Ogni volta che si programma una gita in un week end con temperature polari tutti rispolveriamo i capi più caldi, ci imbacucchiamo il più possibile e poi baldanzosamente in punta si sentenzia: non fa poi neanche così freddo!
In effetti questa bellissima, originale e riuscitissima traversata del Mont Vertosan da Vetan in Valdigne a Cerisey nella Valle del Gran S. Bernardo ha confermato questa regola: nessuno è intirizzito dal freddo, ma il caldo è un’altra cosa.
Quando raggiungiamo Vetan, che grazie alla sua posizione privilegiata è già al sole, il termometro segna -17°C, ma … non fa poi così freddo!
Siamo in 40 a scendere, come un’esplosione, dai 40 posti del pullman e a noi si unisce Michele che ci ha raggiunto da Vercelli e, dopo aver combattuto con un motore insofferente a queste temperature, Robi, Carlo e Alessandro.
C’è anche Bianca, una nuova amica giunta dalla lontana Carinzia, che sopperisce con un grande sorriso, ad ogni parola della nostra lingua che non conosce ancora.
Graziosa e, lo scopriremo subito, tostissima, quindi perfettamente in linea con le caratteristiche delle fanciulle del GSA!
La salita, tutta al sole è in un ambiente da favola, con la traccia dei capogita che ricama questo enorme lenzuolo completamente intonso.
Ai due lati le piramidi incombenti del Mont Ros di Vertosan e del Fallère danno comunque un po’ di severità all’ambiente mentre, man mano che ci si alza, si stagliano intorno le meraviglie della Valle d’Aosta, dalla Grivola al Bianco esaltate dall’atmosfera limpidissima.
Breve sosta a fianco del nuovissimo Rifugio Fallère e poi risaliamo anche l’ultimo tratto mentre ogni tanto uno sbruffolo d’aria ci ricorda che siamo in clima siberiano.
La punta è tutta nostra: a dispetto dei timori non c’è nessun altro in quest’angolo di montagne.
Il panorama è spaziale, la temperatura solo di -15°C e quindi impera la solita considerazione: non fa poi così freddo!
Comunque le operazioni di preparazione della discesa sono più rapide del solito anche perchè tutti non vedono l’ora di buttarsi nel mare di farina intonsa che si vede sotto di noi sul versante Flassin.
Un saluto quindi agli amici in auto che ritornano forzatamente lungo la via di salita e poi giù, fra urletti di soddisfazione, serpentine esaltanti e qualche capitombolo perchè una neve così bisogna toccarla con mano, non basta sciarci sopra.
I capogita cercano di rallentare la discesa proponendo qualche sosta di raggruppamento al sole, ma tutti scalpitano e si riparte quasi subito con tanta neve fresca per tutti e, più in basso, qualche tratto sul gradevole pistone del vallone Flassin per qualcuno e sul divertente fondo del torrente per gli altri.
Tutti comunque soddisfattissimi all’arrivo a Cerisey con il pullman che è venuto a prenderci e ci aspetta in un angolo in pieno sole.
Aspetterà ancora un’oretta: in men che non si dica, si apre la coppia di tavolini e puntuale, sempre uguale e sempre diversa, esplode la hit-parade delle delizie.
Le acciughe di Ceci ammiccano al pane casereccio che ci ha preparato la moglie di Lorenzo, Lino come ogni anno in questo periodo, ci ricopre di birra e bugie e nessuno è in realtà da meno.
Appena però il sole si nasconde dietro le punte la temperatura cade in modo impressionante, i Capogita suonano il campanello, che pare di tornare al termine delle ricreazioni scolastiche, e torniamo tutti a stiparci al caldo del pullman lasciando solo un piccolo passaggio che permette a Stefano di viziarci anche oggi con il caffè del dopo-merenda.
In conclusione una splendida giornata, una splendida idea di traversata, una splendida discesa, uno splendido dopogita.
Che dire?
Gliela vogliamo dare la sufficienza ai Capogita?
Altro che sufficienza, oggi per Livio, Lorenzo e Marco non ci può essere che un grande grazie e un bel 10, almeno questo, sopra zero.