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Chaberton: 8 torri e 5 stelle

Rochebrune o non Rochebrune?
Un sabato amletico, passato a consultare periodicamente gli aggiornamenti di Meteo France che mantenevano alte le previsioni delle temperature, il rischio valanghe e la preoccupazione dei Capogita.
E alla fine la decisione: cambiamo gita.
Dove andiamo?

Oggi Orfeo ha girovagato fra Chaberton e Charniers e la neve era bella e sicura, quantomeno se si parte presto.
Decisione presa: andiamo a vedere quanta neve c’è intorno alle 8 torri che dominano la Valsusa e lasciamo l’ora di partenza invariata: qualcuno protesterà ma tanto ormai saranno alzati …


Al ritrovo ad Almese alle 5 c’è buonumore, il cambio di meta ha tranquillazzato un po’ tutti, e nessuno protesta!
Solo Annalisa propende per tornare a dormire: o Pic de Rochebrune o niente!
Pazienza…

Clavière, ore 6.30: è appena chiaro e con Nemo, Simonetta e Roberto siamo in 22 più un bellisimo cagnone a salire sulla stradina ancora gelata che ci porta velocemente al Piano delle Sette Fontane.
Mettiamo i rampant e subito su, nel bel vallone del colle, a cercare il primo sole perchè la temperatura è per ora piuttosto freddina.
La salita è veloce, aiutata dall’ottima traccia, ed anche il tratto alto è insolitamente comodo e privo di pericoli e così, ben prima delle 10 sono quasi tutti sulla spianata della punta ad aspettare Roberto che chiude la fila coccolato fra Barbara e Laura.

In realtà fa piuttosto fresco, bisognerebbe scendere cinque metri più sotto al riparo dall’aria sulla balconata alla base delle torri: detto fatto.
Qualcuno scende gradinando alpinisticamente, qualcuno si ricorda del gioco del toboga e dopo un attimo siamo tutti ad un calduccio delizioso e allegro a prendere la tintarella e ripassare lo splendido e un po’ consueto panorama.
Ci si potrebbe stare delle ore.
Ma il nostro guru ci ricorda che siamo partiti presto per trovare la neve migliore ed allora uno dopo l’altro risaliamo sulla spianata e ci prepariamo.

E poi la discesa, bellissima dalla punta al colle su una farina compressa facile da sciare dove l’unico ostacolo sono, se mai, i tanti sci alpinisti in salita che bisogna doverosamente evitare.

Al colle un gruppo di 5 si propone per accompagnare Renato a risalire alla Trois Scies visto che è partito dalla … lontanissima Rivarolo per venire alla sociale in ValSusa e sopratutto perchè, dovendo fare il Mezzalama fra due settimane pare non possa fare meno di 2000 metri di dislivello al giorno regolarmente prescritti dal medico.
Ma i Capogita daranno loro il permesso?

Sicuramente si, visto che nei cinque ci sono anche i tre Capogita birboni.
Mentre ripellano Renato si fa due conti, scopre che risalendo alla Trois Scies arriverebbe si e no a 1800 metri di dislivello e così, per pura casualità, uno dei suoi sci scivola giù e si ferma solo 200 metri più in basso.
Corsa a riprenderlo e anche la preparazione per il Mezzalama l’abbiamo sistemata.

E gli altri 17 derelitti?
Intanto, preoccupati, si sono subito fatte dare le chiavi delle auto degli altri non perchè in quelle di Roberto e Spartaco ci fossero il pane, la gorgonzola e le acciughe al verde, ma unicamente per alleggerirli visto che dovevano fare una seconda salita.
E poi si sono buttati in una malinconica discesa su un firn perfetto dove le urla che si sentivano ogni tanto facevano venire il sospetto che la malinconia fosse rimasta al Colle.

Cinque stelle dunque, come poche volte nella stagione!

