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PIC DU LAC BLANC

GITA AL PIC DU LAC BLANC IN TRAVERSATA DA NEVACHE A NEVACHE – 12 FEBBRAIO 2023

 

A un anno esatto da quel tristissimo Monte Colmet in cui perse la vita il ns amico Mauro (di cui abbiamo appena pubblicato un ricordo sul sito) continuiamo, nonostante tutto, nella ns mission che è quella di vivere delle belle avventure sulla neve cercando di trovare gli innevamenti migliori e muovendosi sempre nel massimo della sicurezza.

Per l’occasione, visti gli esordi positivi delle prime tre uscite, alziamo un po’ l’asticella e puntiamo ad una traversata di ben 1400 metri di dislivello con uno spostamento complessivo di oltre 21 km.

La gita, che ho percorso un mese prima, presenta poco dopo Nevache un tratto di mezz’ora che negli ultimi anni non ha mai beneficiato di un innevamento continuo (anche per un’esposizione al sole ottimale) ragion per cui dovremo fare un po’ di portage. Ora, per chi non lo sa, il portage, specie nelle gite primaverili, specie per chi fa gite “di un certo livello” è una pratica discretamente abituale che – si potrebbe dire – fa parte di quel bellissimo gioco che si chiama sci-alpinismo.

Ragion per cui proporremo questa non comune pratica ANCHE in una sociale. E va benissimo! Mi sembra che nessuno si sia lamentato anche perché , alla fine dei conti, il portage si è limitato ad una mezz’oretta e  poi la magia del vallone che adduce al Col du Vallon ha fuorviato la mente alla contemplazione del bellissimo sito declassando le fatiche ed i disagi in secondo piano.

Una ulteriore sosta nella graziosa cappelletta di Saint Michel già a 2123 metri di quota ed il gruppo si ricompatta rapidamente. Dai 1600 metri di Nevache abbiamo già salito oltre 500 metri ma se vogliamo arrivare al Pic du Lac Blanc, che per 20 metri non tocca i tremila, ne abbiamo ancora un bel pezzo.

Un lungo traverso ascensionale e, minimamente sfilacciati, arriviamo alla base del muro di 150 metri che porta alla cresta da cui con altri 15 minuti si tocca la ns meta. La traccia non c’è più e Sergio, Giacomo e Claudio, anche per accelerare i tempi, cominciano a tracciare una serie di zig-zag, alcuni anche discretamente impegnativi. Sarà il tratto più impegnativo della gita che comunque tutti supereranno; alcuni anche all’esordio su tratti così ripidi. Una volta al Colle (che si chiama Col du Gran Cros ma nessuno vede il cartello perché siamo usciti un po’ più alti) solo più un quarto d’ora ci divide dalla fine della salita.

Tutti in punta, panorama eccezionale, neanche una nuvola, non un filo di vento. I termometri segnano due gradi sopra zero, temperatura perfetta, anzi forse …fin un po’ troppo caldo, considerato che siamo a tremila metri.

Passiamo qualche decina di minuti ad ammirare l’infinito panorama e poi giù su una primaverile che si inumidisce sempre di più via via che perdiamo quota ma riusciamo ad evitare le subdole pietre che qua e là, di tanto in tanto, cominciano a fare capolino. Arrivati alle baite nei pressi del rifugio di Ricou incrociamo la stradina battuta che, dopo un km di discesa,  si inserisce sulla ampia strada, ancora innevata e battuta, che collega Nevache a Fontcouverte, nella  alta valle della Clarée.

 

Sono ancora cinque km, in parte in piano, la maggior parte in leggerissima discesa, ma in capo ad una mezz’ora tutti arrivano a Nevache. Missione compiuta! Anzi no! Abbiamo ancora il tavolino, per la cui occasione usiamo quello in legno fisso davanti all’ufficio del turismo. E’ già tutto in ombra, fa freschino ma ci si veste. Escono fuori salami, formaggi, una enorme pizza bianca, barbere, bonarde, prosecchi , ben tre torte, biscotti a cui facciamo onore per poi risalire sulle auto e tornare a Torino. Abbiamo percorso tutti quanti oltre 21 km e tutti i 1400 metri di dislivello.

