Abbiamo fatto 13!!!

Ad Ottobre, quando dopo una calda, lunga ed assolata estate si predispone il programma si cerca sempre di fare il botto a fine anno….
Magari con un 4000 ma poi la realtà può dimostrarsi molto diversa…

Quest’anno è stato un anno particolare; la carenza di neve del periodo “clou” ha, secondo me, distratto un po’ gli sci-alpinisti per cui a fine anno, nonostante un quadro non troppo drammatico, molti hanno preferito darsi ad altre attività.

Il Furggen lo avevamo messo in lista per il 12 Maggio, data strategica perché gli impianti chiudono pochi giorni prima, lasciando le piste di “bassa quota” ancora ben battute ed innevate.
E nonostante un favorevole test effettuato pochi giorni prima la solita avversa meteo ci aveva indotti ad un repentino cambio di programma (Ormelune, poi diventato Col du Mont).

Questa gita di fine di stagione, ancora una volta, dava brutto tempo quasi ovunque.
Ma un barlume sembrava sperabile ….
A Cervinia!
Quindi perché non riprovarci?
Del resto, è sempre un quasi 3500 al cospetto si S.M. il Cervino e si parte da 2000 metri di quota.

Stimo una 15ina gli interessati che poi saranno 11 ma solo 10 alla partenza.
La pioggia battente di Torino del giorno prima e della stessa mattina della gita non aiutano ad essere ottimisti ma le previsioni della Regione VDA danno ampi spazi di sereno.

Cervinia fuori stagione è desolante ma consente di parcheggiare a pochi metri dalle piste che, nella parte bassa, cominciano a lamentare l’imminente arrivo del caldo.
Non siamo soli, altri sci-alpinisti ci hanno preceduto ed il piccolo piazzale è già occupato da qualche auto.

I gatti delle nevi hanno già cominciato pesanti opere di sbancamento per consentire alle jeep di salire agevolmente in quota ma hanno lasciato ampie porzioni di pista intonse sulle quali la progressione con le pelli è veloce ed agevole.

Infatti saliamo piuttosto velocemente; non piove, la visibilità a tratti è offuscata da una fastidiosa nebbia.
Solo in alto, intorno ai 2700 metri, il cielo azzurro sembra farla da padrone.
L’ambiente è bellissimo, la neve non sembra fantastica invece….

Due soste di ricompattamento ma brevi perché comunque i primi non sono distanti dagli ultimi.
Sfruttando una remunerativa ed ottima traccia, superiamo buona parte degli skialper che ci precedono ed arriviamo al punto in cui c’è il ripido pendio che adduce al colletto.

Da lì 78 metri di salita in cresta, in territorio svizzero, consentono di raggiungere l’arrivo della stazione del Furggen a quota 3486.

Dal 1993, anno di chiusura dell’impianto a seguito della rottura del cavo dovuta ad un carico di ghiaccio, il discorso è ormai appannaggio esclusivo di sci-alpinisti che si devono sobbarcare poco meno di 1500 metri di dislivello se partono da Cervinia.

Doveroso comunque segnalare che anche quando al Furggen arrivavano i pistaioli…non erano poi molti.

Un po’ per la limitatezza delle cabine che portavano al massimo 25 persone e poi per la difficoltà della pista che, non battuta, era riservata a sciatori provetti.

E le condizioni spesso proibitive dell’alta quota imponevano sovente la chiusura dell’impianto.

Ci ramponiamo, superiamo senza difficoltà il ripido muro e rimettiamo gli sci.
Arriviamo così in cinque minuti all’edificio, sotto la cui terrazza sommitale, si può ancora visitare l’interno, abbandonato nonostante una sala sia ancora mantenuta come ricovero di emergenza.

Dopo un veloce giro nei locali ci ritroviamo tutti sul tetto; a tratti si apre e la visibilità è magnifica.
Non fa nessun freddo, incredibile.
Se dal un lato questo ci fa piacere è ineludibile farsi delle domande sulla qualità della neve che troveremo….

Due foto di rito e ci prepariamo per la discesa.
Qualcuno ha portato su gli sci, qualcuno li ha lasciati sotto.
Sul tetto ci fa compagnia anche un cane, un border-collie che pare non appartenere a nessuno dei presenti.
Scopriremo che ha seguito da Cervinia un gruppo di milanesi fino in punta….
Speriamo non abbia problemi in discesa!!!

La cresta, ancora elvetica, è di neve polverosa, piacevole e divertente.
Il “saltino” ripido si rivela una sciocchezza ed ora attendiamo che tutti tolgano le pelli per iniziare la discesa.

Che se in alto ci riserva una bellissima neve si trasforma in un’orrenda poltiglia nella parte intermedia.