E a Clavière il tavolino è troppo piccolo per contenere l’esplosione di ogni ben di Dio che salta fuori dalle auto proprie e, casualmente, da quelle degli amici ancora sulla strada del ritorno dalla Trois Scies.
Solita miscela esplosiva di salciccia, salami, gorgonzola e acciughe con torte e dolci vari.
Dino, da raffinato ricercatore, ha voluto provare le acciughe con le tegole Valdostane e ha deciso di brevettare la ricetta.
E quando arrivano i 6 super atleti qualcosa è rimasto e riusciamo a reintegrare anche le loro energie.

Una splendida giornata quindi, con una gita di ripiego che ripiego proprio non è stato.

E con la demolizione di due luoghi comuni.

Il primo è che Silvia detesti le partenze mattiniere: forse l’abbiamo sempre fraintesa e quindi adesso sappiamo che quando sarà lei Capogita bisogna andare a dormire presto.

L’altro è che le acciughe al verde ammaestrate seguano pedestremente Ceci.
Non è vero.
Sono talmente ben ammaestrate che vanno dove lei dice loro di andare: oggi le ha mandate allo Chaberton e non è stato certo un caso.

Grazie Ceci e buon Raid a te ed agli altri.

guidox


Fotografie di Guido Bolla, Davide Panagin e Alberto Talamoni.

E’ l’ora del Pic de Rochebrune

Non c’è bisogno di presentarlo!

Chi è stato anche una sola volta a sciare nelle stazioni della Via Lattea lo riconosce senza esitazioni.

E dalla prossima settimana potrà anche dire agli amici:”Io ci sono stato in punta, con il GSA!”

La nostra macchina organizzativa è in piena azione: pur essendo la neve abbondante abbiamo fatto abbassare a Meteo France il rischio valanghe nella nostra zona a “limitè” al livello 2 e non è stato difficile concordare con loro anche una giornata spaziale con sole a palla.

Domenica 14 Aprile 2013

Pic de Rochebrune 3320m

Valle della Cerveyrette da le Laus 1745m
Dislivello: 1575m – Difficoltà: OSA
Capogita: Orfeo Corradin, Silvia Previale, Roberto Fullone

Ritrovo h. 4.55 – Almese

(Parcheggio uscita Avigliana Ovest)

La sveglia è un po’ dura, ma per il Pic de Rochebrune ne vale la pena.

La salita alla punta è di un certo impegno ed è richiesta, oltre a piccozza e ramponi, un minimo di attrezzatura alpinistica con imbrago, cordino e moschettone.

Per chi invece vuole vivere una giornata altrettanto spaziale, ma più rilassata, può aggregarsi, con lo stesso programma, al “Gruppo B”:

Col des Portes 2915m

Dislivello: 1170m – Difficoltà: MS – Capogita: Guido Bolla

Il percorso è in comune con gli amici che saliranno al Pic ma ci limiteremo alla parte classica dell’itinerario, potremo permetterci un ritmo un po’ più tranquillo e persino qualche sosta e, è ufficiale, matureremo gli stessi diritti degli altri per il tavolino del dopo-gita !!!

Il viaggio lo facciamo in auto formando gli equipaggi ad Almese.

Se Domenica siete di servizio o siete in partenza per il Raid siete giustificati, altrimenti o vi siete già iscritti o lo fate entro Venerdì sera contattando Roberto o Guido:

roberto.fullone@libero.it – tel. 335.1368660

guido_bolla@libero.it – tel. 347.9948042

A Domenica.

Andes y Pic de Rochebrune

Passata la Pasqua la stagione dello Sci Alpinismo entra nel vivo e le condizioni di innevamento delle nostre montagne fanno ben sperare in una primavera piena di soddisfazioni.

Questi primi giorni in realtà ci stanno offrendo ancora immagini un po’ invernali, ma l’anticiclone è annunciato alle porte ed allora prepariamoci ad accoglierlo.