A Mauro sarebbe piaciuta…

60 ANNI DI GSA!

Giovedì 12  ci siamo ritrovati, soci e amici, vecchi e nuovi, per festeggiare i 60 del nostro gruppo di scialpinismo . La serata è stata magistralmente introdotta e tenuta insieme da una narrazione storica succinta ma efficace fatta da Marco, di cui qui di seguito vi riproponiamo il testo nel caso ve lo foste perso. E’ seguita poi una proiezione dei RAID degli ultimi anni ad opera di Mike. Ne è uscita una bella serata, fitta di presenze e di ricordi per tutti noi.

RELAZIONE SESSANTA ANNI DI GSA

Era ieri che festeggiavamo i 50 anni della Fonda- zione del Gruppo Sci-Alpinistico, comunemente chiamato GSA e già dieci anni sono passati da allora. Dieci anni fa pubblicammo una rivista che riassumeva le principali tap- pe ed i momenti più salienti; questa volta faremo le cose in tono minore ma con lo stesso orgoglio ed emozione di allora.L’UGET, la mamma del ns GSA, nasce nel marzo del 1913 sul modesto ma vicino e caro Musiné; otto anni dopo il “Gruppo Autonomo Skiatori UGET” è dotato di sci-militari che possono essere prestati ai soci.Non bisogna dimenticare che, a quei tempi, lo sci era riservato a pochi benestanti desiderosi di sperimentare questo “nuovo” modo di muover- si sulla neve. In tale contesto “prestare” questi attrezzi ai soci era un modo CONCRETO di contribuire alla popolarizzazione di quello che non era ancora uno sport.

Devono però trascorrere una quarantina di anni perchè, all’interno del- l’UGET, entrino un gruppo di ventenni che vuole proporre lo sci-alpini- smo invernale e saranno proprio loro che nel Novembre del 1962 fon- dano il Gruppo Scialpinistico.

La loro formazione non è certo dovuta alla frequentazione di ambienti specialistici o ad opera di istruttori qualificati ed esperti. Hanno impara- to “alla moda dei vecchi”, salendo e scendendo qualche prato della collina torinese allora coperta da spesse coltri di neve o su qualche campetto raggiungibile in treno, magari al FRAIS.

Nutrono una concezione purista dello sci, già in antitesi con quello che sarebbe diventato il luna-park dello sci in montagna. Questa “deriva” filosofica di un certo “disprezzo” verso lo sci di pista è ancora discre- tamente presente nell’animo di tanti skialper, non certo solo in ambiente UGET bensì in tutti quelli che hanno una concezione della montagna più legata ad una frequentazione rispettosa, silenziosa, umile delle terre alte rispetto a coloro che vogliono solo fare metri di dislivello comodi, rumorosi, inquinanti utilizzando impianti di risalita di ogni tipo, oggi an- che comodamente seduti in elicottero.Alla fine del 1963, primo anno operativo del neo gruppo, il Presidente Piero Dematteis, conta già una cinquantina di soci. In saccoccia hannogià delle mete di tutto rispetto: la Chaligne, il passo della Gardetta, il Sommeiller, il Grand Sertz.

Per qualche anno si prosegue con le gite domenicali incrementando costantemente il numero di soci ma nel biennio 1965-1966 si perfezio- na l’idea di un Raid. Il Gruppo è fortemente coeso e, alle difficoltà che un evento di tale portata avrebbe comportato, si sopperisce con l’idea di compiere una traversata a staffetta cioè a tappe che avrebbero visto impegnate squadre diverse.

Il primo Raid portato a termine in ben otto giorni collega l’allora rifugio UGET Venini (Sestriere) arrivando nel Gruppo del Monte Bianco in Val Veny.

Inutile dire che l’iniziativa ha un grandissimo successo e agisce da cor- roborante al Gruppo stesso che l’anno successivo oltre a diverse gite di notevole impegno (tra cui la traversata dell’Adamello) ri-programma il Raid su un percorso simile a quello precedente ma con partenza da Clavière, non più dal Sestriere con arrivo ancora a Courmayeur. Il Raid, di ben dieci giorni, supera quasi 15mila metri di dislivello con tappe di ben più di 2000 metri al giorno. Se si pensa all’attrezzatura di quei tem pi non si può che complimentarsi per il valore sportivo dei partecipanti! Mediamente ogni tappa, sebbene composta da persone diverse, conta dieci persone, un numero di tutto rispetto. All’ultima tappa però il Grup- po conta una trentina di partecipanti, segno di una passione davvero forte alimentata da un entusiasmo davvero forte.

