, dove la folla in tripudio ci cospargerà di petali di rosa in attesa del consueto massaggio Shiatsu, tipica abitudine dei gestori svizzeri verso gli skialper italiani.
Lunedì 08 aprile. Pesteremo i rituali 10 cm di neve fresca puntando al Col de l’Eveque 3392 a cui faranno seguito il Colle du Mont Brulè 3213 ed il col de Valpelline a 3560 poco prima di iniziare la lunga discesa verso la Shonbielhutte posta ad una quota dall’entità quasi marina: 2694 metri.
Prestando la massima attenzione ad evitare di entrare in iperossia (non saremo più abituati a quote così basse!) dovremmo sopravvivere all’assenza del massaggio Shiatsu a causa di un improvviso sciopero delle massaggiatrici a favore di una riduzione dello stipendio dei parlamentari italiani.
Per cena festeggeremo con il prelibato pesce spada svizzero alla griglia contornato dalle note banane belghe e berremo Sauvignon congolese ghiacciato.
Martedì 09 aprile. Basta sci. I nostri cari (non quelli estinti) ci attendono nel suolo patrio!
Cercheremo di raggiungerli facendoci largo a colpi di serpentine strette negli abbondanti 30 centimetri di neve fresca caduta nella notte.
Raggiunta ZERMATT, tramite gli economici impianti svizzeri (probabilmente usufruiremo di una promozione gratuita valida per quel giorno) raggiungeremo il Plateau Rosà da cui, sulla nota “Ventina” scenderemo a Cervinia.
Un lussuoso bus a tre piani, con caminetti e vasche per l’idromassaggio ci accoglierà fino ad AOSTA dove ritroveremo le nostre Bentley per rientrare a Torino.
Un mese o qualcosa prima chiederemo un acconto sostanzioso intorno ai 100 euro.
I posti sono limitati a 20-22 persone al massimo.
Chi è interessato a partecipare, oltre a possedere una tecnica sciistica consolidata, dovrebbe essere pratico di alta montagna, magari frequentare il GSA nonché essere socio (obbligatoriamente) del CAI e del GSA.
Un trascorso da capogita può costituire titolo di preferenza.
Non è necessario arrampicare sul 6c ma, in caso di salite alpinistiche, un minimo di esperienza nell’arrampicata è essenziale.
Aggiungerei che è allo studio una “variante integrativa”.
Lo chef professionista di cui sopra, unitamente al Robyfullon, stanno più o meno segretamente tramando la partenza due giorni prima per potere compiere la traversata INTEGRALE dove l’aggettivo non si riferisce né alla dieta né al tipo di abbigliamento bensì al tragitto ovvero partendo da Chamonix o, ancora meglio, dall’Italia, magari scendendo su Chamonix attraverso la Mer de Glace partendo quindi da Entreves con la funivia.
La cosa presenta un costo maggiore ed un impegno temporale di una intera settimana.
Ma vedremo con il tempo…
Per qualsiasi ulteriore informazione potete comunque contattarmi:
snowlover62@gmail.com – tel. 339.5829332
Vi terremo costantemente aggiornati attraverso i notiziari della CNN ed attraverso il presente spazio sugli sviluppi del programma.
Restate quindi connessi con questa pagina, e buon Raid a tutti!
Cari simpatizzanti nonché raidisti,
un caloroso sentito ringraziamento a tutti quanti ci stanno sommergendo di consigli.
Dai suggerimenti utili ricevuti fin adesso emerge chiaramente che i tre tracciati di massima sui quali, a livello planetario, si riteneva si sviluppasse la Chamonix-Zermatt (qui di seguito CZ) erano in realtà 22.
