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Un Thabor … fuori programma

Quest’anno, vuoi per mancanza di neve, vuoi per troppa neve, vuoi per il tempo inclemente siamo stati costretti ad annullare diverse gite.

Questo week-end, anche se orfani della quindicina di amici che stanno cimentandosi nel Raid in Vanoise, si è pensato di recuperarne almeno una e la scelta è caduta su una facile super-classica in questo periodo in ottime condizioni.

Per le solite ragioni meteo la scelta del giorno è caduta invece su Sabato 18 Aprile.

Gita Sociale di Sabato 18 Aprile 2015

Monte Thabor 3178m

dalle Grange di Valle Stretta 1765m

La strada è aperta e percorribile fino al Parcheggio presso i Rifugi e dal piano della Fonderia l’innevamento è continuo.
Ottime condizioni quindi per un Thabor in versione primaverile.

Ritrovo – Sabato 18 Aprile – h. 6.00

Parcheggio Tangenziale Uscita Avigliana Ovest

La gita sarà con auto proprie e non è richiesta attrezzatura alpinistica.

Le iscrizioni saranno possibili fino alle ore 18 di Venerdì 17 Aprile.

Per iscriversi e per informazioni potete contattare Stefano Oldino:

oldino@gmx.de – tel. 349.3291040

A Sabato.

Gran week-end in Valpelline !

Primavera inoltrata, evvai!
Le condizioni di innevamento, finalmente, sono positive pressoché ovunque e questa volta possiamo rispettare “con una discreta tranquillità” il programma redatto nel remoto Ottobre 2014: la traversata del Mont Gelè che, dall’alto dei suoi 3518 metri, consente un panorama di altissimo livello su blasonate mete dello scialpinismo d’élite.

Lo stesso bollettino “neve e valanghe” redatto dalla VdA recita “il manto nevoso presenta condizioni di consolidamento ideali per la pratica dell’attività sci-alpinistica” e leggere tali considerazioni, non si può negarlo, fanno particolarmente piacere.

Per non “sciupare” l’intera giornata di sabato 11 nell’avvicinamento al Rifugio di Crete Seche, sito a metri 2410 nella Valpelline di Bionaz, qualcuno ha la brillante idea di proporre la salita alla facile (facile?) Trouma des Boucs quota 3263 metri.


Sabato 11 Aprile

Il ritrovo avviene all’autogrill sito poco prima di AOSTA.
Gli sguardi un po’ appannati delle sei di mattina trapelano un comune senso masochistico che prova chi si è alzato alle quattro… ma per una bella giornata sulla neve….questo ed altro!!!

Cosicché dopo un consolante caffè la carovana si compone facendo rotta verso Ruz, minuscola frazione sopra BIONAZ, nella bellissima e selvaggia VALPELLINE.
Sci in spalla e via!
A che quota incontreremo la neve?
Piuttosto in alto però quasi tutti si sciroppano i settecento metri di dislivello fino al rifugio sci in spalla, del resto, qualche lingua di sentiero è già asciutta e la progressione è più diretta.

Posati gli ammenicoli inutili (sacchilenzuolo, stecche di sigarette, incudini ed altro) nel rifugio ancora privo dei gestori, ci travestiamo tutti da veri skialper professional e continuiamo la ns gioiosa progressione, ski-aux-pied.

Il sole fa capolino dietro un cielo azzurro ma con frequenti ripensamenti. La neve tiene bene ma ha mollato quel tanto che permette una salita senza coltelli, anche sui pendii un po’ più cattivi.

Siamo in quindici e saliamo veloci.
Ci lasciamo subito a sinistra lo storico ed ormai quasi abbandonato bivacco Spataro a metri 2615.
Puntiamo verso il Colle di Chardonney e, mentre ci siamo, do uno sguardo ad un colle sopra il Plan de la Sabla: una discesa da lì (nella fase di ritorno) ci consentirebbe di compiere una interessante traversata.
Ma la ripidità e la scarsa/nulla visibilità dovuta al sopraggiungere di nubi sempre più spesse mi inducono a soprassedere sulla bella iniziativa….
Così raggiungo gli altri al colle e, chi sci in spalla, chi a piedi, saliamo gli ultimi ripidi metri per giungere nei pressi dell’anticima.