Prestando attenzione ad evitare cadute nella neve tutt’altro che facile, perdiamo quota, aiutando quando si può la discesa del cane che lamenta evidenti segni di stanchezza, fino ad arrivare alle piste dove, grazie al lavoro dei gatti, la neve pressata, si rivela docile e sciabile….

Giungiamo così senza problemi alle auto dove Renato ed Annalisa, scesi prima di noi, ci stanno aspettando.

Ci infileremo poi in un bar per concludere in bellezza l’ultima gita sociale della stagione.

Ringraziamenti a tutti, Spartaco, Renato, Guido, Carlo, Roberto, Annalisa, Mike, Germano, Mauro per questa bella chiusura di stagione, portata a termine nonostante le oramai puntuali difficoltà legate alla meteo e all’innevamento.

emmecì


Fotografie di Marco Centin e Germano Cravotto.

Per vedere e scaricare queste e altre foto di Marco potete cliccare quì.

Cena di Chiusura

Anche quest’anno, avvicinandoci alla fine di Maggio, siamo arrivati al momento di annunciare un ritrovo tranquillo e rilassante invece di una nuova gita sociale sulla neve.
Tempo qualche mese ricominceremo le comunicazioni per proporre levate antelucane e le controcomunicazioni per star dietro alle bizze del tempo e alle ultime informazioni sulla neve ma per questa volta è tutto più semplie

Mercoledì 29 Maggio – Ore 20

Salone UGET della Tesoriera

TAVOLINISSIMA 2019


Anche quest’anno, abbiamo deciso di riproporre l’esperienza degli ultimi anni ritrovandoci nel Salone della nostra sede ed affidandoci per il menù all’estro di ciascuno di noi.

Quindi né ristorante a 5 stelle né trattoria campagnola ma, come nei nostri bei fine gita, un grande tavolino su cui ciascuno appoggia qualcosa creato dalla propria fantasia culinaria (o, spesso, da quella di una moglie paziente).

Ciascuno potrà contribuire portando qualche propria leccornia dolce o salata o una bottiglia che si sentiva triste in cantina!

Quasi una piccola gara di cucina nella quale alla fine ci saranno solo vincitori.


Per agevolare l’organizzazione della serata, siete pregati di dare un cenno, e-mail o telefonico, di conferma della partecipazione a Michelino:

michelinogiordano@libero.it – tel. 333.6522234

Se poi lo fate un po’ per tempo sarà molto apprezzato!

Grazie a tutti e a Mercoledì!

Rifurggeniamo

“Meta confermata, una notizia da tre esclamativi!!!” … l’avevamo scritto fiduciosi due settimane fa’ e poi il vento patagonico ci ha spinti da Cervinia alla più riparata Valgrisenche.

Ma a noi ci piace il Furggen e allora Rifurggeniamo!

Domenica 26 Maggio 2019

Cima di Furggen 3492m

Valtournenche da Cervinia 2006m
Dislivello: 1490m – Difficoltà: BSA
Capogita: Marco Centin, Guido Borio, Luigi Spina

Anche questa settimana la sede non sarà aperta quindi iscrizioni via mail o telefono.

Il percorso che sale al Furggen si svolge su terreno glaciale e a tratti ripido e pertanto:

E’ obbligatorio avere RAMPONI e PICOZZA al seguito

Il viaggio si effettuerà con auto private:

Ritrovo h. 6.00 – Parcheggio McDonald

(Corso Vercelli angolo Corso Giulio Cesare)

Per iscrivervi contattate Marco:

snowlover62@gmail.com – tel. 339.5829332

A domenica!


Le iscrizioni saranno accettate fino alle ore 14 di Venerdì 24 Maggio
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Lontano dal vento

Domenica 12 maggio 2019.
Forse per la prima volta sembrava si potesse rispettare il programma ottobrino: il test effettuato venerdì 10 ovvero due giorni prima aveva dato esito positivo: con Guido, l’altro Capogita, Miky e Luisa, non avevamo guadagnato le sommet causa nuvole e vento ma avevamo agevolmente superato la problematica cornice che di cornice, con tutta la neve che c’era, non aveva proprio l’aria.
Si trattava piuttosto di un ripido pendio di 10 metri di dislivello che si poteva superare senza problemi con i ramponi.

Peccato che la sfiga ci metta sempre lo zampino perché, dopo aver sperato fino all’ultimo in un cambio del vento impetuoso previsto a Cervinia, la sera prima, rapido giro di telefonate e cambio, inevitabile, di meta.

La Valgrisenche dà soleggiato tutto il giorno con alcuni siti che danno bave di vento irrisorie, fino ad un minimo di sei km/h.

