I 30 giorni della Merla !

Erano considerati i tre giorni più freddi dell’anno.
Venivano alla fine di Gennaio.
Li chiamavano “I giorni della Merla”.

Temuti dagli esseri umani come dai pennuti, tanto che i poveri merli dalle piume bianche ed immaccolate cercando riparo dal freddo nei comignoli delle case erano diventati neri.

Sarà che viviamo nell’epoca delle esagerazioni, sarà il Burian seguito dal Blizzard, sarà che le stagioni non sono più quelle di una volta ma quest’anno sti giorni delle Merla stanno durando un tempo spropositato ed è quasi un mese che battiamo le brocchette.

E allora, freddo per freddo siamo andati a mettere il naso nella più fredda delle Valli Torinesi, la ghiacciaia di Prali!


Alle 8,30 il pullman riesce a portarci nello spiazzo di Giordano dove l’autista, credendo di spaventarci, ci comunica che la temperatura esterna è di -7°C.

Eravamo pronti a ben di peggio e infatti i preparativi per la partenza, il cancelletto ed i primi passi si svolgono con un freddo quasi gradevole.

Il tempo di alzarsi però qualche centinaio di metri lungo il Vallone delle Miniere e la sensazione cambia radicalmente subito confermata dall’inconfutabile termometro che penzola dallo zaino di Vale: -18°C!
La neve di questi giorni, caduta e rimasta leggerissima con le temperature che si stanno susseguendo, ha coperto le vecchie tracce e il paesaggio è incantato.

Con un ritmo tranquillo, ma senza soste perchè di fermarsi non viene in mente a nessuno, raggiungiamo finalmente il sole già ben in alto, quando ormai mancano solo un centinaio di metri per raggiungere il colletto che separa il nostro Giulian dalla vicina Chiarlea.

Sosta comunque brevissima e in un attimo superiamo l’ultimo tratto e la breve dorsale che ci deposita ai 2547m del Giulian.

Un po’ perchè sembra più riparata, un po’ perchè il cucuzzolo è troppe pietroso per gli sci e sopratutto perchè tutti 43 in punta proprio non ci stiamo, ci abbassiamo per raccoglierci nella conchetta pochi metri più bassa.

Tutti pendono dalle labbra della nostra temperaturista che grazie al sole, che sia pur palliduccio fa qualche effetto, ci rincuora con un perentorio -15°C.

Rapidi preparativi per la discesa e giù, in un mare di polvere leggerissima su pendii rimasti sorprendentemente intonsi tutti per noi.

Ci si alterna ad aprire le danze, tanti tratti entusiasmanti, qualche imprecazioncina con un breve tratto di boschina che cerca di rallentarci e siamo al pianoro dove avevamo deciso di raggrupparci.

Tutti arrivano piuttosto in fretta, via via annunciati dagli urletti di gioia che provengono dal bosco.

Un tratto di stradina, ancora qualche bel pezzo di farina, un po’ di gabole per raggiungere il fondovalle e poi una veloce scivolata che ci riporta al piazzale degli impianti dove il pullman è andato ad aspettarci.

Nulla di nuovo, nulla di inatteso, la “solita” sorpresa: il tavolino si imbandisce in un attimo di torte dolci e salate, di salami e tante leccornie, di ben due vassoi di acciughe e le bottiglie di vino, che sembravano tante sono appena sufficenti, anzi …

D’altronde la polvere asciuga la gola e oggi di polvere ne abbiamo avuta tanta!
Ne terremo conto!

E il viaggio di ritorno, già breve, vola via in un attimo, fra minzioni più o meno seriose e il delizioso vizio, cui Lucia e Stefano ormai ci stanno assuefando, di un abbondante, caldo e corroborante caffè!


In conclusione, un ringraziamento mio personale ai due co-Capogita Cecilia e Luigi che si sono sobbarcati per tutto il giorno i ruoli meno grati lasciandomi solo quelli più piacevoli.

E’ grazie a loro se anche oggi archiviamo una splendida giornata e sopratutto una gita riuscitissima.

guido

E’ la volta del Giulian!

L’avevamo messo in programma un mese fa’, dato che le gite tipicamente invernali di solito si fanno d’inverno.

Ed invece il “tipico”, ed anche qualcosa di più, inverno quest’anno lo sta facendo a Febbraio!

Il Vallone delle Miniere di Prali è una vera “miniera” di itinerari di Sci Alpinismo e di tutti il Giulian è forse il più noto.

L’itinerario è un po’ in ombra, come si conviene ad una gita cui si chiede di conservare una bella neve farinosa, e quindi anche questa domenica non dovremmo … soffrire il caldo.

In punta però dovrebbe aspettarci un bel sole, una bellissima vista sul Viso e la strana sorpresa di una comoda panchina per i più affaticati.

Domenica 12 Febbraio 2012

Mont Giulian 2547m

Val Germanasca (Prali)
da Giordano 1482m – Dislivello 1065m – Difficoltà: MS
Capogita: Cecilia Torelli, Luigi Spina, Guido Bolla

Ritrovo h. 7.00 – Partenza h. 7.15

Mirafiori Motor Village

(P.za Cattaneo – C.so Orbassano ang. C.so Tazzoli)

Siamo già in parecchi ma sul pullman ci sono ancora diversi posti !

Se non vi siete ancora iscritti affrettatevi quindi a scrivere o telefonare a Luigi o Guido:

luigi.spina@email.it – tel. 328.0676906

guido_bolla@libero.it – tel. 347.9948042

A Domenica!

Senza tregua

Mentre la mente sta ancora sfogliando le immagini della bellissima traversata del Vertosan è subito ora di un’altra Gita Sociale!