Intanto questa settimana abbiamo in programma l’ultima serata della stagione nel salone della nostra sede.
Il programma originale prevedeva una serata “amarcord” con foto d’antan, ma la raccolta del materiale sta procedendo un po’ a rilento e quindi abbiamo preferito rimandare questa serata di ricordi al prossimo autunno.

E in luogo dei ricordi andiamo alla scoperta dei colori, delle montagne e dei suoni del Sud America!

Mercoledì 10 Aprile 2013 – Ore 21.30

ANDES, SUEÑOS Y ALTURAS

A cura di Stefano OLDINO

Salone UGET della Tesoriera

INGRESSO LIBERO

Stefano e Lucia ci racconteranno le immagini delle loro avventure a zonzo fra Perù, Bolivia e Cile.
Montagne ma anche tanto colore e calore di genti lontane.


E mercoledì è anche la serata di iscrizioni ad una delle gite più attese del calendario:

Iscrizioni alla Gita Sociale di

Domenica 14 Aprile 2013

Pic de Rochebrune 3320m

Valle della Cerveyrette da le Laus 1745m
Dislivello: 1575m – Difficoltà: OSA
Capogita: Orfeo Corradin, Silvia Previale, Roberto Fullone

Questa montagna dalla sagoma inconfondibile (ma che qualcuno ogni tanto confonde col Monviso) è una salita di tutto rispetto con un finale sciistico su pendii decisamente ripidi e un tratto alpinistico, per raggiungere la punta, non banale.

In base alle iscrizioni ed alle condizioni sarà comunque valutata la possibilità di organizzare un gruppo con meta limitata al Col des Portes e con un itinerario quindi classico e senza difficoltà di rilievo.

Allora ci vediamo in sede ad ascoltare gli ultimi aggiornamenti ed ad iscriverci prima e dopo le belle immagini di Stefano.

Chi non potesse venire in sede può ricevere tutti i chiarimenti ed iscriversi contattando via e-mail o telefonicamente Orfeo o Roberto:

orfokumbu@yahoo.it – tel. 339.7228788

roberto.fullone@libero.it – tel. 335.1368660

A Mercoledì.

DA BLACHĖRE A SHAHSHAHAMI
La valutazione delle difficoltà
degli itinerari di Sci Alpinismo

La storia e l’evoluzione delle scale di valutazione delle difficoltà dello Sci Alpinismo è una storia che parla, come vedremo nelle righe che seguono e perlomeno per gli echi che se ne hanno da noi, essenzialmente Francese.

Ciò è dovuto probabilmente non solo alla grande diffusione fra i cugini d’oltralpe dello Ski de Randonnèe ma soprattutto alla grande attenzione sociale anche agli aspetti pseudo-agonistici del nostro sport (prova ne è la popolarità in Francia delle gare di Sci Alpinismo che solo recentissimamente stanno prendendo da noi una certa diffusione) e quindi alla loro propensione di valutare in qualche modo le proprie performance.


Un po’ di storia

L’esigenza di schematizzare gli itinerari di Sci Alpinismo assegnando loro un grado o un livello di difficoltà in modo da catalogarli in modo univoco e consentire a ciascuno di orientarsi su quelli più adatti alle proprie capacità ed ambizioni è vecchia almeno quanto lo Sci Alpinismo moderno.

Il primo sistema di valutazione risulta infatti introdotto alla fine degli anni ’40 dall’Ingegnere francese Gerard Blachère, che in quel periodo svolse un’attività di alto livello ma anche di ricerca sistematica di itinerari soprattutto nella zona dell’Oisans.
La sua scala delle difficoltà, divenuta classica, è quella in tre gradi SM (Skieur Moyen), BS (Bon Skieur), TBS (Tres Bon Skieur) che con l’aggiunta della lettera A, ad indicare itinerari con difficoltà alpinistiche che richiedono corda piccozza e ramponi, diventano sei.

