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Questa è la triste storia …

“Non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle,
ma è perché non osiamo farle che sono difficili”.

Seneca


“Questa è la triste storia di Stefano Pelloni, in tutta la Romagna chiamato il Passatore …” è sulle note di uno dei tormentoni dell’Orchestra Casadei, più che nei versi di Pascoli sul “Passator cortese”, che molti hanno conosciuto la figura del Passatore.

Per qualcuno un “Robin Hood” romagnolo, per i resoconti dell’epoca un feroce brigante, ma quel che ci importa è che nel 1973 gli è stata intitolata una gara estenuante di corsa di 100Km da Firenze a Faenza.

Qualche anno fa’ l’aveva corsa Marco, quest’anno, 41esima edizione, vi hanno partecipato ben in tre del nostro GSA: Donatella, Tea e Fabrizio.

Dopo la straordinaria gara di Andrea nel deserto di Atakama, le brillantissime performance di Silvia ed Orfeo in diverse corse “locali” e le ultime partecipazioni al Mezzalama di Lino, Marco e Renato si scopre che, al GSA, siamo circondati da runners, e si spiega perchè poi in gita qualcuno si lamenta che il ritmo è troppo alto …


Siamo andati sperando di rivivere quanto letto nelle varie testimonianze trovate in Internet, caldo torrido alla partenza, stelle e lucciole dopo la Colla e tanto tanto tifo da parte di molti lungo il percorso.
Invece questa edizione è stata resa ancora più difficile dalle inclementi condizioni meteo: pioggia battente a Firenze (8°C), a Borgo San Lorenzo (6°C), nebbia ed anche un po’ di nevischio al Passo della Colla (3°C) e sempre pioggia intermittente per la maggior parte del percorso.

Il giorno 25 maggio alle 15 partiamo da Firenze sotto una pioggia battente cercando di incoraggiarci a vicenda, ormai siamo qui e si deve andare.
Per i primi 15km corriamo a breve distanza l’uno dagli altri ma dopo ci separeremo e ci rivedremo il giorno dopo, siamo d’accordo di sentirci per telefono in caso di problemi.

Non avevo mai partecipato ad una corsa di lunghezza superiore alla maratona e in allenamento avevo raggiunto 60km, quindi il resto rimaneva un mondo tutto da esplorare.

Il percorso del Passatore è tutto su asfalto e vi sono due salite, la prima a circa 17km dalla partenza e 450m di dislivello, Vetta Le Croci, abbastanza corribile, la seconda da Borgo San Lorenzo, 32km, alla Colla di Casaglia, 48km e altri 700m circa di dislivello.

Nella seconda salita la pendenza si fa seria, meglio alternare corsa e cammino, arrivo alla Colla in poco meno di 6h, mi cambio rapidamente in una tenda strapiena, giacchetta, frontale e finalmente discesa !

Ma attenzione non sarà tutta discesa fino a Faenza, ancora qualche breve salita e molti saliscendi.

E’ decisamente buio e nonostante la pioggia, e soprattutto nonostante il viavai delle auto di assistenza ai concorrenti (assolutamente inutile almeno ai nostri livelli), la prima magia del Passatore: davanti a me ombre illuminate dai profili catarifrangenti degli indumenti , degli zaini e delle scarpe, che si muovono rapidamente come tanti folletti frettolosi…
E quando ne avvicino qualcuno ecco che invece si trasforma in un corridore proprio come me con il quale condividere un pezzo di strada scambiandosi qualche battuta spiritosa per alleviare la stanchezza e farsi un po’ di compagnia.

Arriva il cartello 70km, la stanchezza è ormai una costante, mi fermo sempre a bere qualcosa ai ristori collocati ogni 5km circa, non riesco a mangiare granché ma ho il ricordo vivissimo del piacere provato per un bicchiere di caffè caldo con un biscotto ….

Mi hanno chiesto cosa avessi pensato per 12h e 18’; non avevo pensieri definiti, forse non avevo del tutto pensieri, ad un certo punto volevo contare fino a 100 e poi ricominciare da 1, ma non ci sono mai riuscita, i numeri si accavallavano e dopo qualche tentativo mi sono stufata.

Gli ultimi 15km praticamente li corro tutti, mi viene fuori un problemino al ginocchio destro ma, incredibile ma vero, se corro non lo sento, e poi volutamente passo dalle pozzanghere di acqua per rinfrescarmi i poveri piedi.

Cartello Faenza: è fatta !

Cartello 99km: grido di gioia e accelero persino un po’ (ho detto un po’ anche se a me sembrava di volare…) e finalmente il traguardo !!!

Donatella arriverà un po’ dopo perché rallentata da un fastidioso disturbo all’anca, Fabrizio invece si ritirerà al 75km per dolore intenso alle caviglie.