Le poco favorevoli condizioni di innevamento della Cima della Piccola, che era in programma in Valle Orco, hanno suggerito di cambiare la meta di questa sesta gita della Stagione.

In Val Germanasca è arrivata finalmente tanta bella neve e dato che, fra Chiarlea e Giulian sono diversi anni che ci danno buca, è arrivato il momento di portare i nostri sci nel bellissimo Vallone delle Miniere.

Il Giulian è stato testato Lunedì (ci sarà un barbiere fra i Capogita?) e si è rivelato in ottime condizioni e quindi decisione presa.

Data, la distanza contenuta da Torino e le temperature di questo periodo, si sta pensando ad un piccolo sconto sul solito orario di partenza così, questa volta non avranno scuse neppure quelli del sabato sera!

Mercoledì 8 Febbraio

Iscrizioni alla Gita Sociale del 12 Febbraio 2012

Monte Giulian 2547m

da Giordano (Prali) 1482m – Dislivello: 1065m – Difficoltà: MS
Capogita: Cecilia Torelli, Luigi Spina, Guido Bolla

Potete iscrivervi nel Salone della Sede della Tesoriera prima di ascoltare Marco che ci parlerà di Sicurezza in Gita, o subito dopo aver appreso, da lui, tutti i segreti di questa importante disciplina!

Chi proprio non riesce a venire in sede può iscriversi, via e-mail o telefonica, contattando Cecilia, Luigi o Guido:

benvasia@libero.it – tel. 349.4050922

luigi.spina@email.it – tel. 328.0676906

guido_bolla@libero.it – tel. 347.9948042

A Mercoledì.

Una fresca traversata coi fiocchi

Ogni volta che si programma una gita in un week end con temperature polari tutti rispolveriamo i capi più caldi, ci imbacucchiamo il più possibile e poi baldanzosamente in punta si sentenzia: non fa poi neanche così freddo!

In effetti questa bellissima, originale e riuscitissima traversata del Mont Vertosan da Vetan in Valdigne a Cerisey nella Valle del Gran S. Bernardo ha confermato questa regola: nessuno è intirizzito dal freddo, ma il caldo è un’altra cosa.

Quando raggiungiamo Vetan, che grazie alla sua posizione privilegiata è già al sole, il termometro segna -17°C, ma … non fa poi così freddo!
Siamo in 40 a scendere, come un’esplosione, dai 40 posti del pullman e a noi si unisce Michele che ci ha raggiunto da Vercelli e, dopo aver combattuto con un motore insofferente a queste temperature, Robi, Carlo e Alessandro.

C’è anche Bianca, una nuova amica giunta dalla lontana Carinzia, che sopperisce con un grande sorriso, ad ogni parola della nostra lingua che non conosce ancora.

Graziosa e, lo scopriremo subito, tostissima, quindi perfettamente in linea con le caratteristiche delle fanciulle del GSA!

La salita, tutta al sole è in un ambiente da favola, con la traccia dei capogita che ricama questo enorme lenzuolo completamente intonso.
Ai due lati le piramidi incombenti del Mont Ros di Vertosan e del Fallère danno comunque un po’ di severità all’ambiente mentre, man mano che ci si alza, si stagliano intorno le meraviglie della Valle d’Aosta, dalla Grivola al Bianco esaltate dall’atmosfera limpidissima.

Breve sosta a fianco del nuovissimo Rifugio Fallère e poi risaliamo anche l’ultimo tratto mentre ogni tanto uno sbruffolo d’aria ci ricorda che siamo in clima siberiano.

La punta è tutta nostra: a dispetto dei timori non c’è nessun altro in quest’angolo di montagne.
Il panorama è spaziale, la temperatura solo di -15°C e quindi impera la solita considerazione: non fa poi così freddo!
Comunque le operazioni di preparazione della discesa sono più rapide del solito anche perchè tutti non vedono l’ora di buttarsi nel mare di farina intonsa che si vede sotto di noi sul versante Flassin.

Un saluto quindi agli amici in auto che ritornano forzatamente lungo la via di salita e poi giù, fra urletti di soddisfazione, serpentine esaltanti e qualche capitombolo perchè una neve così bisogna toccarla con mano, non basta sciarci sopra.

I capogita cercano di rallentare la discesa proponendo qualche sosta di raggruppamento al sole, ma tutti scalpitano e si riparte quasi subito con tanta neve fresca per tutti e, più in basso, qualche tratto sul gradevole pistone del vallone Flassin per qualcuno e sul divertente fondo del torrente per gli altri.

Tutti comunque soddisfattissimi all’arrivo a Cerisey con il pullman che è venuto a prenderci e ci aspetta in un angolo in pieno sole.

Aspetterà ancora un’oretta: in men che non si dica, si apre la coppia di tavolini e puntuale, sempre uguale e sempre diversa, esplode la hit-parade delle delizie.
Le acciughe di Ceci ammiccano al pane casereccio che ci ha preparato la moglie di Lorenzo, Lino come ogni anno in questo periodo, ci ricopre di birra e bugie e nessuno è in realtà da meno.

Appena però il sole si nasconde dietro le punte la temperatura cade in modo impressionante, i Capogita suonano il campanello, che pare di tornare al termine delle ricreazioni scolastiche, e torniamo tutti a stiparci al caldo del pullman lasciando solo un piccolo passaggio che permette a Stefano di viziarci anche oggi con il caffè del dopo-merenda.

In conclusione una splendida giornata, una splendida idea di traversata, una splendida discesa, uno splendido dopogita.
Che dire?
Gliela vogliamo dare la sufficienza ai Capogita?
Altro che sufficienza, oggi per Livio, Lorenzo e Marco non ci può essere che un grande grazie e un bel 10, almeno questo, sopra zero.

Cai Uget