Tale numero (guarda caso, ohibò! quando si dice le combinazioni) coincide con il numero massimo di partecipanti: c’è chi infatti vuole ripercorrere il tracciato già percorso, magari nel primo giurassico con una configurazione glaciale non proprio identica all’attuale, chi assolutamente NON vuole percorrere il tracciato già percorso nel medesimo periodo, chi giura su quanto ha di più caro che, come esiste un solo Dio padre onnipotente, esiste UN unico tracciato della CZ e gli altri sono solo delle volgari imitazioni, chi ritiene irrinunciabili alcuni passaggi altrimenti il Raid non ha alcun senso, chi è convinto che le tappe siano così corte che convenga assiemarne alcune, giusto così per riempire la giornata e non stare ad oziare visto che ci siamo imbarcati in questa avventura, chi pensa che sia riservato a giovani ariani pluridecorati alle olimpiadi o chi pensa che sia fattibile anche se in possesso di una efficace tecnica a spazzaneve sugli sci, chi pensa di farlo in un mese in modo da potere meditare sui destini dell’universo dalla sommità dei picchi glaciali dove sibila il vento e non giunge il camoscio che, a differenza dell’uomo, cum granum salis, si gode più miti temperature a più basse quote, insomma non possiamo proprio dire che le menti del GSA siano prive di fantasia e carenti di interpretazioni oniriche; però, ahimè qui mi tocca smorzare le fecondi sedi del (presunto) intelletto dei tanti maitre-à-penser, richiamandoli alla triste ed oggettiva asprezza della fredda e crudele realtà che ci pone, inevitabilmente, di fronte alla forzosa adozione di scelte magari non condivise da tutti.
Le variabili in gioco sono infatti tante: anzitutto il tracciato.
Con tutto il rispetto per chi ha percorso la CZ anni o secoli fa ci sono oggi passaggi che si transitavano un tempo ed oggi non sono quasi più praticati a causa della lenta ed inesauribile sparizione o riduzione dei ghiacciai: poiché non siamo alla ricerca di momenti epici nei quali se sopravvivi vinci e se ti va male ci riproveranno i figli o i nipoti, il RAID – pur presentando caratteristiche tali da sconsigliarlo a chi non è pratico di terreno d’alta quota – si svolge su terreni di MEDIA, non estrema difficoltà.
Quindi una calata da 85 metri al colle di Chardonnet, dopo il Rifugio d’Argentiere, in un gruppo di 22 persone non la si fa, punto e basta, fine del discorso.
Se qualcuno l’ha percorsa, magari con Whymper, buon per lui si vada a rivedere gli eterni dagherrotipi nei quali, supponiamo, troneggerà con la corda di canapa intrecciata e l’immancabile pipa in bocca .
Nessuno vieta ai privati di tentare simili imprese, suggeriamo anche per gli amanti dell’originalità tecnologica l’ausilio della tuta alare marchiata UGET in vendita presso Elena in segreteria ma, se gli organizzatori rimangono gli stessi, al momento abbiamo una linea “progettuale” di altra fattura.
Altro punto di discussione: le tappe.
Sono lunghe.
Abbiamo testimonianze di persone che lo hanno percorso e non ci sentiamo di tarare i tempi sulla base dei risultati del team composto da Sébastien Baud, Alain e Jean-François Prémat che nel 2011 lo ha percorso in 18 ore e 58 minuti da Chamonix a Zermatt.
Contiamo di impiegare qualcosa di più, senza contare che il ns raid NON finisce a Zermatt perché da lì dovremo proseguire per il Plateau Rosà e poi scendere a Cervinia da cui, con mezzi pubblici raggiungeremo Aosta dove si spera ritrovare le auto.
Anche gli spostamenti NON su neve portano via tempo e la numerosità del gruppo non gioca a ns favore.
Altra variabile decisionale: è molto probabile che chi lo ha percorso non lo abbia fatto con un GVP acronimo di Gruppo Vacanze Piemonte del compianto Nicola Arigliano (NdA: morto nel 2010 a 87 anni) bensì in compagnia di pochi ed affiatati amici dove una variabile dell’ultimo momento era gestibile semplicemente: con oltre 20 persone una sosta forzata o un poco dignitoso rientro, magari causato dal sopraggiungere di un quadro meteo imprevisto, possono rappresentare un problema.
Avevo anche pensato ad una eventuale scissione del gruppo along the way perché è più facile se ci si muove in dieci che in venti ed oltre ma come obbligare una persona a scegliere il tracciato “A” al posto del tracciato “B”? e poi ne verrebbe meno lo spirito comunitario che vorrebbe (ed auspico SIA) un valore aggiunto dell’appartenenza al GSA che è anche un gruppo di amici non solo di “vacanzieri sulla neve” in alternativa a Valtour.
La Route più tradizionale passerebbe dalla Cabane de Dix che (mannaggia a loro!) parrebbe anche una Cabane dall’ospitalità squisita (ed in Svizzera, a dispetto dei prezzi non proprio popolari, questo è un valore aggiunto non comune a tutti i Rifugi!) eppure noi avremmo progettato la sosta presso la Cabane de Chanrion.