Arriviamo tutti ad una piccola piazzuola dove abbandoniamo gli sci ma c’è ancora una cresta, mooooolto aerea… non tutti siamo attrezzati e, poiché mancano circa una diecina di metri alla massima sommità (che però non vediamo) ci accontentiamo della posizione raggiunta.

Al colle tutti mettiamo gli sci e purtroppo parte della discesa è “strumentale” ovvero senza visibilità o con una visibilità ridottissima.

Nella parte bassa però si vede e, senza ulteriori problemi, raggiungiamo l’accogliente rifugio di Crete Seche, adesso gestito, da tre baldi giovani.

Panino, birra e… pomeriggio di relax, anche per recuperare le forze in attesa della traversata di domani!!!
Nel tardo pomeriggio, poco prima di cena, ci raggiungono altri sette valenti UGETINI, tutti “raffrescati” dal vento che, nel pomeriggio, si è fatto sentire parecchio…
La cena è “decente”, le razioni abbondanti, i prezzi non proprio “bon-pat” ma qui….
È la Vallée, non si fanno sconti….


Domenica 12 aprile.

La solita sveglia due ore prima del dovuto; quella in un gruppo c’è sempre, puntuale come Natale.
L’ampio camerone che ieri pomeriggio aveva una temperatura più idonea alla conservazione del baccalà sottosale che alla conservazione dei cristiani, si è scaldato e, grazie ad una illuminante auto-epurazione dei russatori professionisti, tutti siamo “freschi” e riposati, pronti ad affrontare la mitica traversée….

La partenza, alle sette e trenta, è puntualissima ed in breve siamo tutti on-the-road.
La neve è dura – “crocchia” – ed i rampant, che ieri non avevano ragione di essere inseriti, oggi sono presenti sugli sci di tutti.

Costeggiamo il bivacco, vuoto come sempre, e al pianoro soprastante, svoltiamo a sinistra per imboccare un ampio canale-pendio.
Uno sci si stacca ad un partecipante e ci tocca scendere e recuperarlo, ma è questione di poco.

Risaliamo e ci raggruppiamo al caldo e piacevole sole.
Non c’è una nuvola, la temperatura è perfetta, a breve vedremo il pendio finale, la pala terminale del Mont Gelè.

Al colle del Mont Gelé, ultimo ricompattamento e poi via.
Nel tratto finale incontriamo una coppia di svizzeri, simpatici e tosti; hanno dormito al Bivacco Regondi (quotato curiosamente 2599,98 sul geoportale valdostano) salendo da GLACIER.
Poiché hanno percorso il tratto che faremo noi in discesa chiedo loro informazioni ma fanno piuttosto del terrorismo citando possibili crolli di ghiaccio e caduta di pietre….

Bof, vedremo.
Intanto tutti arriviamo in vetta, successone!
E panorama spaziale!

Il Gran Combin, con l’Arete de Meitin è a un tiro di schioppo, il gigantesco bacino del Mauvoisin da qua sembra un laghetto, la Cabane de Chanrion, il lunghissimo Glacier di Otemma….la fenetre Durand è talmente “sotto” di noi che non riusciamo a scorgerla se non a prezzo di rischiosi penzolamenti sulla cornice nord…

Ci tratteniamo una buona mezz’ora nei pressi della grande croce di legno a 3518 metri e poi ci imponiamo di scendere.

Chi aveva lasciato parte del materiale al colle lo recupera ed in breve, tutti dietro a Stefano che, senza sbagliare un colpo, ci porta giù e raggiungiamo tutti velocemente un ampio pianoro, probabilmente la Comba des Eaux-Blanches da cui parte una stradina velocissima in direzione di Glacier, nella Valpelline di Ollomont, il ramo occidentale della bifida valle.

Con grande e piacevole sorpresa riusciamo a scendere fino a 1900 metri circa con gli sci ai piedi, un successone, dopo quanto avevamo sentito in rifugio e dagli svizzeri!

Poiché la frazioncina di Glacier è a quota 1560 abbiamo sceso quasi duemila metri di dislivello facendone a piedi poco più di trecento!

Veramente ottimo!
Ora si tratta di recuperare le auto lasciate a Ruz, nel vallone di Bionaz.

In sei, con poco rispetto per le normative, con un’auto sola percorriamo i quasi venti km che ci dividono dal parcheggio di partenza e, nel ritorno facciamo una sosta a LEXERT per rifornirci di formaggio e grissini che divoreremo nella piazza centrale di Ollomont.