 

Sempre nel biennio 66-67 viene anche istituito il Corso di Introduzione allo Scialpinismo dove trenta iscritti su 40 frequentano con assiduità e profitto le lezioni teoriche e pratiche.

Dal 1967 la Presidenza passa a Luigi Zabaldano con cui si porta a ter- mine il terzo raid sci-alpinistico a squadre, questa volta da Courmayeur e Gressoney. Le precedenti entusiastiche esperienze contemplano ora l’ausilio di collegamenti aerei estremamente dispendiosi che portano il Gruppo sull’orlo della bancarotta. I soci coinvolti in questa impresa, or- mai dalla connotazione epica, sono 110.La commissione centrale di sci-alpinismo istituisce il primo corso per istruttori nazionali a cui partecipa anche un socio UGET, tale Luciano Ducato. Superatolo acquisirà il titolo di Direttore del corso all’interno dell’UGET e Presidente della scuola.

Il biennio successivo vede inserirsi nel Gruppo direzionale i giovani che avevano partecipato ai due primi corsi di introduzione allo sci-alpinismo. Il presidente è Franco FROLA, primo nome che noi, ragazzini sessantenni abbiamo avuto l’onore di conoscere e vedere ancora in attività, qualche anno fa.

Franco occupa la posizione per ben quattro stagioni mentre dopo di lui un altro Franco che di cognome fa Massa-Micon guida il GSA per altri due bienni.

Stessa tempistica per Aldo Cavallero. Obbligatorio citare, sotto la pre- sidenza Cavallero, l’uscita del libro RAID IN SCI – 73 itinerari di traver- sata dalle Alpi Marittime al Ticino. È il compendio dei vari Raid compiuti dal Gruppo negli anni precedenti; alla stesura dello stesso hanno con- tribuito tutti i soci più attivi del GSA.

Dal 1976 la Presidenza passa ad un giovane Riccardo Valchierotti che oggi nel 2023, dopo quasi mezzo secolo, continua come se avesse fat- to un patto con il diavolo a scorrazzare in sci per le montagne di casa nostra.

Cederà poi la conduzione a Gian Paolo Bocca per due stagioni mentre da citare, in un ambiente fortemente maschilista l’elezione della prima donna presidente nella stagione 80-81 di Nidia Cristini, moglie del Franco di cui sopra.

Nel biennio 81-82 il Presidente Carlo Salvadore, oltre al solito fittissimo programma di gite giornaliere può vantarsi della traversata delle Alpi compiuta in più riprese ma supportata da centinaia di soci ad opera di Carlo Sindaco e Renato Mamini. In 72 tappe, in differenti periodi, hanno superato 104mila metri di dislivello che dividono Viozene in Valle Tanaro dal Passo del Tarvisio.Carlo Salvadore occupa ancora la posizione per il biennio successivo per poi essere sostituito in due mandati biennali da Franco Cavallero.

Dal 1985 è poi Aldo Munegato, pilastro dell’UGET per decenni in figure diverse e sempre di altissimo livello, ad assumere, anche lui per due mandati, la presidenza GSA.

L’ 87-88 è ancora una bimba a tirare avanti la carretta: si tratta di Flavia Minucciani. L’attività sotto la sua presidenza è, come sempre, cospicua e di alto livello ma un fatto “straordinario” caratterizza il suo mandato: la “separazione” dell’attività didattica da quella del gruppo.Si costituisce così la Scuola di sci-alpinismo come gruppo autonomo ora completamente separato del Gruppo Sci-Alpinistico.

Nel secondo anno di Flavia alla (88-89) vediamo comparire il giovane 17enne Enrico Leinardi, amico di tanti di noi, oggi più che mai scatena- to anche se essendosi trasferito in Val Maira da un decennio non viene più ogni domenica con noi ma siamo noi che andiamo a trovarlo. Sarà a sua volta presidente dal 1997 al 1999.

