24-25 marzo 2012
Viso Mozzo e M.te Meidassa

Abbiamo provato a giocarci due giorni con il Re di pietra delle nostre montagne.

Ha provato a nasconderci la neve ed a rifilarci un po’ di bufera, ma alla fine abbiamo vinto noi: doppio scacco al Re!


Puntuali come degli orologi svizzeri, provenienti dai più reconditi angoli del pianeta, tutti alle ore otto dell’ultimo giorno di ora solare di questa assolata primavera 2012, ci troviamo al pian della Regina, il famoso Queen’s Land della Po Valley, e sotto un generoso sole alla quasi tropicale temperatura di due gradi sotto zero, ci infiliamo nelle nostre protesi e, ad un cenno dei valenti, silenziosi ma efficaci, Capogita, Paulo e Mauro, sci in spalla, partiamo dai 1740 metri alla volta del Viso Mozzo.

La camminata è breve, venti minuti ed il gruppo si ricompatta per ri-partire, dopo l’immancabile cancelletto ARVA, in religiosa fila indiana.

Paolo apre, seguendo (per sua fortuna!) una già marcata traccia mentre Mauro chiude le retrovie.

Salendo abbiamo l’impressione che la neve non sia quella meraviglia ma la meteo in compenso è meravigliosa e la mole del Monte Viso incombe impressionante sopra di noi rendendo l’ambiente molto suggestivo, arricchito da un sole che, già alto nonostante l’ora, fa capolino dietro la mole del Viso Mozzo.

Un paio di ricompattamenti del gruppo, peraltro piuttosto unito, e giungiamo ai 2600 metri di quota dove alcuni, stanchi o con qualche problema, si fermeranno al colle mentre la quasi totalità del gruppo affronta l’ultima erta rampa che conduce alla asimmetrica croce della vetta posta a metri 3015 con una spettacolare vista sulla parete est del Monviso.

In vetta si sta magnificamente: non fa freddo, neppure caldo, non c’è vento, il panorama è fantastico e la vista spazia su montagne lontane anche se l’imponente sagoma del Monviso ci occulta tutto il settore ovest.

Alle 12,30 dopo qualche milione di foto cominciamo a scendere e durante la discesa un ns socio, ahimè, a seguito di una infelice caduta si lussa una spalla.
Il dolore è notevole, proseguire non sarebbe saggio, così decidiamo di fare intervenire il 118.
Dopo un 40 minuti l’elicottero raccoglie l’infortunato, Massimo, e chi era rimasto sù scende terminando la discesa in bellezza a poche diecine di metri dalle auto.
Recupereremo Massimo all’ospedale di Saluzzo con la spalla già sistemata ed un tre settimane di riposo come terapia.

Una buona parte di noi rientra a Torino mentre una quindicina resta per la gita di domani: è prevista la salita alla Meidassa …


La domenica di buon ora (legale) ritrovo al Polo Nord (nel senso di albergo in Crissolo).
Qui si riuniscono i reduci dal Viso Mozzo, ben nutriti dal gestore in definitiva dignitoso, ed i convenuti di giornata che da Torino si sono sottoposti alla prima vera levataccia della stagione.

Venti partecipanti oltre due fuori gita ma diligentemente aggregati.

Un caffè e poco dopo le otto partenza da Pian della Regina.

Tempo inizialmente sereno, appena velato, ma già dopo un ora, raggiunto Pian del Re sci a zaino, esattamente come previsto, la velatura si è addensata e mano mano trasformata in nuvolaglia sempre più intensa.

Tuttavia le condizioni generali, buona temperatura, assenza di vento e visibilità ancora sufficente hanno portato a proseguire.

Qualche dubbio alle casermette (Quota 2800m) dove il peggioramento del tempo s’intensificava, ma in definitiva, prima con uno step al colle Luisas sotto il M.te Granero e poi per chi voleva (quasi tutti) alla cima la salita era compiuta, e bene.

Una “minzione speciale” per Laura, lei come aggregata fuori gita, che però a tutti i costi ha voluto esserci, è stata disciplinata ed è arrivata in cima con il gruppo. (giudichi il Presidente sull’opportunità della “minzione”).

La discesa con visibilità scarsa, pur con qualche piccolo sprazzo, è stata comunque divertente, su neve trasformata e ben sciabile fino a Pian del Re.

Poi dopo una camminata dal sentiero estivo (qualcuno) o dalla strada asfaltata con tagli dei tornanti (qualcunaltro) o ancora tagliando con un traverso a nord-ovest (qualcun altro ancora per fare, pur con “gava e buta” ancora qualche curva) tutti al fatidico banchetto anche questa volta ben nutrito, comprese le mitiche acciughe al verde, pane fatto in casa ed un gran bel tocco di “gorgo”, tutto rasato a dovere!

ma ma (marco&mauro)

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