La popolarità per queste sigle arriva in realtà vent’anni dopo con la pubblicazione nel 1966 della prima rivoluzionaria raccolta di itinerari “Alpes et neige – 101 Sommets a Ski” dei coniugi di Grenoble Philippe e Claude Traynard.
E’ così che, anche da noi, i sonni degli Sci Alpinisti del tempo cominciano ad essere popolati di immagini, in verità in b/n e non sempre bellissime, e soprattutto di quella sigla TBSA che incute timore anche solo a pronunciarla.

Con la seconda pubblicazione (Cimes et neige – 102 Sommets a ski) del 1971 viene introdotta anche l’interessante Scala Traynard che riguarda la pura difficoltà sciistica (insieme di pendenza, tipologia del terreno ed esposizione) del tratto/i più impegnativo dell’itinerario.

Sono 6 gradi da S1 ad S6 (recentemente ampliata all’S7) che vengono inseriti nel testo della descrizione.
Nella pratica vengono sostanzialmente utilizzati solo i gradi superiori (3-7) molto utili per segnalare che magari anche un solo breve tratto può richiedere un impegno severo anche ad un buon o ad un ottimo sciatore.

I Traynard avevano teso a farne un uso un po’ esasperato isolando ed estrapolando dall’itinerario il tratto evidenziato con questa graduazione.
Ad esempio proponevano come valutazione dell’itinerario alla Pointe du Lamet il livello SM (Medio sciatore) con un tratto S5 per raggiungere il ghiacciaio.
Questo tipo di valutazione (che pure può in qualche caso rendere bene le caratteristiche di un itinerario) avrà in realtà poco seguito e questo tipo di itinerari verrà indicato per ottimi sciatori (TBSA/OSA) pur essendo il tratto di alto impegno relativo ad una parte limitata dell’itinerario.

Negli anni ‘80, con il progredire della difficoltà degli itinerari, prende piede una graduazione che prende il nome di Scala Alpina o Scala Labande dal nome di Francois Labande che ha iniziato ad utilizzarla nelle sue raccolte di itinerari.
La scala, in 6 gradi (F, PD, AD, D, TD, ED), ha evidenti analogie con la Scala delle difficoltà Alpinistiche e da una valutazione globale all’itinerario.
Grazie probabilmente all’uso degli stessi termini dell’Alpinismo questa graduazione ha una notevole diffusione specie in Francia ed in Svizzera ed è ancor oggi utilizzata, ad esempio, nella bella e diffusa collana Ski de Randonnèe delle Edizioni Olizane la raccolta forse più completa di itinerari di Sci Alpinismo.

E’ però negli anni ‘90 che uno dei protagonisti dell’era dello sci estremo, il giornalista dal nome difficile da pronunciare Volodia Shahshahami, decide di metter mano all’argomento e di modernizzare i metodi di valutazione.
Nasce così la scala che prende il nome dalla contrazione del suo nome, la “Scala Volo”.
Una scala più ampia ed aperta verso l’alto che consente di graduare in modo più mirato gli itinerari e di coniugare Sci Alpinismo e Sci Ripido, i confini fra i quali sono sempre più labili, senza necessità di comprimere verso il basso le valutazioni classiche per far spazio ad itinerari che l’evoluzione tecnica e dei materiali rendono oggi attuali.
Come vedremo meglio è una Scala in 5 gradi di cui i primi quattro ripartiti a loro volta in tre livelli ed il quinto aperto verso l’alto.
In modo separato viene indicato il grado di esposizione e quindi di rischio.
Questa scala sta prendendo rapidamente piede, è utilizzata ad esempio sullo splendido sito Ski-Rando e sulle pubblicazioni più moderne, e data la sua semplicità ed esaustività è probabilmente destinata a soppiantare le graduazioni che l’hanno preceduta.