La prima gita che mi viene in mente è l’Arp Vieille ma l’abbiamo salita da poco e la partenza a Bonne è ad una quota troppo bassa. Il Sigaro sarà spelacchiato nella parte bassa e comunque la recente riduzione della diga obbliga oggi a partire dalla base della stessa a quote troppo basse e percorrere una infinita stradina….

Senza scomodare nomi come la Platte des Chamoix che obbligherebbe ad una sosta al Bezzi, peraltro chiuso, credo che l’Ormelune, per quanto BSA, sia alla nostra portata, del resto a metà maggio sono solo più gli irriducibili che si ostinano a mettere le pelli sotto gli sci e ad alzarsi alle 4,30 del mattino!

Non c’è neppure bisogno di variare il materiale perché piccozza e ramponi erano già richiesti per il Furggen, quindi che problema c’è?

Beh, la segreteria va avvisata per questioni assicurative ma una email mattutina, in casi di emergenza, sarà sufficiente.

Programma meteo rispettato, tolta la prima ora di gita con qualche sbuffo, peraltro sopportabilissimo, nessun problema di vento a nessuna quota, un po’ di freddo, ma neppure quello rigido invernale, quanto piuttosto quello “sano” che mantiene bene la neve che è stata rimpolpata da una re-imbiancata di consistenza molto contenuta.

La vera sorpresa quindi non sono state né la neve, discretamente abbondante dai 2000 metri in su e neppure la meteo assolata e non ventosa come da previsioni, quanto piuttosto la seconda sbarra dopo Bonne che era chiusa per “disgaggi” (non effettuati nei giorni festivi me precedentemente).

La chiusura obbliga ad un “viaggio” suppletivo su asfalto, sci in spalla, di km 2,8 per arrivare al bivio per le case Grand’Alpe a quota 2000 circa, punto di partenza classico per la salita all’Ormelune che avrebbe dovuto rappresentare la nostra ambita meta.

La neve è gessosa, ricorda un po’ quella di venerdì del test e saliamo piuttosto compatti ad una andatura media.

Ho pure la traccia sul GPS ma “salto” il bivio a sinistra accorgendomene pochi minuti dopo.

Riguardando i ripidi pendii di chi traccia verso l’Ormelune mi domando se sia il caso di salire su di là in 14. Probabilmente tiene ma “probabilmente” è un avverbio molto distante da “sicuramente” e preferisco continuare nel tranquillo valloncello del Torrente Grand’Alpe che termina al Col du Mont a quota 2639.

Ad Ovest è Francia e dal colle, poco distante si trova il Refuge di l’Archebuc (invisibile dal colle).

Guido e Luigi, gli altri capogita sembrano d’accordo, nessun eroe, meglio così, tiro un sospiro di sollievo, il tempo è magnifico, nonostante i tanti gufi, l’ambiente è appagante, e saliamo bene.

Per non terminare, poco dignitosamente, al “semplice” colle penso si possa puntare ad una cimetta poco a sinistra (a sud) dell’intuibile depressione che scopro, grazie ad una sbirciata su una carta vista da una coppia di svizzeri, trattarsi della Rocher Brune, qualche diecina di metri più alta del colle.

L’attacco diretto, sottovento, sembra poco furbo per la sospetta instabilità dei pendii e faccio rotta sul colle, rimanendo peraltro nella comoda e rassicurante traccia di salita.

Una volta al colle scopro però che un’ampia spalla porta in vetta per cui si potrebbe tentare di salirla da lì.

Qualche “gucia” e siamo sulla vetta, o meglio a pochi metri perché cornici instabili ci dividono dalla vetta vera e propria distante pochi metri.

Il dislivello salito fino qui non arriva a 900 metri ma il ritorno su asfalto farà terminare la sgambata a 969 metri, non molto in verità ma ce la facciamo andare bene.

Inoltre in discesa nonostante le previsioni abbiamo la piacevole scoperta di trovare una neve comunque divertente che consente anche discrete serpentine, decisamente meglio di quella di venerdì.

Il viaggio sulla strada di ritorno si dimostra più veloce del previsto ed in breve siamo tutti alle auto dove, cambiatici e sistemata l’attrezzatura siamo pronti per una sosta rigeneratrice alla Vinosteria di Aymavilles.

Ringraziamenti ai capogita Luigi e Guido ed al gruppetto di quattordici partecipanti, sicuramente più sparuto della versione invernale ma anche più agguerrito!

Salutissimi!!!

emmecì


Fotografie di Marco Bruno, Marco Centin, Luigi Spina.

Per vedere e scaricare queste e altre foto di Marco potete cliccare quì.