Birra e vini bianchi a gogò al fresco nella fontana in pietra… un altro successone del GSA, tutti contenti ….

Ed ora è tempo di pensare al RAID…..

emmecì


Fotografie di Walter Actis e Bruna Brunetta.

Mont Gelè – E’ tutto pronto!

La Pasqua è passata con una giornata uggiosa, una spolverata di neve, qualche etto di calorie extra ma soprattutto lasciandoci un tempo splendido e condizioni di innevamento eccellenti che promettono una seconda parte di stagione coi fiocchi.

E la prima occasione per approfittarne si presenta subito:

Gita Sociale del 11-12 Aprile 2015

Traversata del MONT GELE’ 3518m

da Ruz (Valpelline) a Glacier (Ollomont)

Pernottamento al Rifugio di Crête Sèche 2410m

Capogita: Marco Centin, Walter Actis e Stefano Oldino

Ricordiamo che sono necessari ramponi ed imbrago.

L’organizzazione è stata completata e gli equipaggi sono stati formati.
Per il gruppo che intende approfittare del Sabato per mettere in saccoccia una prima gita (l’obiettivo è la Trouma des Boucs 3263m) il ritrovo fra i vari equipaggi è fissato

Sabato 11 Aprile – h. 6.00

Area di Servizio – Les Îles de Brissogne

Per chi non fa la gita del sabato salita libera in giornata al Rifugio dove chi arriva prima … accoglierà gli altri!

Per le ultime informazioni potete contattare Stefano:

oldino@gmx.de – tel. 349.3291040

A Sabato.

Un week-end in VAL MAIRA
…semplicemente perfetto!

A volta capita.
Raramente ma capita….
Nonostante le batoste e gli imprevisti a cui ti eri ormai quasi assuefatto, tutto va bene.
Ed allora il tempo vola ed attendi, come un adolescente in attesa del suo primo romantico appuntamento, il prossimo evento.
Sabato 28 marzo ed il giorno seguente è andato tutto per il meglio.
La Val Maira ci ha sorriso…

Non saprei di che lamentarmi!

Forse della sveglia alle 4,30 di sabato ma quella era inevitabile con le temperature previste!
Forse del cambio dall’ora solare a quella legale che, quando si dice il caso, era finita proprio nel “nostro” week-end!
Comunque, “limitatori di velocità” su supercar o meno, intorno alle sette di troviamo per il primo assembramento automobilistico a San Damiano Macra dove alle sette di mattina non si trova ancora un bar aperto!
Pazienza, niente coffee per Cristina, la neve non può aspettare!

Il nostro assaggio di Val Maira avverrà nel Vallone di Droneretto, un vallone della sinistra orografica della Val Maira che parte da San Damiano Macra e termina alla frazione FRACCHIE.

Parcheggiamo alla disperata lungo la stretta strada alla balneare quota di metri 1075 e, in corrispondenza di un tornante, saliamo sci ai piedi, sulla innevata stradina nel fitto bosco.
Il cielo che vediamo dal fondo dello stretto ed incassato vallone è azzurrissimo e dopo una mezz’oretta di tranquilla camminata beneficiamo, usciti dal bosco, di un cambio di panorama.

Al bosco si sostituiscono ora ampissimi pendii e lo sguardo può ormai spaziare sulla sconfinata pianura della “Granda”, mentre cime, più o meno note a noi e conosciutissime dalla nostra LOCAL-GUIDE Enrico cominciano a rendersi visibili.

Fa caldissimo ma la neve tiene.
Il pendio è abbastanza ripido, non molla mai, e nonostante la meta poco nota c’è una discreta frequentazione.

La solita compiaciuta domanda mi assilla: “chissà cosa pensano coloro che sono venuti qui pensando di non trovare nessuno e si vedono un gruppo di venticinque bipedi ansimanti….”

Traversiamo la nota “strada dei cannoni” noto percorso sterrato MTB a cavallo tra la Val Varaita e la Val Maira e proseguiamo sulle assolatissime pendici, sudando in maniche corte, fino ai 2400 metri della quota.
Ridendo e scherzando abbiamo salito oltre 1300 metri di dislivello e tutti siamo sull’arrotondata Rastcias.
Non perdiamo molto tempo, la neve sta rapidamente mollando e…un fornitissimo “tavolino” ci attende alle auto!!!!