E così abbiamo deciso che ci ritorneremo, voglio correre sotto il sole di giorno e tra le lucciole di notte.

Tea

Giugno, un mese pieno di sorprese

Con la bella e riuscita Cena Sociale alla Cascina Govean si sono esauriti gli appuntamenti previsti nel calendario di questa stagione.
E intanto Giugno è alle porte.

Il meteo ci ha regalato la primavera più piovosa degli ultimi 200 anni e questa bizzarria ci ha costretti, come ben sapete, a numerosi cambiamenti di programma delle gite ed all’annullamento di alcune di esse.

Dato il prolungarsi della stagione con una insolita abbondanza di neve stiamo valutando la possibilità di recuperare, in questa prima metà di Giugno una delle gite cancellate.

Seguiteci sul sito ed avrete gli ultimi aggiornamenti in tempo reale oltrechè ricevere le informazioni tramite la consueta GSA list.


Giugno è però anche il mese della Festa della Montagna con cui il nostro CAI Uget festeggia i 100 anni di vita.

Il programma che è stato organizzato è veramente ragguardevole, e sarebbe un peccato perdere qualcuno degli appuntamenti che potete trovate cliccando sull’immagine del logo del Centenario.

Difficile scegliere i più interessanti ma mi permetto di segnalare due serate “uniche”: Giovedì 13 Giugno l’amico Alberto Cucatto della Scuola di Sci Alpinismo presenterà le immagini e ci racconterà il suo viaggio attraverso TUTTI i 4000 delle Alpi, mentre Giovedì 27 Giugno Ugo Manera ci farà rivivere gli anni eroici dell’alpinismo torinese con i primi passi della Scuola Gervasutti e la nascita del Nuovo Mattino.

Tutti gli appuntamenti in programma sono ad INGRESSO LIBERO e quindi potete portare amici e conoscenti a scoprire, nella magia della Tesoriera, il fascino e la storia della montagna.

Quindi, a vederci prestissimo!

Morale della favola? A tavola!

Quest’anno la neve si sta mantenendo a lungo sulle nostre montagne e sta consentendo, a chi lo desidera ed a patto di qualche levataccia, di inanellare ancora qualche migliaio di metri di dislivello e qualche bella curva.

Intanto però siamo arrivati alla data canonica della nostra Cena Sociale e, neve o non neve, questo appuntamento non ce lo vogliamo proprio perdere!

Venerdì 24 Maggio 2013 – Ore 19.30

CENA SOCIALE

Cascina GOVEAN

Via Marconi 44/B – Alpignano

Dunque quest’anno cambiamo il luogo della Cena Sociale ed andiamo ospiti degli amici di “Altrochè” che, come sapete, condividono con noi parte dei locali della Sede della Tesoriera.

Il costo della cena che sarà preceduta da un aperitivo di benvenuto, che rende tassativo il rispetto dell’orario, è di 25 Euro e, di seguito, è elencato il prestigioso menù.

Per le adesioni Vi preghiamo di contattare Irene entro Martedì 21 Maggio :

irene.munegato@alice.it – tel. 338.1735188

Vi aspettiamo visto che questa volta la gita è proprio alla “portata” di tutti !!


MENU’

Antipasti


Cornetto di Manzo con ripieno di formaggio fresco e Rucola


Fagottino all’ortolana


Rosetta di Fassone


Primi


Risotto ai funghi


Agnolotti di borragine con salsa pachino


Secondo


Arrosto della vena


Patate al forno


Dessert


Bunet


Vini della casa (Arneis e Dolcetto) e Caffè

La conquista del Valasco

L’ultima gita del calendario era in programma al Monte Leone, ma la Meteo spingeva a sud, ma si poteva arrivare finalmente in auto alle Terme di Valdieri, ma le notizie sulla situazione al Sempione erano incerte e allora si sa: con tre “ma” si va al Valasco!

Col senno di poi sapremo che la domenica al Sempione è passata con tempo uggioso e nebbioso mentre al Moncenisio soffiava un vento patagonico.
Sarà fattore C o buona analisi delle previsioni?
Non importa, sta bene così.


Sabato 11 Maggio

Rifugio Valasco

Siamo una ventina nel primo pomeriggio di sabato al ritrovo a Mirafiori direzione Valle Gesso.
I fortunati per passarci un bellissimo week-end, i superfortunati per starci tre giorni, beati loro.

La salita al Rifugio è una passeggiata rilassante sulla vecchia strada di caccia ridotta in verità piuttosto male dall’erosione e dall’incuria tant’è che si cammina più comodi sulle numerose scorciatoie che abbreviano il percorso.