Seppur meno “tradizionale” la Chanrion risulta meno battuta dai raiders tradizionalisti (scandinavi e nord-americani vengono subito dopo gli ovvi onnipresenti svizzeri e cugini d’oltralpe).
Questa “originale” scelta ben si coniuga con una maggiore disponibilità di posti nei Rifugi, fattore non trascurabile data l’entità numerica del ns gruppo.
Parimenti la sosta alla Schonbielhutte è stata scelta non a casaccio bensì in funzione del rientro ad AOSTA che è molto distante da ZERMATT la quale, ben ci è noto, non è molto lontana dal menzionato Rifugio/Bivacco.
Anche qui, sappiamo che la Cabane de Bertol è più “gettonata” e ciò ci lascia più ampi margini di manovra nel riservare i nostri fatidici 22 posti in un rifugio meno affollato.
A titolo di curiosità mi permetto di annoiare gli ipotetici lettori citando le tre grandi rotte sulle quali si pratica la pluridecantata CZ:
1 – Route detta Classica (anche la più percorsa):
A) Chamonix-Argentière-Refuge d’Argentière (raggiunto ovviamente con la funivia di Lognan/Grands Montets)
B) Refuge d’Argentière->Cabane du Trient
C) Cabane du Trient -> Cabane de Prafleuri (questa tappa prevede la discesa in sci a Champex, lo spostamento in taxi verso La Chable/Verbier; alcuni fanno sosta anziché a Prafleuri alla Cabane de Montfort; la Cabane de Prafleuri si trova poco distante dall’enorme Lac de Dix la cui diga, per gli amanti dei primati, raggiungendo i 285 metri di altezza è la più alta diga a gravità del mondo; ha una capacità di accumulazione di 400 milioni di m3 (lago di Dix) e ingloba un bacino idrologico di 600 km2 che si estende dal Mont Blanc de Cheilon al massiccio del Mischabel.
Le stazioni di pompaggio si trovano ad Arolla, Ferpècle, Stafel e Z’Mutt, le centrali di produzione a Fionnay, Nendaz, Bieudron e Chandoline.
Pas mal, come divagazione culturale lontana dai freddi ghiacci della CZ!
D) dalla Cabane de Prafleuri alla Cabane de Dix posto lungo il ghiacciaio di Cheilon
E) dalla Cabane de Dix alla “inevitabile” Cabane des Vignettes attraverso il passage de la Serpentine e la Pigne d’Arolla
F) dalla Cabane des Vignettes alla Cabane de Bertol che è un vero e proprio “nid d’aigle”
G) dalla Cabane de Bertol a Zermatt dove finisce il simpatico “sgranchimento” di gambe.
2 – La Route Storica la cui paternità può essere attribuita a niente po’-po’-di-meno che Marcel Kurz e Maurice Cretez nel 1919.
Incredibile ma vero stiamo parlando di tempi ANTECEDENTI il ns buon Valchierotti delle nevi.
Tale teoria, suffragata da prove oggettive, sconfesserebbe in modo inequivocabile l’accreditatissima teoria seconda la quale il primo uomo sugli sci in Europa fosse Riccardo Valchierotti.
A) Chamonix-Argentière-Refuge d’Argentière (raggiunto ovviamente con la funivia di Lognan/Grands Montets)
B) Refuge d’Argentière->Cabane du Trient
C) Cabane du Trient -> Cabane de Valsorey ; il che sarebbe la “nostra” proposta che prevede il raggiungimento in serata di Giovedì 4 aprile 2013 di Bourg Saint-Pierre da cui si sale alla Valsorey
D) Cabane de Valsorey -> Cabane de Chanrion;
E) dalla Cabane de Chanrion alla Cabane des Vignettes;
F) dalla Cabane des Vignettes alla Cabane de Bertol come nella Route Classica
G) dalla Cabane de Bertol a Zermatt come nella Route Classica
3 – La Route Integrale che presenta la caratteristica di transitare dal Colle del Gran San Bernardo non utilizzando il taxi citato da Champex a Bourg Saint-Pierre o Verbier.
