“Décrochons la Lune” è una espressione Francese difficile da tradurre letteralmente: qualcosa come “L’impossibile può diventare possibile” ed è il motto di una Associazione di persone che hanno deciso di dedicare le proprie energie a rendere più dolce la vita di bimbi nati meno fortunati.
Lionel, il gestore della Gite d’Etape di Orcières che ci ha ospitato in questo splendido Raduno, è uno di loro e la luce che traspariva dai suoi occhi mentre ci spiegava queste cose ci ha fatto capire qualcosa in più della persona dopo che ne avevamo apprezzato l’accoglienza, la disponibilità, la capacità nel prepararci aperitivi, piatti e spuntini deliziosi e, a detta di diverse fanciulle presenti, pare, anche un certo fascino.
Un Raduno, quindi riuscitissimo, alla scoperta del Champsaur, una regione che quasi nessuno di noi conosceva, che ci ha offerto tre bellissime gite, senza contare la prima di “avvicinamento”, a dispetto della cronica mancanza di neve di tutte le nostre Alpi.
Ma che ci ha anche permesso di vedere intorno tante montagne oggi un po’ spelacchiate o addirittura in vesti semi-estive che ci fanno pensare che forse quì torneremo, a percorrere altri itinerari e a trovare Lionel.
Venerdì 30 Marzo – Turge de la Suffie 3024m
Come da programma si inizia con una gita sul percorso di avvicinamento ad Orcières per evitare una sveglia impossibile e la scelta cade come base su Le Laus dove una condizione un po’ riparata e la quota piuttosto elevata promettono una partenza quasi sci-ai-piedi.
Se sarà Cote Belle o Turge de la Suffie lo decideremo sul percorso in funzione dell’innevamento.
Nel frattempo un gruppetto di 4, capitanati da Fausto convinto assertore che il mattino, anzi la notte, ha l’oro in bocca partono con largo anticipo e ci precedono lungo il bel Vallon des Oules.
Strappata Rita, ancora un po’ assonnata, dal suo camper, li seguiamo in 16 senza peraltro vederne traccia: chissà a che ora saranno partiti?
Sulla Turge la neve c’è tutta, giusta giusta ma che permette di passare senza togliere gli sci e così svoltiamo nel bel canale che ci porta rapidamente sopra il Bois de Balais sui bellissimi pendii che terminano al Col de Chaude Maison.
Qualche allungo imperioso di Marco ci fa pensare che stia già mettendo a punto la condizione per il prossimo Mezzalama mentre invece sta solo cercando un riparo dietro qualche pietoso pietrone: saranno gli effetti di qualcuna delle sue super-torte?
La salita prosegue con la giornata che si è fatta splendida, la temperatura quasi ideale e la neve che promette una bella discesa e così in breve raggiungiamo tutti allegramente la punta.
La discesa, dopo una sosta al Colle per aspettare che il sole cuocia ancora per una mezz’oretta i nostri pendii, è su firn quasi perfetto e in un attimo siamo sulla pista di fondo scorrevolissima che con un piccolo gava-buta ci riporta a Le Laus dove ritroviamo i 4 amici che avevano scelto il Pic de Cote Belle poco fiduciosi della copertura nevosa.
Nel frattempo Cristiano ha imbandito un tavolone dell’area da pic-nic e così iniziamo a festeggiare la prima riuscitissima gita.
E’ ora di prendere la strada per Orcières e il viaggio, nel bellissimo pomeriggio è semplice e scorrevole ed alle 17 raggiungiamo la Gite d’Etape di Chauffarel dove troviamo Cesare che ci ha preceduto dalla sua Valle Stura.
Siamo in mezzo al verde nei pressi di un bel torrente e l’atmosfera è deliziosa.
Lionel ci dà il benvenuto, le poche indicazioni necessarie ed inizia subito a conquistarci annunciando un aperitivo di benvenuto verso le 19.
L’unica cosa che sembra un po’ carente è la neve ma questo non toglie certo allegria alla cena, per la quale sono arrivati anche Ceci e Luigi, e al dopo cena con le iniezioni ricostituenti ed originali di ottimo genepy.
E dopo cena ci raggiungono anche i lavoratori del Venerdì.
Siamo in 29 e così un gruppo viene dirottato in una vicina e bella dependance della Gite .
L’ultimo sguardo fuori ci offre la visione di una stellata meravigliosa, la temperatura è scesa parecchio e il tutto ci fa pregustare una gran giornata per domani, speriamo di trovare anche la neve!
Sabato 31 Marzo – La Coupa 2628m
La colazione è stata fissata alle 6.30 ma siamo tutti pronti già con qualche minuto di anticipo e così si genera un po’ di confusione per riuscire ad accaparrarsi il primo sorso di caffè e la prima fetta di baguette appena sfornata.