Nel 1989 sale alla presidenza una persona che è stato di padre spiritua- le in senso sci-alpinistico per tanta gente, di sicuro non limitatamente in UGET ma in un contesto generale, agonistico e ludico. Parlo, come è facile capire, di ORFEO CORRADIN. Tutt’ora attivissimo e punto di rife- rimento per avere qualche dritta quando le certezze vacillano…. Regge il timone per due bienni consecutivi per essere poi sostituito da Carlo Sindaco anche lui attivissimo fino a pochi anni fa.

Lo seguirà Carlo Rizzi per i “consueti” due mandati , Carlo che a tut- t’oggi ci allieta inviandoci tramite social ricordi di quei tempi. Da citare un’ultima gita organizzata da Carlo ad ottanta anni come capogita qualche anno fa in val Chisone.Arrivando al 1995 ancora un Mamini, questa volta Guido non più Rena- to (morto nell’agosto 1985 di ritorno dalla Dufour) guida il GSA.

Lascerà poi lo scettro al succitato e frizzantissimo Enrico, allora stabil- mente torinese. Sotto la sua presidenza comincia ad essere evidente un certo “mutamento” nelle destinazioni dovute a totale mancanza di neve (o anche per eccessiva neve). Si compie un’uscita congiuntamente alla scuola (di sci-alpinismo) ma si tratta di un evento unico che non modifi- cherà i rapporti tra i due gruppi.

Alfredo Marchelli guiderà il gruppo per le due stagioni successive e poi con Guido Cagliero, eletto nel 2001 organizzatore di un (nuovamente) mitico raid di dodici giorni nel gruppo del Bianco entreremo nel terzo millennio.Guido cadrà sulla Becca di Monciar nel Luglio 2002 lasciando un infini- ta tristezza in coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

La presidenza viene così assunta da Andrea Girardi, ora dedicatosi alle super-maratone ed allora entusiasta e giovane ed attivissimo ski-alper.

I bienni 2004/2005 e 2005/2006 vedono l’oratore impegnato alla Presi- denza a cui fa seguito poi Lorenzo Cerutti.Nel 2008 si fa strada Cecilia Torelli torturando i nuovi adepti con la pra- tica della nomina a lupacchiotti. L’attività prosegue comunque con la consueta sfilza di gite e raid.Sarà poi il turno di Roberto Fullone, anche lui “figlio d’arte” ed anche lui, similmente al più anziano Mamini, con il papà morto seguendo la propria passione.Ed è con Roberto che si chiude il primo mezzo secolo di attività del gruppo. Con lui 13 gite, un brillante raduno nel Champsaur (gruppo de- gli Ecrins del Sud) ed una parte di Raid nel Gruppo del monte Ceveda- le. Salite anche, in sociale, la Pointe de Charbonnel e la punta d’Arnas.

Con la presidenza Guido Bolla (2012 – 2014), cinquantunesima stagione del longevo gruppo, oltre alle belle gite, si celebra in una piovosa gior- nata di sabato 10 novembre 2012 il compleanno del GSA. Il ns Enrico è ormai stabilmente insediato in quel di Stroppo e le fughe in Val Maira, dove possiamo contare sulla sua conoscenza capillare, non sono rare.

Viene anche portata a termine, dopo un ritardo di una settimana dovuto al cattivo tempo, la prima parte della mitica Chamonix-Zermatt con un originale ingresso dalla Val Pelline nell’accogliente rifugio di Prarayer.

Guido, oltre ad organizzare gite & raid, mette in piedi con piglio inge- gneristico ed entusiasmo adolescenziale, un magnifico sito INTERNET inserendo ANCHE dettagliati riferimenti al passato del GSA.

Nessuno dopo di lui si dedicherà con lo stesso entusiasmo e dettaglio alla cura del sito e di questo sentiamo tutti la profondissima mancanza, specie in un momento in cui ormai tutto passa dallo schermo di un qualche device. Nel corso del 2014 riusciremo a mettere in saccoccia anche un Raduno in Austria ed anche un Raid con anello Ortles-Cevedale.Oltre al fitto programma di gite (ormai ne programmiamo una dozzina all’anno), ad un Raduno e ad un Raid, è costante la presenza in pro- gramma di serate aventi temi afferenti l’attività sci-alpinistica. Si ospita- no medici (Massimo Massarini) ma anche commercianti, che magari ci sponsorizzano in cambio di graditissimi sconti sulle costose e sempre più performanti attrezzature (il riferimento è a CUORE da SPORTIVO tutt’ora nostro fornitissimo punto di riferimento).

