Quando siamo passati a Montgenevre ed il pullman ha iniziato la discesa per portarci ai 1350m di La Vachette, dove iniziava la nostra gita, chi ha sbirciato al termometro della stazione sciistica e ha letto -12°C sul display si è quasi tranquillizzato dopo le minacce di condizioni polari con cui i Media ci martellavano da qualche giorno.
Tutti sono stati in realtà più veloci del solito ad infilare gli scarponi, calzare gli sci ed incamminarsi in fila indiana nel bosco dove le prime ripide scorciatoie su una neve col fondo gelato hanno fatto più sbuffare che riscaldare i 27 partecipanti.
Piedi gelati, “bollite” alle mani, baffi (questo quasi solo per i maschietti) incrostati di ghiaccio per fortuna assenza quasi completa di vento …
Alla prima sosta al sole gesti più o meno inconsulti per riattivare la circolazione e, contrariamente ad altre occasioni, tutti a chiedere al Guido, Capogita in apertura, di riprendere a salire.
L’arcano lo scopriremo al ritorno al pullman quando l’autista ci confesserà che la temperatura alla partenza era in realtà -20°C ma aveva preferito non dircelo per non scoraggiarci!!!
Tutti in punta in gruppo piuttosto compatto sui 2400m dell’Ombilic che occupiamo quasi completamente come in certi acquerelli di Samivel.
Fa freddo ma non più di sotto anzi un po’ di sole porta una parvenza di tepore e intanto ci raggiunge Orfeo che non ha resistito al fascino, in zona, del GSA ed è venuto a regalarci la sua conoscenza di questo bosco un po’ intrigato.
La sosta in punta, per ovvie ragioni, non si prolunga troppo e poi tutti giù in una splendida farina che a queste temperature non può che essere “canadese” sulle tracce del nostro Guru che riesce a scovare plateau e passaggi agevoli anche nella selva oscura dell’Ombilic.
Nella parte bassa la farina è un po’ poca e salta fuori qualche placca gelata ma tant’è, chi privilegiando la comoda stradina chi optando per un po’ di cross-country nel bosco, tutti raggiungiamo il pullman senza danni e al più con qualche rametto e qualche pigna impigliati nei legacci dello zaino.
Gran dopo gita di Carnevale pieno di prelibatezze dal salame di gallina (!?) ai peperoni sott’olio di Cris, alla frittata di spinaci che Barbara ha provvidenzialmente conservato al calduccio del pullman.
L’aria sarà anche a -20°C ma intorno al nostro tavolino c’è la sensazione come di una sfera di tepore, i vini che si susseguono sembrano freschi anziché freddi e al momento dei dolci fra una bugia ed una fetta di crostata nessuno si tira indietro neppure di fronte al dovere di attaccare il primo dei panettoni natalizi che ci accompagneranno nel prosieguo della stagione …
Ed il tepore del nostro allegro spuntino ci accompagna nel veloce viaggio di ritorno e quando ripassiamo a Montgenèvre non manca qualche commento di commiserazione per gli sciatori intirizziti che si vedono sulle seggiovie: “Poverini, chissà che freddo”.
I -20°C sono già dimenticati e dell’Ombilic resta solo il ricordo di una bellissima giornata.
Un grazie ai tre bravissimi ed attentissimi Capogita Luca e i due Guidi che dopo aver scovato questo angolo di farina hanno condotto in modo impeccabile salita e discesa ed hanno tenuto a giusta distanza la perturbazione in arrivo anche se il riscaldamento un pochino lo potevano alzare …
Ci vediamo in Valle Varaita !!!
Fotografie di Guido Bolla, Giorgio Cialliè e Guido Mamini.