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22-26 Aprile 2006
RAID ALPI PENNINE (Valpelline)


Per qualcuno un bellissimo ricordo, per altri un pezzo di Storia del nostro Gruppo, per tutti il racconto inedito di una gita di qualche anno fa’.
In attesa della prossima avventura!


Che dire di questo Raid, perfettamente riuscito per metà e poi, come capita spesso, rovinato un po’ dal brutto tempo?

Io lo definirei un classico raid “vero”, ambientato su ghiacciaio, dove si è comunque traversato da un posto all’altro senza problemi, dove abbiamo avuto la fortuna di ammirare panorami mozzafiato e fare splendide cavalcate tra colli e cime nei primi tre giorni e di praticare la “vita da rifugio” nel penultimo giorno dove c’è stato più tempo per conoscerci e interloquire o più semplicemente per dormire!

Tutto ciò corrisponde alla vera essenza del raid e ha permesso a molti di capire cosa si prova a stare cinque giorni in quota da rifugio a rifugio, a non avere l’acqua quando arrivi stanco e vorresti lavarti mani e viso o i denti dopo cena, e in questo caso pure a mangiare sempre senza pane!!!

Ma alla fine ci si adatta a tutto e anche i lati negativi contribuiscono a fare entrare il raid nel cuore.


1° giorno – Sabato 22 Aprile 2006
Lago di Place Moulin – Rifugio Nacamuli

Il primo giorno ci si ritrova in folto gruppo nelle vicinanze della diga-lago di Place Moulin perché sono presenti anche alcuni soci che partecipano alla sociale alla Becca d’Oren.

Un po’ alla rinfusa si costeggia il lunghissimo bacino artificiale e poi a piccoli gruppi si imbocca sulla sinistra lo splendido vallone dominato dalla Gran Becca Blanchen che, dopo una svolta a destra conduce con un’ultima rampa al confortevole piccolo Rifugio Nacamuli 2818m, dove ci aspetta un’ottima cenetta prima di entrare in territorio svizzero…


2° giorno – Domenica 23 Aprile 2006
Rifugio Nacamuli – Cabane de Bertol

Dal Rifugio Nacamuli, sotto un’aria gelida, risaliamo i dolci pendi che conducono al vicino Col Collon 3114m dove i partecipanti alla sociale ci lasciano per risalire verso sinistra il bel pendio che conduce al Col de l’Eveque 3390m e poi alla Becca d’Oren 3533m.

Noi raidisti invece scendiamo lungo l’Haut Glacier d’Arolla per circa 200 metri per poi ripellare per affrontare il lungo traverso che, costeggiando l’imponente parete nord del Mont Brulé, ci conduce alla base del ripido canalino che, chi a piedi chi con gli sci, ci permette di raggiungere il Col du Mont Brulé 3212m.

L’ambiente è spettacolare, entriamo ora nel bacino glaciale denominato “Tsa de Tsan” dominato dalle imponenti moli della Dent d’Hérens, del Cervino e, più lontana, della Dent Blanche.

Percorso in tutta la sua lunghezza il Glacier de Tsa de Tsan arriviamo al Col de Valpelline 3562m, una piatta depressione glaciale e successivamente risaliamo i bei pendii scistici della Tete de Valpelline 3798m.

Panorama mozzafiato sull’impressionante parete ovest della Dent d’Hèrens vicinissima.

Ritornati al Colle su ottima neve, risaliamo brevemente sulla vicina Tete Blanche 3701m, chi fino in punta chi tenendosi più basso, dove troviamo una tendopoli militare presente in vista dell’imminente competizione scialpinistica “Patrouille des Glaciers”.

Scendendo prima su magnifici pendii esposti a nord e successivamente effettuando un lungo traversone verso sinistra, dopo una breve risalita a scaletta, raggiungiamo prima il Col de Bertol 3269m e poi, percorrendo il percorso attrezzato con lunghe scale e passerelle di ferro, la Cabane de Bertol 3311m, vero nido d’aquila incastonato nella roccia e perfettamente mimetizzato.

Magnifica la disposizione delle stanze all’interno del Rifugio.


3° giorno – Lunedì 24 Aprile 2006
Cabane de Bertol – Cabane de Vignettes

La terza tappa prevede subito, cosa assai rara in un raid, una lunga discesa di 700 m esposta a ovest di primo mattino, dove ovviamente era presente una neve durissima decisamente poco rilassante che ha messo a dura prova le lamine degli sci.

In ogni caso in breve raggiungiamo il fondo del Vallone d’Arolla a quota 2600m circa dove ripelliamo e risaliamo il lunghissimo ma affascinante Haut Glacier d’Arolla, già percorso nella parte alta il giorno precedente e, passando sotto il Col Collon, raggiungiamo il Col de l’Eveque 3390m.

Siccome durante la salita il gruppo si è parecchio sfilacciato, alcuni di noi nell’attesa salgono alla Cima Est della Becca d’Oren 3533m poco distante.

Ridiscesi al colle e ricompattato il gruppo, comincia ora il tratto più tecnico del Raid con la salita dell’Eveque 3716m.

Qualcuno preferisce scendere direttamente alla Cabane de Vignettes, mentre i più partono alla volta della vetta.

Compiuto un ampio semicerchio risaliamo sotto il Mont Collon la lingua glaciale che termina a un colletto a NE della cima dove qualcuno lascia gli sci.