 

Dopo l’ingegnere Bolla la presidenza passa a Stefano Oldino. Si è ac- quisita ormai una certa “elasticità” nella definizione dei target dovuta al meteo pazzerello. Nonostante qualche gita annullata otto gite vengono portate a casa; raduno nel Queyras con tre gite riuscitissime. Nel 2016 abbiamo di nuovo problemi di materia prima ma riusciamo ugualmente a mettere in piedi in 4 e 4 otto un mini RAID nel cuneese con la salita della Rocca Paur. Tra le mete blasonate citerei l’Entrelor e la Roncia di fine anno.E tocca ora al navigato, seppur recente fan delle pelli, Michelino, il ns Mikefiftytwo. Baciato dalla fortuna per l’innevamento “decente” riesce a farci fare ben tredici gite in corso del 2017, un Raduno in Val Maira e la parte conclusiva del mitico percorso Chamonix-Zermatt di cui solo due anni prima avevamo percorso il tratto iniziale. Si consolida l’opzione di variazione di gita sabato al posto di domenica, laddove la meteo lo consigli.Il Raid ha inizio in taxi da Glacier in Valpelline per andare a Courmayeur e salire sulla impressionante SKYWAY per scendere la epica Mer de glace; risaliamo dopo un tratto in bus con i mezzi di risalita ai Grand Montets (3295 metri). Dopo avere contemplato dall’alto di una terrazza il passaggio al Col du Passon (alternativa ormai preferita al non più transitabile colle dello Chardonnet) scendiamo per dormire al tipico Chalet-Refuge de Lognan. Il 22 aprile, siamo nel 2017, saliamo al Col du Passon e dopo lo stretto budello entriamo in uno dei paradisi euro- pei dello sci-alpinismo. Glacier du Tour, colle omonimo, Aiguille du Tour e discesa con alle spalle le facili e bellissime Aiguilles Dorees.

Plateau du Trient con la sua Cabane e discesa sul Glacier du Trient finoalla risalita al Col des Ecandies con gli sci in spalla. Discesa nella diver- tente Val d’Arpette e, a Le Bon Abri in Svizzera, il ns presidente ci offre a tutti un boccalone di birra per festeggiare il suo compleanno.Alle 7,50 puntuale come uno svizzero arriva il taxi che ci porta a Verbier dove saliamo con gli impianti per un pezzo e poi, con le pelli, al Col des

Gentianes a quasi 2900 metri di quota. Vista sul Gran Combin, spetta- colare, dal lato Panossiere, con il suo infinito ghiacciaio. Col de la Chaux e risalita sulla facile e remunerativa Roseblanche. Ho fatto un patto con il diavolo: continua la meteo che ci ha accompagnato fino ad ora: vento zero, innevamento perfetto, sole a palla, rischio valanghe UNO.

Colle di Sovereu, glacier des Ecoulaies per passare a fianco alla Caba- ne de Prafleuri diretti alla grande Cabane des Dix che raggiungiamo tardissimo. Ci prepareranno comunque la cena “fuori tempo massimo” cosa non abituale in Svizzera dove non sono così accomodanti quanto i gestori dei ns connazionali. Prezzi esorbitanti ma continuiamo ad esse- re in Svizzera….

Il lunedì 24 aprile ci vede salire al Mont Blanc de Cheilon, una mia fissa di tanti anni, che oggi si concretizza. Tutto sommato facile, nonostante la quota a quasi 3800 metri. Torniamo giù e percorriamo i colli di Mont Rouse e de la Lire Rose per pernottare poi ai 2462 metri della Cabane de Chanrion ancora in versione “stretta” prima degli imponenti lavori di ristrutturazione che ne hanno raddoppiato la capienza. Tre di noi usci- ranno questa sera dal RAID per impegni imminenti.