E tutt’intorno è una esplosione di verde e di acqua inframezzati dai tanti resti delle grandi valanghe che si attraversano lungo il vallone.

Un’ora, chi poco più chi poco meno, e siamo a sistemarci nella storica casa di caccia costruita nella seconda metà del 1800 e che dopo tante vicissitudini, da dimora prestigiosa a casermetta militare, a ricovero per animali, è diventata da qualche anno il Rifugio Valasco.

L’allegria della nostra tavolata accoglie, all’ora di cena, le zuppiere ripiene di un fumante minestrone di farro, a qualcuno arriva un po’ più denso, a qualcuno un po’ più brodoso ma poi ci sono le aggiunte ed alla fine tutti sono sazi e soddisfatti e non ci sono neppure proteste per la sveglia fissata alle 4,30.


Domenica 12 maggio

Testa di Tablasses – Testa Sud di Bresses

I nuvoloni che ieri ci hanno accompagnato nella salita al rifugio si sono trasformati in un temporalone nella notte e solo con le prime luci si stanno lentamente dissolvendo.

Così il rigelo è stato minimo e sin dai primi passi la neve si rivela poco consistente.

Per di più la quantità di acqua che scende da gni parte è veramente impressionante e così l’attraversamento del piano si rivela più complicato del previsto con una miriade di torrentelli su cui i ponti di neve qualche volta cedono e qualche volta non ci sono proprio.

Dopo qualche contrattempo ed avendo perso parecchio tempo ci rendiamo conto che il giro dei Prefouns con queste condizioni diventerebbe troppo lungo, lasciamo andare Enrico e Mauro che sono già alti fuori dal pacias e decidiamo di dirigerci verso la Testa di Tablasses, poi vedremo cosa si riuscirà a fare.

Un grosso ponte di neve ci fa traversare il torrente principale e mentre ci alziamo per entrare nella Valle Morta, la neve comincia a prendere consistenza e ben presto diventa anche bella portante.

Lasciamo il fondo del vallone che sale al Colletto del Valasco e su terreno adesso ripido risaliamo i pendii sulla destra che ci portano, dopo una bella selletta, al Passo di Tablasses 2738m.

Il morale, dopo le titubanze del mattino, è tornato alto e in breve siamo tutti raggruppati sul piccolo colle.
Decidiamo di formare due gruppi: una parte scende nel vallone sottostante per andare ad imboccare il ripido canale che porta alla Testa di Tablasses mentre gli altri, calzati i ramponi, salgono alla soprastante e panoramicissima Testa Sud di Bresses.

Mentre siamo tutti sulle due bellissime punte e, grazie alle radio, comunichiamo gioiosamente, ecco che spuntano nel vallone sottostante Enrico e Mauro che stanno completando il giro dei Prefouns, bravissimi.

Stiamo prendendo possesso di tutto il territorio!

In realtà ci sarebbe anche il celebre canale NO di Tablasses…
Detto fatto si trovano facilmente i volontari che si calano nel colatoio ripido e abbastanza impressionante.

Tutti gli altri fanno ritorno alla base e così ci ritroviamo nuovamente soddisfatti e conquistatori al Passo di Tablasses.

La discesa nella Valle Morta è bellissima in alto su firn perfetto, poi un tratto su neve già un po’ marcetta sui pendii al sole e poi di nuovo splendida e divertente sul fondo della gorgia dove riusciamo tutti ad evitare i primi buchi che il torrente si sta aprendo qua e là.

Dal fondo del piano non resta che tornare al rifugio e in qualche modo ce la facciamo tutti senza danni, chi attraversando una passerella da “giochi senza frontiere”, chi saltellando fra le pietre dei guadi, chi preferendo la più comoda strada.

Un saluto agli amici che devono rientrare e ci lasciano con un filo di maliconia (da una foto scoprirò che in realtà non vedevano l’ora di raggiungere le acciughe di Ceci che da due giorni si sollazzavano nel bagnetto verde alle Terme) e poi uno spuntino e un lungo pomeriggio con uno splendido sole nel quale in un attimo asciugano pelli, scarpette e magliette e alla fine arriva anche l’ora di cena.

Siamo rimasti in otto e nel rifugio ci siamo solo noi: questa sera tutto è più calmo e tranquillo e alla fine doppia razione di dolce, perchè domani ci aspetta una giornatona!


Lunedì 13 maggio

Giro del Malinvern

Questa notte il Meteo non ha più fatto le bizze c’è stata una splendida stellata, la temperatura è scesa parecchio e c’è stato così il rigelo che speravamo.
Oggi ci sono le condizioni ideali per un grande Giro del Malinvern.