A) Chamonix-Argentière-Refuge d’Argentière (raggiunto ovviamente con la funivia di Lognan/Grands Montets)
B) Refuge d’Argentière – La Fouly passando dal poco “agreable” Col du Chardonnet e poi dal Col de la Grande Lui (o raggiungendo per via più lunga e sicura il Ghiacciaio di Saleina dal “facile” col du Passon e Fenetre du tour)
C) La Fouly -> Cabane de Plan du Jeu ovvero si punta a S-S-E transitando dal Colle del Gran San Bernardo e poco prima del Lac des Toules (che è il lagone a valle di Bourg-Saint-Pierre) si gira a dx per la vicina Cabane de Plan du Jeu
D) dalla Cabane de Plan du Jeu alla Cabane de Valsorey che è il medesimo percorso della Route storica che si pensa di percorrere in gruppo Venerdì 05 Aprile
E) Cabane de Valsorey -> Cabane de Chanrion come nella Route storica;
F) dalla Cabane de Chanrion alla Cabane des Vignettes come nella Route storica.
G) dalla Cabane des Vignettes alla Cabane de Bertol come nella Route Classica
H) dalla Cabane de Bertol a Zermatt come nella Route Classica
4 – Esiste poi, per dovere di cronaca una Zermatt-Chamonix che passa per la Cabane de Bertol, des Vignettes, de Chanrion, Bourg Saint-Pierre (dove lo svizzero che, come noto, abita in Svizzera, può anche interrompere la sua Route), Cabane du Trient raggiunta risalendo la Val d’Arpette ed utilizzando le seggiovie de la Breya (Champex) per terminare a Le Tour (F) poco a monte di Argentière city passando dal Refuge Albert premier che raggiungono dal Col superieur du tour (quindi poco più a nord dei colli du Passon e du Chardonnet.
Aggiungo ancora per dirla tutta, che non ho mai pensato di nascondermi dietro al dito, tenendo segreto il fatto che anche a me, come a qualcun altro, piacerebbe fare la CZ partendo proprio da Chamonix, raggiunta magari dalla Mèr de Glace con partenza quindi da La Palud (Courmayeur).
Però non vogliamo proporre un Raid di otto giorni che, a ns modo di vedere, rappresenta un impegno temporale e (certo non ultimo in questi tempi di crisi economica) finanziario non indifferente pur lasciando la porta “socchiusa” a quanti volessero aggregarsi in questo che, coerentemente al ns spirito fanta-goliardico, abbiamo battezzato “extension pack”.
Pacchetto addirittura proposto nella versione “popular” (con reperimento dell’approvigionamento alimentare tramite caccia allo yeti con arco e frecce, acqua di fusione da bere e, nella sub-versione “popular-comfort”, l’ovvia tenda) in alternativa alla versione “de-luxe” che prevede il pernottamento nei rifugi ed il trattamento di mezza pensione a botte di 50/60 euro a stop.
Mi permetto ancora di evidenziare un aspetto che spesso viene trascurato perché eclissato dal problema delle capacità tecnico-sportive: il lato psicologico.
Possiamo essere dei super-atleti con grandi prestazioni dal punto di vista fisico ma permanere in quota una intera settimana, a contatto con altri bipedi dall’odore non sempre simile al mughetto di bosco, dalla digestione magari lenta e tribolata, dal sonno non sempre leggerissimo, in rifugi affollati e con servizi che potrebbero lasciare a desiderare, faticando ogni giorno per superare qualche migliaio di metri di dislivello può essere una prova stressante proprio a livello di impegno emotivo.
E poiché la buona o la cattiva riuscita di un’impresa di simile portata dipende (forse ancor più!) dal buon clima che si viene a creare all’interno del gruppo, può essere utile se non consigliabile, porsi una domanda in tal senso.
A fine di Gennaio (Mercoledì 30 gennaio – h.21.15 – saletta Riunioni – ndr) pensavamo di dedicare una serata al Raid in cui illustrare il percorso, spiegare le ragioni delle scelte, dare due dritte di natura logistica e relative alle spese.
Va da sé che tutto è perfettibile anche se prenotare i rifugi è d’obbligo e non possiamo tentennare cancellando prenotazioni o sperando di poterle fare all’ultimo momento.
Ovviamente tutto verrà tempestivamente segnalato su questa pagina del sito.
Ad oggi, 18 dicembre 2012 abbiamo ricevuto conferme della disponibilità da parte di Nicole et René della Cabane de Chanrion, da Isabelle Balleys della Cabane de Valsorey (tel 0041-27-787-11), da Karine et Jean Michel della Cabane des Vignettes (tel 0041-27-283-13-22).
Grazie per l’attenzione, a presto.
Marco Centin