Il 25 aprile siamo rimasti in otto; risaliamo dopo brevissima discesa alla Fenetre Durand (2797) e scendiamo su Glacier mentre la meteo ci rega- la qualche nebbiolina fastidiosa ma non terribile, giusto per farci ricor- dare che esiste anche lei. Ultimo tratto a piedi sci in spalle ed arriviamo a Glacier dove si conclude uno dei momenti più belli probabilmente dei miei 40 anni di sci-alpinismo.

Sempre con Mike presidente nel 2018 annulliamo il Raduno a Casterino per brutta meteo (inaugurando la problematica degli anticipi pagati-non pagati) rifacendoci però conuno spettacolare radi nelle Alpi Graie a spasso tra Piemonte, valle d’Aosta e Vanoise.

Nel 2019 viene eletto presidente Luigi Spina. La stagione parte il 30 no- vembre con la sociale al monte Gimond, prosegue in Svizzera al Made- rhorn da Rotwald il 15 dicembre e, per finire il 2019 saliamo al Roc della Luna il 29 dicembre. Poco dopo, domenica 5 gennaio 2020 una bella traversata da Claviere a Bardonecchia. Il 19 gennaio in VdA alla Testa dei Frà; il 2 febbraio la testa Cordella con la pioggerella.

Il 16 febbraio commemoriamo il trentennale della morte del babbo di Roberto salendo alla finestra di Champorcher e scendendo sul versante di Cogne. Dopo di che il COVID blocca ogni possibilità di organizzare gite in versione ufficiale.

 

Per la prossima gita ufficiale dovremmo attendere la presidenza di Al- berto Torazzo ed il 19 dicembre 2021 data in cui saliremo il vicino mon- te Giulian da Giordano poco sopra Prali nell’alta Val Germanasca.

Il 23 gennaio 2022 saliamo alla Valletta in VdA da Crevacol per arrivare al terribile 13 febbraio passato alla storia per la tragicissima morte di Mauro Fornaresio che a pochi metri dalla vetta del Colmet cade fatal- mente.

 

Dovremo aspettare il 19 marzo per tornare sulle nevi e riprenderci dallo shock che ci ha colpito. La destinazione è la Svizzera, il monte Tellier, un classico e facile panettone, che ci costa anche non poco, dal punto di vista economico oltre alla ovvia tensione per gli eventi di cui sopra che non si possono dimenticare.Il 9 e 10 aprile riusciamo a salire ai corni di Nefelgiù sopra Riale in alta val Formazza ed il giorno dopo, finalmente, un colpo “gobbo” (ci vole- va) riuscendo a portare a termine la non-facilissima salita al Basodino, in Svizzera, nonostante la partenza da Riale che, geograficamente, è in Italia. Con questa riuscita salita terminiamo, un po’ in sordina e con scarso numero di partecipanti, l’anno sociale 2021-2022.

Il biennio 2022-2023 conferma la presenza di Alberto Torazzo come presidente e si cerca, dopo gli stordimenti dovuti alla pandemia, alla guerra in Ucraina, di tornare ad una programmazione normale.

Vengono messe in calendario 10 gite. La ricerca della prima neve, fissa- ta il 18 dicembre ha successo: salita al facile panettone della testa di Garitta Nuova. 850 metri di dislivello premiati da una bella neve ed un discreto numero di partecipanti.

E passiamo all’otto gennaio, per la seconda gita di stagione, dove si va al Pic Blanc du Galibier. Poco meno di mille metri premiati da bella neve in un contesto che era iniziato con il botto per lasciare poi però all’a- sciutto chi si sarebbe aspettato qualche rinforzo di neve…. Saranno comunque 34 partenti con quasi 40 iscritti. La cosa è positiva, la gita bella e….si ritorna al “tavolino” ovvero a quel piacevole momento con- viviale post-gita, premiato da un generoso sole consumato ai quasi duemila metri di quota del colle del Lautaret.

 

Ed oggi siamo qua, ancora qua e … speriamo di rivederci tra altri dieci anni….

 

APERTURA DI STAGIONE COL BOTTO! ALLA RICERCA DELLA PRIMA NEVE.