Dopo di che qualcuno fa ritorno a casa mentre il resto della truppa si sposta a CAMPOBASE ovvero in fondo alla Val Maira, dove attenderemo l’ottima cena, con una sana dormita nei confortevoli lettoni.



La colazione delle sei e trenta ci ha rubato comunque un’ora di sonno a causa del cambio di ora ma alle sette un gruppo di auto è già in movimento per occupare gli scarsi posti del parcheggino di Colombata che… non raggiungeremo in auto perché la strada è innevata da più in basso: pazienza aumenteremo un po’ il dislivello!
Siamo poco più a monte di Acceglio, nella borgata di Lausetto, nuovamente sinistra orografica della Val Maira.
La quota di partenza oggi è intorno ai 1500 metri e la meta è da decidere: o il monte Cervet o l’ambito Chersogno sicuramente più impegnativo e lungo.

Per una casualità … ci troviamo sull’ombroso percorso del Chersogno e tutto sembra procedere per il meglio.

Finché, superata una spalla, ci ritroviamo investiti da un fortissimo vento che, nonostante la temperatura non terribile, rende problematica e non proprio agréable la progressione.

Siamo del resto ad oltre 2400 metri di quota, i ns novecento metri sindacali di dislivello li avremmo anche fatti!
Ricompattamento per decidere sul da farsi.
Alla radio si sentono parecchie voci dell’idea di tornare indietro… come non capirli?
Arriviamo tutti al ricompattamento e l’idea prevalente è quella di arrivare al Passo delle Brune a 2846 e, una volta lì, decidere se proseguire o meno.

Saliamo scettici, poco ottimismi e… sorpresona!!!!
Il vento, fastidioso, smette, quasi improvvisamente mentre un sole, a tratti nascosto dietro un cielo parzialmente velato, comincia a fare il suo sporco lavoro: scaldarci!

Giunti al Passo delle Brune vediamo il tanto decantato Chersogno: sembra lì…a due passi ormai!
Enrico decide di salire un piccolo montarozzo che ci consentirebbe di effettuare la discesa da un altro versante, meno battuto e compiere così una sorta di traversata.

Io invece mi lancio, non convintissimo, sul ripido ed aereo pendio finale, anche per vedere se ci saranno sorprese o meno.
Tutto invece fila liscio, a tratti è anche presente una vecchia traccia che mi agevola non poco, e, con un’ultima mezz’oretta di fatica, siamo alla grande croce del panoramicissimo Chersogno e…. sci ai piedi!

Siamo poco sopra i tremila metri di quota, sedici su diciotto, un successone, se si considera che due ore prima stavamo per tornare indietro!!!
Non c’è un filo di vento e ci tratteniamo a lungo sulla massima elevazione, indovinando le vette più conosciute, puntualmente redarguiti da Enrico che le conosce tutte a memoria…

Discesa goduriosa e lunghissima, la neve continua a tenere, l’esposizione Ovest è stata una scelta azzeccata… per un breve tratto ci dividiamo anche in due gruppi ritrovandoci poco dopo ed in breve siamo all’affollatissimo parcheggio dove con complicate manovre automobilistiche, riusciamo a ritornare sul fondovalle per l’immancabile recupero energetico, ancora una volta arricchito dalle immancabili acciughe che cecilia è riuscita a fare pervenire al Bar-Bistrot “L’ape MAIRA” sito in quel di Stroppo.

Ci vengono pure servite ottime birre fresche, emmental, formaggi, salami, vini, panettoni….

Foto di gruppo a diciotto gradi sopra zero, nessun vento, erbetta verde…, missione compiuta: la “due-giorni della Val Maira” non poteva andare meglio!!!

Un sentitissimo grazie ai capigita Enrico che non sbaglia un itinerario e, ancora una volta, ha scelto il top del top, a Walter e Flavio, nominato sul campo in sostituzione di Luca che ha avuti problemi personali all’ultimo momento dovendo suo malgrado rinunciare.
Meglio di così…che si può volere?
E grazie a tutti per la splendida ed inestimabile compagnia!

Il prossimo impegno, in quota, tra due settimane!!!!

emmecì


Fotografie di Walter Actis, Marco Centin e Michelino Giordano.