Risolto comunque con grande reciproca cortesia l’intoppo raggiungiamo in auto rapidamente Archinard punto di partenza della nostra prima gita in Champsaur.
Abbiamo scelto la meta più classica e frequentata della zona ed in effetti ci sono già alcuni francesi che si preparano alla partenza: li seguiamo sci in spalla lungo la stradina forestale che quasi in piano ci porta rapidamente al ponticello al di la del quale si calzano gli sci: è proprio vero, c’è la neve.
Un po’ di pineta, una piccola forra del torrente che poi attraversiamo ed in prossimità della Cabane de Roinette il vallone inizia ad aprirsi e lassù spunta il triangolo nevoso della nostra meta.
Una sosta brevissima, perchè fa piuttosto fresco, e prendiamo a salire i pendii adesso belli e aperti fino a che la radio di Marco ci annuncia che ha raggiunto un gran pietrone al sole che scegliamo per ricompattare il gruppo.
Oggi siamo in 30 e l’atmosfera adesso è distesa, l’ambiente è bellissimo, la neve ricopre completamente il grande pendio che sale fino alla punta che chiude il vallone.
La salita adesso si fa più ripida, inanelliamo una bella serie di conversioni e siamo sul pendio finale che superiamo tutti brillantemente senza problemi.
Ci guardiamo intorno e cominciamo a scoprire le montagne della zona dal Vieux Chaillol attraente ma, ahimè, tanto povero di neve, ai Ban severi anche su questo versante alla Barre e Pelvoux che ci offrono un’inquadratura poco usuale di se stessi.
La discesa è piuttosto bella, riusciamo a trovare quasi tutta bella neve trasformata evitando i pochi tratti un po’ sfondosi che avevamo attraversato in salita e, seguendo le tracce dei local, passiamo sul versante sinistro la piccola gorgia per trovare subito dopo un comodissimo guado che ci riporta sul percorso di salita.
Ancora un divertente toboga nel bosco su bella neve e poi una breve passeggiata sulla stradina che ci riporta alle auto in una esplosione di primavera.
Quando pochi minuti dopo arriviamo alla nostra Gite de Chauffarel troviamo i tavoli all’aperto imbanditi e pronti per una grande grigliata che Lionel e Marie ci stanno preparando.
Rapidissimi stendiamo sul grande terrazzo la roba da asciugare, doccia e cambio d’abito velocissimi e siamo pronti fra tappi che iniziano a saltare e espressioni di ammirazione per i grandi piatti che cominciano ad arrivare e che tornano presto in cucina desolatamente svuotati.
Un gruppetto di 4 in realtà ha preferito rinunciare al pranzo per andare ad arrampicare in una vicina falesia ma Cristiano, Rita e i ragazzi hanno subito deciso di lasciare il camper e prendere il loro posto.
Nel pomeriggio qualcuno sale ad ammirare le discutibili strutture dell’avveniristica Orcières-Merlette e a sbirciare la gita di domani, qualcuno sceglie una rilassante passeggiata lungo il torrente e tanti si fermano ad apprezzare le comode sdraio sparse sul prato intorno alla nostra Gite.
Il tutto in attesa del Gran Bollito che i nostri amici ci stanno preparando in cucina.
Domenica 1° Aprile – Aiguille d’ Orcières 2790m
Ieri sera durante la cena abbiamo organizzato meglio il nostro flusso a colazione ed oggi siamo ordinati ed efficienti: con le prime luci raggiungiamo les Audiberts e sci sullo zaino saliamo il bel sentiero che ci porta nella conca di Girardet dove quasi subito troviamo la neve.
Un briciolo di ravanage nel primo tratto di bosco e poi, chi da un lato chi dall’altro sbuchiamo sul pianoro alla base dei grandi pendii che salgono all’Aiguille d’Orcières.
Sul pendio successivo la neve non sembra così stabilizzata ma riusciamo a toglierci abbastanza in fretta dal tratto più ripido per raccoglierci al primo sole su una spalla che sembra l’unico punto in piano della zona.
E, come capita spesso, anche oggi il sole riporta l’ottimismo e cancella le perplessità e così riprendiamo a salire con lunghi diagonali la parte superiore fino a sbucare con un bellissimo finale ad un colletto sulla cresta NE della nostra montagna.
Ancora qualche metro e siamo sulla punta di cui prendiamo completamente possesso relengando in un cantuccio i pochi francesi con cui siamo saliti che anzi ben presto iniziano a scendere lasciandocela tutta a disposizione.
La giornata e la temperatura sono ideali e quindi prolunghiamo un po’ la sosta in punta a goderci il panorama estesissimo e a studiare il miglior itinerario di discesa che ci faccia evitare i tratti sfondosi.
