Siamo ormai sotto i tralicci del SuperPhoenix e seguiamo il loro percorso verso il colle. Arrivati alla base dell’ultima breve rampa attendiamo il resto del gruppo. La distanza con gli ultimi si fa significativa e quando ci siamo quasi tutti ci incamminiamo. Sono già le 12:30 e non è prudente attendere oltre.
In meno di mezzora siamo al colle e fortunatamente la temperatura è gradevole, vista la completa assenza di vento. Attraverso le radio sentiamo la chiusura che ci aggiorna sul fatto che 2 del gruppo non riusciranno a raggiungerci. Poco male, abbiamo infatti preparato la gita in modo che ci fossero 3 auto al seguito del bus, proprio per permettere a chi non ce l’avesse fatta di tornare indietro e rendere la traversata possibile a tutti gli altri. Alla fine saremo al colle in 40.
Dopo un rapido boccone e attesi gli ultimi a salire, ci raccogliamo per un canto da dedicare all’amico Antonio scomparso 30 anni fa, proprio lungo questa traversata. Vicini alla targa in sua memoria (posizionata dal GSA nell’estate del 1991) intoniamo quindi “Signore delle cime” che emoziona tanti di noi. Sono presenti amici di allora e amici di oggi, ed è bello da parte mia poter ringraziare tutti i presenti da parte della nostra famiglia, soprattutto della mamma che ci segue idealmente da casa.
Salutiamo e ringraziamo quindi il gruppo con le auto che torna a Mont Blanc, perché si è fatto il momento di scendere.
La prima parte della discesa è, diciamo da interpretare…
Sul lato di Cogne infatti ci sono delle cornici dure e fastidiose, che non aiutano a scendere i primi metri. Con calma ci mettiamo gli sci sopra un ripiano e, con un traverso, riusciamo a raggiungere il pendio di discesa. La neve non è delle migliori ma non è nemmeno ghiacciata, in qualche modo quindi si arriva molto rapidamente al rifugio Berdzè. Qui la parte bella della discesa termina e dobbiamo iniziare un lungo spostamento tra valloncelli e pianori che già dal colle si potevano intuire. Piccole risalite, spinta con i bastoncini, piccole discese e piano piano ci si avvicina alla strada che scenderà a Lillaz. I più stanchi (giustamente) cominciano a desiderare un meritato riposo, ma tant’è, la discesa è ancora lunga. Dopo buoni 40 minuti si arriva finalmente in un punto in cui è possibile scendere di dislivello senza interruzione di valloncelli e risalite, e dopo essere passati sotto un traliccio, vediamo finalmente l’imbocco della strada. Qualche ultima curva e siamo salvi…
Certo che no. Anche la strada si rivela lunghissima. Dobbiamo considerare infatti che l’intera traversata sfiora i 25 km di spostamento e quindi questa gita sembra più la tappa di un Raid che una classica scialpinistica. Quasi arrivati al termine non ci rimane che un ultima salita di 300 m. lineari (non me la ricordavo) e ci aspettano gli ultimi tornati che scendono a Lillaz, di fianco alle famose cascate ghiacciate. La neve inizia a scarseggiare e nell’ultima parte della strada bisogna anche fare metti e togli con gli sci o scendere decisamente a piedi.
Finalmente davanti a noi il bus con Elio il nostro simpaticissimo autista. In 15 minuti siamo tutti sul piazzale ed in breve si allestisce il “tavolino”. Non mancano le acciughe di Ceci (ce le ha lasciate alla partenza) e possiamo festeggiare insieme la giornata. Sono state 8 ore sugli sci e si tratta quindi di un impegno non comune. Tutti i partecipanti sono contenti della giornata ed anche il gruppo che è tornato a Mont Blanc ha le gambe sotto un tavolo…
Si conclude così una giornata per me davvero ricca di emozioni. Siamo stati bene e siamo stati bravi ad interpretare una gita così particolare.
Grazie a tutti i capogita, Guido, Enrico e Lorenzo (che ha provato il Costazza sabato) e grazie anche a Mike, Marco e Luigi che sono stati preziosissimi nell’organizzazione.
A tutti i partecipanti un invito, ci si rivede tra 10 anni……
Roberto
fotografie di Riccardo e Guido