Con l’esperienza di ieri pensiamo di conoscere ormai perfettamente il percorso migliore per raggiungere il fondo del piano e invece dopo dieci minuti ci ritroviamo di fronte alla famosa passerella inclinata che a quest’ora è pure coperta di un velo di ghiaccio!

Senza esitazioni ci attacchiamo in “dulfer” al bordo superiore e con una manovra un po’ esilarante l’attraversiamo tutti senza problemi.
Uuufff…

Adesso risaliamo veloci su neve durissima i tornanti della bellissima stradina che porta ai ricoveri di Valscura e ben presto siamo tutti sul bordo del Lago Inferiore a contemplare lo spettacolo del primo sole che illumina la punta del Malinvern.

Qualche brontolio per il ritmo un po’ troppo alto ma siamo tutti presi dalla frenesia di iniziare questo anello fantastico ed allora su, prendiamo a salire sul ripido pendio che ci porta velocemente ai 2520m del Colletto di Valscura.

Una breve sosta ad assorbire una riserva di sole perchè il versante di RioFreddo, dove dobbiamo scendere, è ancora tutto immerso nell’ombra e poi è Enrico che da il via alla prima discesa, ripidina e su neve dura ma bellissima e regolare.

Le lamine fanno il loro lavoro, l’ambiente è fantastico e dopo aver costeggiato il Lago Malinvern con un lungo diagonale ci portiamo alla base del Vallone che dovremo risalire per raggiungere il Passo del Lupo.

Siamo di nuovo al sole e mentre riattacchiamo le pelli ed infiliamo i coltelli l’allegria è sovrana ed il morale a mille.

Dopo un’oretta di bellissima salita raggiungiamo la grande conca alla base dei canali che salgono ai due Passi del Lupo, quello Est e quello Ovest.

I canali che li raggiungono sembrano piuttosto ripidi ma li vediamo di fronte e poi, come dice Renato, “…se sono un po’ ripidi è bello, no?”.

Decidiamo per il passo Est un po’ più alto sapendo che la discesa sull’altro versante dovrebbe essere più agevole e la scelta di Enrico è perfetta: salita con picozza e ramponi divertente su ottima neve e senza problemi e così siamo ben presto tutti sul piccolo colle a ritrovare il sole ed affacciarci sul versante francese dove, laggiù si intravede Isola 2000.

Come pensavamo il terreno sul versante opposto è molto facile ed allora lasciamo via libera ai nostri Mezzalamisti Enrico, Marco e Renato che si buttano subito nella bella discesa: è la giornata giusta per salire anche alla punta del Malinvern!

Noi altri cinque invece ci prendiamo qualche minuto di pausa a mangiucchiare qualcosa, a riporre con calma picca e ramponi e a goderci questa atmosfera meravigliosa.

La discesa sul lago di Terre Rouge è bella e facile e ce la godiamo tutta decidendo di perdere anche qualche metro di dislivello in più del necessario perchè tanto prima che tornino dal Malinvern …

Adesso sotto un bel sole affrontiamo la salita breve e facile alla Bassa del Druos.

In realtà breve è breve ma che fosse proprio facile l’avevamo deciso noi: il pendio che porta al colle è ripido ed anche un po’ esposto ed allora niente di male: ritiriamo fuori i ramponi e raggiungiamo senza problemi anche l’ultimo dei tre colli del nostro giro.

Iniziamo la bellissima discesa verso il Lago di Valscura dove pensiamo di aspettare con calma i nostri amici quando dopo un po’ sentiamo delle grida di euforia dall’alto: stanno già scendendo e in un attimo ci raggiungono, che saette!

Così tutti insieme raggiungiamo il Lago, lo costeggiamo come in una passeggiata romantica e ci ritroviamo ai ricoveri di Valscura a chiudere questo splendido anello.

Un abbraccio ed un grazie ai magnifici sette amici per questo viaggio sognato e vissuto in questa splendida giornata.
Peccato per i compagni di gita di ieri che non hanno potuto fermarsi anche oggi.

La discesa sul Valasco è bella e divertente, con la neve marcetta il giusto che ci permette curve e serpentine fin sul fondo e alla fine la stradina che porta al rifugio la conosciamo ormai talmente bene che ci sembra di essere di casa.

Al rifugio raccattiamo le nostre cose, ci godiamo un po’ di sole con birra e noccioline e poi, dopo un ringraziamento ed un arrivederci agli splendidi gestori Flavio e Rosanna, non ci resta che il comodo ritorno alle Terme di Valdieri a ritrovare la civiltà ma con due perle in più nella collana più preziosa.

guidox


Fotografie di Walter Actis, Guido Bolla, Marco Centin, Giorgio Cialliè, Enrico Leinardi e Davide Panagin.