Optiamo per tenerci tutto a destra nel vallone e dopo un po’ le radio con cui comunichiamo annunciano che in alto c’è persino un po’ di farina e poco più in basso la crosta è ben portante.
Gran discesa anche oggi quindi, con qualche tratto ripido nei canali della parte bassa dove però la neve che inizia finalmente a smollare ci fa sentire tutti sciatori provetti e con una gimkana quasi divertente nel bosco che ci riporta ad una ventina di minuti dalla macchina.
Nessun pesce in questo primo d’Aprile se non quello graziosissimo e mansueto che si è fatto la salita appeso allo zaino di qualcuno e la discesa in una più rassicurante tasca interna.
A Chauffarel i più frettolosi di tornare a Torino si accontentano dei sandwich inseriti nel pacco picnic mentre i climbers di ieri decidono di prendersela con più comodo e in 18 (che fatica ieri sera conteggiare i due gruppi …) facciamo di nuovo onore alle doti culinarie dei nostri gestori sempre nel bagno di sole del dehors della Gite.
Salutati con un filo di malinconia gli amici che devono rientrare in città restiamo in 11, insieme a Rita e Cristiano, a centellinare un pomeriggio delizioso.
Lunedì 2 Aprile – L’Homme 2872m
Sarà per l’entusiasmo delle prime tre gite, sarà per il torpore della terza iniezione di genepy fatto sta che la proposta di salire domani nel vallone delle sorgenti del Drac con un portage un po’ più lungo non riceve obiezioni ed è così che alle prime luci del giorno parcheggiamo le ormai poche auto nel piccolo piazzale di Prapic.
Il vallone è proprio un po’ lungo e quando attraversiamo la spettacolare passerella sopra il Saut du Laire è ormai ben più di un’ora che gli sci si fanno pigramente scarrozzare sugli zaini.
Adesso però il vallone si apre, il terreno diventa bellissimo e l’innevamento è continuo e così dopo un attimo siamo a seguire le tracce di un velocissimo local.
Dopo un piccolo risalto ci ritroviamo nella parte superiore del vallone dominati dal ripido pendio Nord del Mourre Froid.
La neve sembra migliore sui pendii più ad Est e così seguendo i consigli delle ultime relazioni puntiamo verso destra, su terreno splendido, al Col de Charges che raggiungiamo patendo solo un po’ il caldo.
Dal colle percorriamo ancora un tratto con gli sci e poi a piedi gli ultimi 150m che ci portano sui 2872m della punta de l’Homme.
L’idea sarebbe quella di traversare la punta e scendere sulla dorsale opposta ma le condizioni non convincono e così dopo qualche titubanza decidiamo di ritornare per l’itinerario di salita.
La discesa è piuttosto bella anche se inframezzata da qualche caduta di sfondamento dovuta al poco rigelo durante la notte in cui ci sono state le prime avvisaglie nuvolose.
Alla passerella della Laire riusciamo a scendere ancora una cinquantina di metri tenendoci sul versante a Nord e traversando il Drac su una provvidenziale passerella poco più in basso e poi ci tocca, sci in spalla, il lungo ma tutto sommato comodo ritorno per il fondovalle fino a Prapic.
Il tempo sta peggiorando, è prevista pioggia nel pomeriggio e per la notte e domani le previsioni non sono migliori e così decidiamo di rientrare a casa già nel pomeriggio .
Lionel ci ha preparato, proprio a causa del tempo che sta cambiando, l’immancabile spuntino all’interno dove, se il buonumore e la soddisfazione sono gli stessi dei giorni scorsi, l’allegria è un po’ frenata dalla punta di malinconia che pervade la fine di ogni storia bellissima.
Si prende la via del ritorno, un temporale a Serre Poncon, l’immancabile pieno di carburante a prezzi francesi e un altro temporale nella nebbia di Bardonecchia non ci fanno rimpiangere troppo il rientro anticpato di un giorno.
E così dopo 4 giornate fantastiche si chiude questa avventura alla scoperta del Champsaur con la grande soddisfazione di 4 gite di discreto impegno con tutti i partecipanti sempre in punta, con discese sempre divertenti e di soddisfazione, con l’assoluta assenza di veri contrattempi e sopratutto con una atmosfera che neppure per un istante è sembrata men che gioiosa.
Grazie a Lionel che ci ha coccolato e fatto sentire a casa nostra.
Grazie a tutti i 33 partecipanti, un numero che forse non ha eguali nella storia dei nostri Raduni, che hanno nascosto con un sorriso le imperfezioni organizzative.
Grazie al Champsaur che ci ha regalato tre grandi gite ma sopratutto ce ne ha promesse tante altre perchè una cosa è certa e togliamo il forse d’apertura: qui ci torneremo!
Queste ed altre foto di possono trovare e scaricare negli album
di Marco e di Walter.