Si era messo in programma un “salto nell’Ossola” giusto perché ….. è a due passi, giusto per cercare di rendere appetibile il bus a tutti, visto che oramai le tariffe delle compagnie dei trasporti rendono sovente più economico organizzarsi con le proprie auto, a discapito di quella simpatica, caotica baraonda che ci regala la convivialità obbligatoria del torpedone….
E la meta doveva essere il Galehorn, una simpatica BS, posta poco prima del Passo del Sempione e dal contenuto dislivello di 1200 metri. Ma un sopralluogo effettuato pochissimi giorni a ridosso della gita ne sconsigliava la percorribilità a causa dell’azione deleteria del vento. Le attenzioni dei tester si rivolgevano così al Maderhorn , altra BS, posta poco dopo il Passo del Sempione con apice a mt 2944.
La meteo Ossolana è caratterizzata per la sua “cattiveria” e andare a programmare gite, peraltro molto belle, in quei luoghi rappresenta sempre una scommessa difficile da vincere. Proseguendo la discesa verso nord dal Passo del Sempione, ad una manciata di km, ben visibile dal teatro delle ns gesta odierne, è visibile Briga, capoluogo del Vallese Svizzero di lingua tedesca di circa tredicimila abitanti: l’altro versante di Briga ospita niente meno che l’Oberland Bernese, location di un Raid del GSA di parecchi anni fa che dopo un paio di 4000 messi a segno dovette prematuramente essere interrotto causa la pessima meteo. Scendendo a più modeste ambizioni più tentativi furono anche fatti per riuscire ad organizzare una sociale al Monte LEONE, montagna di cui oggi, dalla punta del Maderhorn abbiamo potuto osservare la vicina e raccordata parete nord.
Insomma cotanta perseveranza meritava il premio di oggi. In ben quarantadue, provenienti da almeno quattro CAI diversi, ci imbarchiamo sul pullman. La prima sorpresa si concretizza quando, dopo il canonico appello, nonostante un richiamo alle ore 5,40 tutti i 42 iscritti sono presenti e puntuali! Nessuna defezione, uauh! Si parteeee!
I 216 km di viaggio sono interrotti solo da una bio-sosta all’autogrill poco prima di Domodossola. Il cielo sembra azzurro e il temuto vento sembra assente. Ne approfittiamo per settare i due telefoni satellitari che ci portiamo dietro e, dopo un veloce caffè, via di nuovo in bus. L’autista sale veloce la Val Divedro, una delle sette valli Ossolane, ed arriviamo così alla Dogana dove nessuno ci controlla e giungiamo, tra muri di neve sempre più alti, al Passo del Sempione. Passando davanti all’Ospizio cerco di scorgere la WEBCAM che in tempo reale mi fa estraniare per qualche attimo dall’ufficio ogni giorno…ma non la vedo. Scendiamo ancora di qualche km e, parcheggiamo l’ingombrante pullmone nel parcheggio dei semi-deserti impianti da sci di Rotwald a quota 1750 metri circa.
La temperatura non è tropicale, ma non c’è vento, sembra di essere intorno a zero gradi e, calzati sci&scarponi, dopo il rituale cancelletto ci inerpichiamo su per i ripidi pendii che tagliano le piste da sci di Rotwald. Sono parecchi gli altri sci-alpinisti che salgono, runner o contemplativi, lungo la pista. Le mille e mille critiche, osservazioni, divieti, penali, minacce, sanzioni, regolamentazioni che in tanti comprensori italiani sono rivolte agli sci-alpinisti che salgono sulle piste, qui sembrano non esistere. Il livello tecnico dei pochi sciatori che scendono, velocissimi, sulle piste, è peraltro eccelso. Ah già, siamo in Svizzera….
Dopo parecchi “tagli di pista” dalla ripidezza non indifferente usciamo finalmente a Bodmen, quota 2200, dove termina anche l’obsoleto impianto ad “ancora”. Dovuto ricompattamento del gruppo , peraltro ancora notevolmente coeso, ed ora “fuori” dall’ambiente antropizzato delle piste, per consegnarci tout court al fascino della montagna. Ad essere onesti l’ambiente sarà anche poco antropizzato ma il Maderhorn è una montagna… piuttosto frequentata: non si ha mai la sensazione di “solitudine” (anche se siamo in 42) perché ci sono tantissimi sci-alpinisti che vi salgono.
Noi con il nostro lungo e, inusualmente, ordinatissimo serpentone saliamo. Lentamente ma inesorabilmente. L’itinerario si snoda nel gelido ed esposto a nord-ovest vallone di Wasmertalli.
Gli ultimi ripidi pendii ed un traverso, delicato, che percorriamo con le necessarie cautele, ci fanno sbucare nel pressi della Maderluche, quota 2900 circa. Lasciamo gli sci e percorriamo a piedi la facile cresta addomesticata dai solerti elvetici con un canapone. La vista è notevole: le principali vette dell’Oberland a ovest, la parete nord del Leone, già teatro delle citate scorribande a due passi da noi. Il tempo è stato generoso: si sta bene, il vento è completamente assente e non fa freddo, un davvero ben gradito omaggio della inclemente meteo.
Abbiamo percorso circa 1150 metri di dislivello per un 5 km e mezzo e tutti 42 siamo arrivati all’agognata meta.
Con la massima calma, dopo una lunga sosta, ci prepariamo alla discesa. La neve è scorrevole, non magnifica, la polvere dei giorni scorsi è stata spazzata via ma l’esposizione e la quota la hanno mantenuta comunque facilmente sciabile e, in capo ad un’ora scarsa, siamo tutti al pullman.
Se su in punta si stava bene, ai 1750 metri di Rotwald le condizioni sconsigliano l’allestimento del tradizionale banchetto. Caricati armi e bagagli nei capaci gavoni, emigriamo verso l’Italia, alla ricerca di un piazzale privo di vento. Lo troviamo qualche km a valle del Passo del Sempione: il sole ormai è tramontato dietro le alte montagne della val Divedro ma il grado sopra zero associato alla totale mancanza di vento e, last but not least, forse un certo languorino, ci rendono il piccolo deserto parcheggio dei bagni pubblici, un’area assolutamente confacente alle ns necessità. Infatti i formaggi, il pane, le torte, le acciughe, vini e birre se ne vanno via con la abituale voracità predatoria e, riempite le pance, risaliamo sul bus che si fermerà solo più una volta, pochi minuti peraltro, per permettere a quanto testé ingurgitato, di onorare le toilettes di un autogrill poco dopo Romagnano Sesia.
Partiti con il buio, arriviamo con il buio.
Direi …. che tutto è andato per il meglio. Bella gita, bei panorami, gruppo coeso, tutti in punta, nessun problema… il solo fatto di essere riusciti a portare a compimento una gita in un ambiente così aleatorio mi rende pienamente appagato dei risultati.
Complimenti a tutti, dai tanti soci volenterosi che si sono alzati ad orari da fornaio ai bravi capigita che hanno tracciato e, menzione speciale, ai bravissimi tester che hanno avuto l’ottima intuizione di proporre una meta così attraente.
Ed ora…. Stay tuned per la gita di fine anno i cui particolari verranno resi noti, come di consueto, sul sito!
Emmecì