11-12 aprile 2015
Mont Gelè

Primavera inoltrata, evvai!
Le condizioni di innevamento, finalmente, sono positive pressoché ovunque e questa volta possiamo rispettare “con una discreta tranquillità” il programma redatto nel remoto Ottobre 2014: la traversata del Mont Gelè che, dall’alto dei suoi 3518 metri, consente un panorama di altissimo livello su blasonate mete dello scialpinismo d’élite.

Lo stesso bollettino “neve e valanghe” redatto dalla VdA recita “il manto nevoso presenta condizioni di consolidamento ideali per la pratica dell’attività sci-alpinistica” e leggere tali considerazioni, non si può negarlo, fanno particolarmente piacere.

Per non “sciupare” l’intera giornata di sabato 11 nell’avvicinamento al Rifugio di Crete Seche, sito a metri 2410 nella Valpelline di Bionaz, qualcuno ha la brillante idea di proporre la salita alla facile (facile?) Trouma des Boucs quota 3263 metri.


Sabato 11 Aprile

Il ritrovo avviene all’autogrill sito poco prima di AOSTA.
Gli sguardi un po’ appannati delle sei di mattina trapelano un comune senso masochistico che prova chi si è alzato alle quattro… ma per una bella giornata sulla neve….questo ed altro!!!

Cosicché dopo un consolante caffè la carovana si compone facendo rotta verso Ruz, minuscola frazione sopra BIONAZ, nella bellissima e selvaggia VALPELLINE.
Sci in spalla e via!
A che quota incontreremo la neve?
Piuttosto in alto però quasi tutti si sciroppano i settecento metri di dislivello fino al rifugio sci in spalla, del resto, qualche lingua di sentiero è già asciutta e la progressione è più diretta.

Posati gli ammenicoli inutili (sacchilenzuolo, stecche di sigarette, incudini ed altro) nel rifugio ancora privo dei gestori, ci travestiamo tutti da veri skialper professional e continuiamo la ns gioiosa progressione, ski-aux-pied.

Il sole fa capolino dietro un cielo azzurro ma con frequenti ripensamenti. La neve tiene bene ma ha mollato quel tanto che permette una salita senza coltelli, anche sui pendii un po’ più cattivi.

Siamo in quindici e saliamo veloci.
Ci lasciamo subito a sinistra lo storico ed ormai quasi abbandonato bivacco Spataro a metri 2615.
Puntiamo verso il Colle di Chardonney e, mentre ci siamo, do uno sguardo ad un colle sopra il Plan de la Sabla: una discesa da lì (nella fase di ritorno) ci consentirebbe di compiere una interessante traversata.
Ma la ripidità e la scarsa/nulla visibilità dovuta al sopraggiungere di nubi sempre più spesse mi inducono a soprassedere sulla bella iniziativa….
Così raggiungo gli altri al colle e, chi sci in spalla, chi a piedi, saliamo gli ultimi ripidi metri per giungere nei pressi dell’anticima.

Arriviamo tutti ad una piccola piazzuola dove abbandoniamo gli sci ma c’è ancora una cresta, mooooolto aerea… non tutti siamo attrezzati e, poiché mancano circa una diecina di metri alla massima sommità (che però non vediamo) ci accontentiamo della posizione raggiunta.

Al colle tutti mettiamo gli sci e purtroppo parte della discesa è “strumentale” ovvero senza visibilità o con una visibilità ridottissima.

Nella parte bassa però si vede e, senza ulteriori problemi, raggiungiamo l’accogliente rifugio di Crete Seche, adesso gestito, da tre baldi giovani.

Panino, birra e… pomeriggio di relax, anche per recuperare le forze in attesa della traversata di domani!!!
Nel tardo pomeriggio, poco prima di cena, ci raggiungono altri sette valenti UGETINI, tutti “raffrescati” dal vento che, nel pomeriggio, si è fatto sentire parecchio…
La cena è “decente”, le razioni abbondanti, i prezzi non proprio “bon-pat” ma qui….
È la Vallée, non si fanno sconti….


Domenica 12 aprile.

La solita sveglia due ore prima del dovuto; quella in un gruppo c’è sempre, puntuale come Natale.
L’ampio camerone che ieri pomeriggio aveva una temperatura più idonea alla conservazione del baccalà sottosale che alla conservazione dei cristiani, si è scaldato e, grazie ad una illuminante auto-epurazione dei russatori professionisti, tutti siamo “freschi” e riposati, pronti ad affrontare la mitica traversée….

La partenza, alle sette e trenta, è puntualissima ed in breve siamo tutti on-the-road.
La neve è dura – “crocchia” – ed i rampant, che ieri non avevano ragione di essere inseriti, oggi sono presenti sugli sci di tutti.

Costeggiamo il bivacco, vuoto come sempre, e al pianoro soprastante, svoltiamo a sinistra per imboccare un ampio canale-pendio.
Uno sci si stacca ad un partecipante e ci tocca scendere e recuperarlo, ma è questione di poco.

Risaliamo e ci raggruppiamo al caldo e piacevole sole.
Non c’è una nuvola, la temperatura è perfetta, a breve vedremo il pendio finale, la pala terminale del Mont Gelè.

Al colle del Mont Gelé, ultimo ricompattamento e poi via.
Nel tratto finale incontriamo una coppia di svizzeri, simpatici e tosti; hanno dormito al Bivacco Regondi (quotato curiosamente 2599,98 sul geoportale valdostano) salendo da GLACIER.
Poiché hanno percorso il tratto che faremo noi in discesa chiedo loro informazioni ma fanno piuttosto del terrorismo citando possibili crolli di ghiaccio e caduta di pietre….

Bof, vedremo.
Intanto tutti arriviamo in vetta, successone!
E panorama spaziale!

Il Gran Combin, con l’Arete de Meitin è a un tiro di schioppo, il gigantesco bacino del Mauvoisin da qua sembra un laghetto, la Cabane de Chanrion, il lunghissimo Glacier di Otemma….la fenetre Durand è talmente “sotto” di noi che non riusciamo a scorgerla se non a prezzo di rischiosi penzolamenti sulla cornice nord…

Ci tratteniamo una buona mezz’ora nei pressi della grande croce di legno a 3518 metri e poi ci imponiamo di scendere.

Chi aveva lasciato parte del materiale al colle lo recupera ed in breve, tutti dietro a Stefano che, senza sbagliare un colpo, ci porta giù e raggiungiamo tutti velocemente un ampio pianoro, probabilmente la Comba des Eaux-Blanches da cui parte una stradina velocissima in direzione di Glacier, nella Valpelline di Ollomont, il ramo occidentale della bifida valle.

Con grande e piacevole sorpresa riusciamo a scendere fino a 1900 metri circa con gli sci ai piedi, un successone, dopo quanto avevamo sentito in rifugio e dagli svizzeri!

Poiché la frazioncina di Glacier è a quota 1560 abbiamo sceso quasi duemila metri di dislivello facendone a piedi poco più di trecento!

Veramente ottimo!
Ora si tratta di recuperare le auto lasciate a Ruz, nel vallone di Bionaz.

In sei, con poco rispetto per le normative, con un’auto sola percorriamo i quasi venti km che ci dividono dal parcheggio di partenza e, nel ritorno facciamo una sosta a LEXERT per rifornirci di formaggio e grissini che divoreremo nella piazza centrale di Ollomont.

Birra e vini bianchi a gogò al fresco nella fontana in pietra… un altro successone del GSA, tutti contenti ….

Ed ora è tempo di pensare al RAID…..

emmecì


Fotografie di Walter Actis e Bruna Brunetta.

Cai Uget