Domenica 18 Dicembre 2022

Dopo anni e anni di carenza di neve, epidemie, stasi forse indotte dai ripetuti forzosi stop, tragedie terribili, quest’anno 2022-2023 è partito davvero in quarta!

Un’ouverture de saison che, se si dovesse prolungare, nella (più che discreta) disponibilità di neve, nelle cadenzate precipitazioni nevose, anche a basse quote, nella meteo e nel numero di partecipanti potrebbe, senza tema di smentita, strizzare l’occhiolino ai gloriosi anni del passato, quando neve, entusiasmo e numero di soci GSA erano abbondanti e la nostra attività andava “a gonfie vele”.

Plauso iniziale doveroso ai capigita, Valeria, Stefano e Cristina per una scelta felicissima: la Garitta Nuova da Pian Munè. Trattasi di una classicissima MS che vede il primo 50% del percorso (volendo) associabile agli impianti che ancora chiusi avevano comunque provveduto a “preparare” le piste, agevolando e non poco, la salita. La restante metà avviene in cresta fino all’ometto in pietra posto alla quota di 2385 metri da cui è facile osservare le due valli, Po e Varaita che ne costituiscono le displuviali.

Un cielo con nuvole alte, grigio, temperatura piuttosto “hot”, ci accompagnano dai 1500 metri della partenza. Qualche piccolo buco di azzurro ben lascia sperare ed infatti gli ultimi 300 metri “buchiamo” e lo spettacolo è da cartolina: tutta la pianura, incluse le nostre auto a Pian Munè, sono “sotto” la spessa copertura nuvolosa e noi sopra nel blu intenso, non un filo di vento, condizioni quasi perfette perché in quota il vento dei giorni scorsi ha fatto le pulizie di Natale, lasciando scoperta qualche pietra e rendendo la progressione, talvolta, non sempre agevole. Ma questo fa parte del gioco, lo sappiamo. La quantità di neve poco sotto la massima sommità dovrebbe essere abbondante e garantire una scivolata “sicura” dall’insidioso incontro con pietre, le nemiche delle nostre solette.

Appena giunti in punta, in mezzo ai tanti sci-alpinisti e ciaspolatori presenti, con il benestare di Stefano, Mike ed il sottoscritto togliamo le pelli e subito ci lanciamo giù a “perlustrare” un possibile itinerario di discesa che ci consentirebbe di fare un anello e di evitare il pietroso percorso finale visto in salita. Via radio comunicheremo ai capigita la sensatezza di tale scelta o la sconsiglieremo.

La scelta, suggerita da Mike, si rivela azzeccata. La neve, ad eccezione di un breve tratto iniziale, si rivela abbondante ed ottima: comunichiamo la notizia al gruppo rimasto in punta e proseguiamo tranquilli la fantastica discesa, fino alle auto. Dopo il dovuto riposo degli ultimi giunti in punta il gruppo si muove. Dal basso, ancora nelle nebbie, possiamo osservare con il binocolo solo una parte dell’itinerario. Via radio sentiamo le comunicazioni dei capigita: tutto sembra procedere senza intoppi e raggruppati tutti al parcheggio, un panettone ed una bottiglia di vino, suggellano la conclusione di un ottimo inizio di stagione.

Trentaquattro soci partecipanti con 38 iscrizioni: un numero che sorprende ottimisticamente considerato che siamo ad inizio stagione. Auguri di Buone Feste ed ogni equipaggio riprende la strada per casa propria. Data l’elevata partecipazione forse si sarebbe potuto fin fare il pullman…Per la prossima gita…. Dovremo attendere il 2023, l’otto gennaio si festeggia il nuovo anno, scialpinistico, si intende! Dove ci porteranno Alberto, Guido e Carlo?

Stay tuned e continuate con la danza della neve, fino ad ora si è dimostrata molto utile….

mc

in ricordo di Mauro

Un saluto ad un amico di tante salite

Per chi non avesse letto le notizie o non avesse avuto notizie sulle chat purtroppo ieri, durante la gita ancora in fase di salita, è venuto a mancare il nostro socio e amico Mauro Fornaresio. Nonostante l’impegno dei capigita, dei partecipanti e del soccorso alpino non c’è stato nulla da fare.

Siamo vicini alla sua famiglia.