I limiti delle scale precedenti …

Il modello di valutazione di Blachère è ancora parecchio diffuso, soprattutto in Italia con la sua traduzione degli acronimi MS, BS ed OS, anche se presenta molto limiti e conseguenti carenze di definizione.
Innanzi tutto è molto arduo catalogare in tre sole categorie la molteplicità degli itinerari e quindi in ciascuna classe convivono itinerari con difficoltà profondamente diverse.
Inoltre, esattamente come è successo nell’arrampicata, l’evoluzione ha portato alla frequentazione sistematica di itinerari sempre più impegnativi con la conseguente necessità di svalutarne altri a livelli più bassi creando confusione ed a volte equivoci.

La Scala Labande ha preso poco, specie da noi, e, pur a banda più stretta e precisa della precedente, è forse troppo indirizzante sulle difficoltà di salita per prendere piede.


… e la modernità della SCALA VOLO

Come anticipato il metodo di valutazione ideato da Volodia Shahshahami è invece semplice ed un briciolo rivoluzionario.

Intanto è esteso allo Sci Alpinismo ed allo Sci Ripido evitando così classificazioni diverse per due attività che hanno caratteristiche e praticanti che a volte si sovrappongono.

La scala è in 5 gradi con ciascuno dei primi 4 a sua volta ripartito in 3 livelli. I primi tre gradi corrispondono alla classica valutazione di Blachère, cioè 1=MS, 2=BS, 3=OS ciascuno a sua volta suddiviso con i tre sottolivelli: 1.1, 1.2, 1.3, ecc.
Con il grado 4 si entra nello sci ripido. Il più basso dei suoi tre sottolivelli, il 4.1 (ad esempio Rognosa del Sestriere – Canale NO), a volte con buone condizioni concede anche agli Sci Alpinisti di scoprire sensazioni adrenaliniche.
Con il 4.2 si entra in un campo riservato solo ai Ripidisti.
Il grado 5, è aperto. Può quindi essere esteso come sottolivelli a valori più alti di 5.3 come 5.4, 5.5 ecc. esattamente come successo nell’arrampicata.

I livelli 3, 4 e 5 sono integrati con l’indicazione dell’esposizione secondo la gradazione E1, E2, E3 ed E4 che rappresenta sostanzialmente la pericolosità in caso di caduta:
E1 – Pendii uniformi e raccordati
E2 – Piccole barre rocciose con pochi rischi di urto violento
E3 – Rischio di salti alti e/o urti anche violenti. Rischio alto in caso di caduta.
E4 – Barre molto alte o multiple, terminali aperte. Rischio altissimo.

In caso di difficoltà alpinistiche sull’itinerario queste vengono valutate con la Scala Alpina, tipica di questo tipo di difficoltà (F, PD, AD, D, TD, ED) mentre, per tratti specifici e limitati, nel testo della descrizione vengono inserite le gradazioni della Scala Traynard (S1-S7).

L’uso dei sottolivelli consente di differenziare meglio le difficoltà degli itinerari.
Sempre come esempio, e restando sulla stessa montagna già citata, il classico itinerario che sale alla Rognosa sul versante Sud è valutabile 2.2, mentre la salita da Borgata per il Vallonetto è stimabile 3.1 evidenziando quindi una differenza significativa di difficoltà.
Su Gulliver sono entrambe valutate BS non per errore, ma per i limiti della Scala Blachère.

Certo, come per ogni novità, bisognerà farci l’abitudine ma si tratta senza dubbio di un bel passo in avanti che consente di condividere e trasmettere in modo più preciso le informazioni.

E ciò è ancor più importante in un’epoca nella quale la tecnica, i materiali e la voglia innata di scoperta spingono gli Sci Alpinisti di oggi a ricercare itinerari che, per essere nuovi, sono giocoforza spesso impegnativi e che possono essere per gli altri fonte di grande soddisfazione ma anche di indesiderati patemi d’animo.

guidox