Raid 2014: Ortles – Cevedale
Ne valeva la pena

Ortles – Cevedale è sinonimo di grandi ghiacciai quasi disegnati per lo Sci Alpinismo e di un terreno che si presta particolarmente a quel modo di girovagare sulle montagne innevate che è insito nella natura del GSA e che si chiama Raid Sci Alpinistico.

Eppure, nonostante ciò, nella storia del Gruppo ci sono state pochissime frequentazioni di queste zone: un fugace passaggio durante la Tappa del 1980 della Traversata delle Alpi che Carlo Sindaco e Renato Mamini stavano portando a termine e lo sfortunato tentativo due anni fa, frustrato dal maltempo.
Tutto qua!
Come mai?
Il perché bisognerà prima o poi chiederlo a Riccardo!

E quindi un plauso ancora più grande va ai quattro bravissimi organizzatori Lorenzo, Roberto, Marco ed Enrico che con grande tenacia e determinazione (raramente questi termini sono stati usati in modo più appropriato) hanno resistito ai pessimismi dei siti meteo ed hanno creduto a quei barlumi di speranza di una meteo accettabile che solo con una buona dose di ottimismo si poteva intravvedere nelle previsioni.

Hanno avuto ragione e il risultato e la luce sui volti dei partecipanti confermano senza dubbio che ne valeva la pena!


Venerdì 4 aprile
Monte Pasquale 3570m

“Allora passiamo a prenderti alle 3.15 di stanotte”, comincia così …
Lorenzo e Roberto sono dei puntini lontani e per un attimo mi è venuto da pensare “Che ci faccio io qui?”, ma arrivo in cima ed ho la risposta …

I più vispi ed intraprendenti avevano lasciato la ridente ex-capitale sabauda in piena notte per potersi permettere la salita al Monte Pasquale …
… il tempo pare guastarsi ma … c’è il miraggio di un’ottima cena e, concentratisi sui piaceri del palato, lasciamo la meteo fuori dal caldo ed accogliente rifugio …


Sabato 5 aprile
Gran Zebrù 3859m

… il Gran Zebrù svetta davanti a noi con la sua bianca lama di neve …
Ed eccola lì, l’imponente croce di ferro, che, pur essendo avvolta dalle nubi che non ci fanno ammirare neanche uno straccio di panorama, testimonia che siamo in cima, in vetta al Gran Zebrù !!!

… il vento, fastidioso e freddo … in parte dovuto all’alta quota, ed infatti, tutti arriviamo in punta, percorrendo l’aerea e sottile cresta finale.
Una sirena lacera con il suo urlo assordante l’atmosfera umida … distruggendo le orecchie a noi ma, probabilmente, indica la posizione del rifugio a qualche alpinista che starà vagando sui ghiacciai in cerca di qualche traccia per non perdersi…


Domenica 6 aprile
Monte Cevedale 3769m – Palon de la Mare 3708m

In vetta c’è una vera folla, tra gruppi che arrivano e ripartono, fotografi e fotografati, gruppi CAI, sorrisi e pacche sulle spalle, ma in qualche modo riusciamo a starci anche noi e ad ammirare il panorama tutto attorno.
La nottata si rivela impegnativa per il delicato olezzo di vestiti e calzettoni vecchi di tre giorni stesi ad asciugare in camera, ma, come ha detto qualcuno, “Se siamo sopravvissuti a una notte in questa stanza, altro che Gran Zebrù!”

ci concediamo una appagante e soleggiata discesa … ma dura poco perché ora tocca ripellare per salire al Palon della Mare, altra cima dalla sommità piatta che supera di poco i 3700 metri.
… la salita è lunga, non tanto per il dislivello, quanto per lo spostamento e la quota ed il numero di ore passate sugli sci cominciano a farsi sentire …


Lunedì 7 aprile
Punta San Matteo 3678m

… per continuare con i seracchi venati d’azzurro brillante che si stagliano poco lontano dalla traccia di salita e concludere con la vista dalla cima: il panorama migliore del giro.
… alla fine ci ritroviamo tutti…a tavola! Perché come concludere degnamente un giro del genere se non con un assaggio di slinzega, un bel piatto di pizzoccheri e uno strudel con panna ?

La giornata è spaziale, non una nuvola, temperatura giusta, niente vento.
Un Raid piuttosto impegnativo per i lunghi spostamenti, dai dislivelli medi ed anche “corposi” ma che associati alla quota sempre elevata si sono fatti sentire.
Quindi un plauso a tutti i partecipanti.


Fotografie di Marco Centin, Daniel Clement ed Enrico Leinardi.


E la relazione completa?
Vista l’accuratezza dell’organizzazione non potevano che arrivarne due, e così è stato: quella del “veterano” Marco e quella della “new entry” Camilla.

Avremo così il resoconto e le sensazioni di chi di Raid ne ha messi in saccoccia veramente tanti e quelle di chi le ha vissute con noi per la prima volta.

Un confronto interessante!

Cliccate sulle rispettive immagini per leggere il racconto dei nostri due narratori.