Trentanovesimo Raid del Gruppo Sci Alpinistico – Raid del Delfinato
Ventidue partecipanti al Trentanovesimo RAID del Delfinato del Gruppo sci Alpinistico del CAI UGET hanno goduto del bellissimo percorso ideato da Orfeo e portato avanti da Andrea e Enrico, dal 24 al 30 di Aprile 2004.
Il tempo è stato bello per la prima parte del percorso e nonostante si sia deteriorato verso la fine ha concesso di arrivare su cime di grande soddisfazione.
Dopo l’aperitivo della bella gia sociale del week-end all’Aiguille de Goleon, mentre gli amici rientrano in città facciamo ritorno all’accogliente gite d’Etape di Villar d’Arene dove già abbiamo pernottato Sabato sera.
Quì il nobile Jimmy godeva di camera singola con doccia calda e bagno privato.
Gli atri tutti insieme nella stalla.
Lunedì 26 Aprile 2004
Col de la Lauze – Col du Replat – Ref. du Chatelleret
Il Lunedì mattina fervono i preparativi per l’ingresso nel raid; non si può partire presto perché si deve prendere la funivia della Grave che parte alle 8,30, ma si deve andare veloce per fare gli ottocento metri di salita che portano alla Breche du Replat evitando il caldo.
Abbiamo deciso di non passare per il Col de la Girose, troppo ripido per un gruppo di venti persone e abbiamo preferito passare dal Col de la Lauze iniziando il Raid con la ripida discesa del versante Sud che con neve dura richiedeva molta attenzione.
Questa parte iniziale è un classico “fuoripista” del comprensorio della Grave, che richiede però un complesso ritorno alla stazione di La grave in macchina.
Fatto così in traversata ci siamo goduti la parte più interessante del fuoripista scendendo fin verso i 2700m nel Vallon de la Selle senza raggiungere il rifugio ed entrando così nella vallata del Veneon.
Svoltando a sinistra ci siamo portati sul Glacier de la Selle e siamo saliti al Col du Replat 3335m.
Il primo tratto sull’opposto versante est del colle l’abbiamo sceso con una corda doppia.
Da questo punto poi una discesa tutta di un fiato nell’impervio Vallon de la Gandolière ci ha portati al Refuge du Chatelleret 2232m.
Raggiungere da Torino questo rifugio richiede un percorso molto tortuoso e lungo fino a la Berarde, ma il panorama inconsueto su questa regione del Delfinato, con la vista sulla Breche de la Meije, sul Col de la Casse Deserte e sulla cima dell’Encoulà (si chiama proprio così), è proprio affascinante.
Sdraiati sul tetto dello Chatelleret, Matteo ci dava una lezione di animalismo in lingua volgare napoletana, la prima delle sue lezioni su questo idioma.
Martedì 27 Aprile 2004
Ref. du Chatelleret – Grande Ruine – Ref. de l’Alpe de Villar d’Arene
Il giorno dopo, con una partenza di buon’ora saliamo alla Grande Ruine 3765m, passando attraverso il Col de la Casse Deserte 3483m.
Anche qui lezione di sano sci alpinismo, con la salita al colle e l’ultimo strappo alla vetta effettuati con gli sci in spalla.
Non riuscivamo a superare una guida svizzera (molto carina) che portava a spasso due allegri vecchietti.
La tentazione di restarle alle spalle ci faceva sbagliare strada più volte, impedendo il sorpasso.
Poco male comunque, e niente male la guida svizzera.
Arrivati al Refuge de l’Alpe de Villar d’Arene ci raggiungevano altri amici interessati al programma “hard” che sarebbe arrivato nei giorni successivi.
Mercoledì 28 Aprile 2004
Ref. de l’Alpe de V. d’A. – Pic de Neige Cordier – Ref. du Glacier Blanc
La giornata di oggi è dedicata a una ripetizione della salita del Pic de Neige Cordier 3614m, già effettuato in sociale nella stagione passata.
Il percorso è grandioso, comincia sulla cresta affilata di una morena e continua su un ripido canale a 45 gradi lungo circa 200 metri che porta sul Glacier des Agneux e di quì al Col Emile Pic 3483m.
Si termina con una ultima ripida salita alla vetta, dove l’idea dell’”aggregato ligure” Stefano di mettere una corda fissa si rivelava provvidenziale.
L’ultima parte purtroppo è stata fatta con tempo sempre più brutto e la decisione di traversare verso il Rifugio del Glacer Blanc dal Col Emile Pic è stata molto sofferta, ma alla fine affrontata.
Per fortuna sotto il colle il tempo era migliore, quasi soleggiato, e riportava il buon umore nel gruppone.
Al Refuge du Glacier Blanc 2542m una gentile rifugista franco-nazista permetteva a Matteo di elargirci una nuova lezione di lingua volgare napoletana veramente esilarate, mentre Marco, per riposarsi in vista di una gara di triathlon scendeva a valle affrontando la discesa ad Ailefroide, 10 chilometri a piedi per strada chiusa con gli sci in spalla, e autostop intorno a tutto il Massiccio del Delfinato.
Però questo era l’unico modo per scaricare le sue energie prima della gara…
Giovedì 29 Aprile 2004
Ref. du Glacier Blanc – Col du Monetier – le Monetier
Il tempo bello dei giorni precedenti sembrava volgere al termine, per cui abbandoniamo l’idea di salire il Dome de Neiges e cerchiamo di riportarci verso la zona di partenza, attraverso il Col du Monetier 3339m.
Il colle era in ottime condizioni, l’abbiamo affrontato senza corde fisse ma con picca e ramponi, e poi ci siamo spinti verso il vicinissimo Pic des Agneaux.
Eravamo quasi sotto, alla portata dell’ultima salitina finale, ma la nebbia cominciava ad avvolgere il nostro gruppo, invitandoci cortesemente a tornare a casa.
Abbiamo così sceso faticosamente il ghiacciaio, cercando di non finire nella zona crepacciata, fino a recuperare i fuoripista di Serre Chevalier, del Vallone del Tabuc.
Duemila metri di discesa, che con l’ottimo innevamento di quest’anno ci hanno quasi portato fino alla partenza degli impianti di Monetier.
Qui finiva il nostro raid e cominciava il brutto tempo (veramente brutto poi nei giorni successivi), ma noi finivamo in bellezza, con un bel pranzetto sopra dei tronchi a base di ogni ben di Dio, con il caffè caldo preparato nella roulotte di Dario, con Marco che si ricongiungeva a noi e con un po’ di tristezza per il tornare a casa.
Abbiamo purtroppo mancato alcune delle vette più ambiziose, il Pic des Agneaux e la Meije, ma c’è sempre tempo.
Magari nel Raid del quarantennale il prossimo anno, anche se la ricerca di mete prestigiose potrebbe portarci lontano, oppure la voglia di divertirci potrebbe portarci altrove.
Lasciamo la porta aperta.
I Partecipanti
Cecilia Torelli
Angiola Gatti
Andrea Girardi
Jimmy Casalegno
Paolo Mazzero
Mauro Raineri
Stefano Molfino
Daniel Clement
Bruno Pistis
Franco Stillavato
Teresa Vicentini
Enrico Leinardi
Marco Centin
Dario Meandri
Matteo Granato
Eugenia Fogliacco
Paolo Gugliermina
Rosanna Morandini
Paolo Giai
Antonio Lingua
Renato Poro Marchetti
Marco Goi