21 febbraio 2016
Pic Ombiere

I meteorologi avevano battezzato l’alta pressione che avrebbe caratterizzato questo week end con il nome di “Carpe Diem”.

Ma “Carpe diem” in che senso?

Nel senso di godersi quella di ieri come una delle ultime giornate di neve perchè, dopo quest’inverno così poco invernale, la stagione dello sci è già agli sgoccioli?

Oppure, in quello contrario, di scordarsi giornate del genere perchè grandi nubi cariche di neve si stanno avvicinando e a breve arriva l’inverno?

Lo scopriremo presto ma è probabile che sia la seconda che abbiamo detto!


Ormai il rispetto del calendario gite stilato nel tardo pleistocenico Ottobre 2015 è un vago ricordo e tocca ai capigita, ormai maghi nella ricerca della BEST SNOW, scovare qualche pendio di soddisfazione per tutti, magari relativamente vicino a casa…

Così, ad un mese dall’inizio della Primavera 2016 eccoci (ancora, sob!) tornare in quel di NEVACHE dopo la “fresca” escursione number-one del 17 gennaio alla Croix Carail.

Se in quell’occasione mutande lunghe e doppio piumino furono appena sufficienti a coprire i nostri atletici e preparatissimi fisici dai morsi del freddo, questa volta è previsto un rialzo termico di dieci gradi sulla media stagionale!!!
Sembra impossibile quest’anno non stilare una relazione senza menzionare le bizzarrie climatiche ma è davvero una stagione pazza!

Una triplice maratona di fondo organizzata giusto oggi nella Valle della Clarée avrebbe potuto creare problemi alla circolazione ed al transito del nostro voluminoso bus ma ci eravamo impensieriti per nulla perché non abbiamo nessun contrattempo.

Dopo la solita altalenante definizione della lista degli iscritti in 43 ci troveremo a mettere gli sci ai piedi nella graziosa cittadina di Nevache sita nella Vallèe della Clarée a 1600 metri di quota
In inverno l’asfalto è deneigé solo fino al paese, nonostante in estate si possa proseguire in auto per parecchi altri chilometri.

Risaliamo così lentamente le stradina guadagnando dolcemente quota, piacevolmente coccolati da un pacioso sole in un cielo blu-blu-blu da cartolina.

Mi metto in coda chiacchierando con un paio di simpatici scozzesi e suggerendo loro alcuni gustosi (attractive) itinerari del posto.
Mi congedo immaginando abbiano comunque con loro una guida per scoprire che il mio interlocutore E’ LA GUIDA (ma non conosce nulla comunque di Nevache!!!!)

Arrivati al Pont de Soucheres, grande ricompattamento e primi grossi dubbi amletici su quali e quante cime mettere nel carniere odierno essendo, la gita di oggi, una gita “bifida” che prevede un antipasto ai 2817 metri della Ponte DEMI in alternativa o in combinata con la salita allo spettinato Pic Ombiere, qualche metro più alto.

Un’oretta di salita e siamo nei pressi del Rifugio Chardonnet a 2223 metri, raggiunto grazie ad una stradina dal fondo compattato dai frequenti passaggi del gatto usato per i rifornimenti e ci addentriamo nel suggestivo paysage-de-haute-montagne, con le due nostre mete ormai visibili e, apparentemente, vicinissime.

Un gruppo più veloce parte, Roberto in testa, verso la nevosa Pointe Demi mentre un gruppo più “riflessivo” coordinato da Riccardo e Mike si tiene sulla sinistra salendo verso le spelacchiate sommità del poco più alto Ombiere.

Raggiungiamo le due punte quasi insieme.
Purtroppo se la giornata è serena e calda il vento non smette di soffiare rabbioso e a 2800 metri di quota, non ci tratteniamo quanto vorremmo.

Qualcuno del gruppo della Demi scende, ripella, e sale all’Ombiere, abbandonando gli sci a 50 metri dalla vetta, segnata dalla presenza di una grossa croce di legno chiaro.

Quando anche l’ultimo ha raggiunto l’Ombiere ci prepariamo alla discesa e, sfruttando gli ombrosi e freschi pendii esposti a nord, riusciamo ancora a lasciare qualche serpentina in territorio vergine!
Uauh, che fioka!!!

Il vento scendendo diventa presto un ricordo e al Rifugio ci ricompattiamo e scendiamo a gruppetti per la veloce stradina che conduce al Pont des Soucheres.

Dal ponte due km di strada ci separano dal bus che ci aspetta nel piazzale di Nevache che gli ultimi raggiungono pochi minuti prima del calar del sole.

Il tavolino è belle che pronto e, ancora una volta non ci facciamo mancare nulla.
E se qualcosa fosse mancato sul pullman, nel viaggio di ritorno, saltano fuori ancora grappe, nocini e caffè…

Grazie ai capigita, a tutti i soci, alle sempre frequenti “new-entries” che evidentemente ci onorano della loro fiducia, all’autista per la pazienza e l’abilità, al santo protettore degli skialper che, questa volta, non ci ha fatto mancare la neve, il sole, il vento….

Alla prossima!!!

emmecì


Fotografie di Cristina Calasso, Marco Centin e Michelino Giordano.

Cai Uget