In molti risaliamo sci ai piedi l’ultimo breve ma ripidissimo pendio (40-45°) su neve sfondosa ma sicura fin sotto le ultime roccette della vetta.
A piedi raggiungiamo la forcella tra le due cime ed in seguito l’anticima di destra (3700m circa) di poco più bassa perché per raggiungere la più alta sommità occorreva effettuare dalla forcella un breve traverso su placca ritenuta poco sicura oppure percorrere l’affilata cresta ritenuta troppo complicata.

Ritornati agli sci ci buttiamo a capofitto lungo gli splendidi sostenuti pendii del Glacier du Mont Collon.

Zigzagando tra i numerosi crepacci, raggiungiamo la piatta insellatura del Col de Chermontane 3053m dalla quale per l’ennesima volta occorre ripellare per raggiungere la vicina Cabane de Vignettes 3157m, affollatissima di gente.


4° giorno – Martedì 25 Aprile 2006
Cabane de Vignettes – Cabane de Chanrion

Se fino ad oggi siamo stati assistiti dalla buona sorte che ci ha regalato giornate magnifiche, oggi la situazione meteo è cambiata completamente.

Già alla partenza siamo avvolti dalla nebbia e dobbiamo decidere cosa fare.

Siccome sono presenti diverse tracce di salita alla vicina Pigne d’Arolla, decidiamo di incamminarci verso essa stando tutti compatti, rincuorati dalla presenza di altra gente.

Nella nebbia più totale raggiungiamo la cima grazie soprattutto a gruppi locali che ci precedevano (unico segnale in cima una bandierina nepalese che svolazzava), dopodiché, abbandonata l’idea di scendere come da programma dal Glacier de Breney, ritorniamo sui nostri passi raggiungendo il Col de Chermontane 3053m per affrontare in discesa il più tranquillo e sicuro ma eterno Glacier d’Otemma.

Raggiunto il fondo del ghiacciaio nei pressi del Lac de Chanrion 2380m con breve risalita arriviamo alla Cabane de Chanrion 2460m dove apprezziamo subito l’accoglienza e la pace del rifugio in netto contrasto con il caos del Vignettes.

Siccome è presto e in bassa quota la nebbia non c’è, in tre decidiamo di partire per una gita della serie “ cominciamo a salire su di là poi vediamo” in una zona denominata “Les Portons”.
Percorsa una serie di bei canali larghi e non troppo ripidi intervallati da zone più ampie di collegamento, raggiungiamo un punto imprecisato a quota 3400m circa tra il Col Nord des Portons 3369m e la Pointe des Portons 3512m dove entriamo nuovamente nella nebbia e decidiamo di scendere su ottima neve primaverile.


5° giorno – Mercoledì 26 Aprile 2006
Cabane de Chanrion – Glacier (Ollomont)

Anche oggi il tempo è decisamente brutto in quota, dobbiamo quindi rinunciare alla prestigiosa traversata del Mont Gelé puntando da subito alla più bassa insellatura della Fenetre Durand 2803m che è fuori dalle nebbie e che ci permetterà comunque di tornare in Italia.

Anche oggi, timorosi del poco dislivello, alcuni di noi durante la salita abbandonano il gruppo con l’idea di salire alla cima del Mont Avril 3347m che raggiungeremo miracolosamente nella nebbia totale grazie ad alcune vecchie tracce sulla neve.

Ridiscesi alla Fenetre dove ci attende il gruppo, scendiamo tutti insieme con buona visibilità e neve trasformata anche se un po’ molliccia fino alle case di Glacier 1549m, dopo un tratto a piedi in un ripido bosco.

Nel frattempo i primi arrivati erano già partiti con le due auto lasciate qui in previsione del nostro arrivo per andare a recuperare le altre alla Diga di Place Moulin.

Il finale in un ristorante di Ollomont è stato il degno coronamento di questo ennesimo magnifico Raid

enrico

RAID ORTLES CEVEDALE
E’ iniziato il conto alla rovescia!

Ci siamo !

E’ arrivata anche quest’anno la settimana che precede il RAID, l’evento clou della nostra Stagione ed è iniziato così il conto alla rovescia.

E nella mente ritornano le speranze e i dubbi di ogni partenza:
Come sarà la meteo?
E la neve?
Questo lo porto o lo lascio a casa?

Proviamo a dare qualche risposta:
Dopo questi giorni di brutto tempo dovrebbe tornare l’Alta pressione, la neve che si sta aggiungendo dovrebbe rendere perfette le condizioni, in alcuni Rifugi non ci saranno solo le docce ma dovrebbe esserci addirittura la Sauna!

Quindi, spazio all’ottimismo!

Adesso l’importante è non scordare la Riunione Finale nella quale saranno comunicati e concordati gli ultimi aspetti organizzativi:

Mercoledì 18 Aprile – h. 21.15

Saletta Riunioni – Sede della Tesoriera

RIUNIONE ORGANIZZATIVA FINALE

Oltre che ai partecipanti l’invito alla serata è aperto ad amici e simpatizzanti che hanno voglia di vivere la vigilia di un Raid, di rodere un po’ per l’invidia verso gli amici o anche solo di spizzicare in compagnia una fetta di crostata beneaugurante!

A Mercoledì!

15 Aprile
GITA ANNULLATA

Questa volta le previsioni sembrano, ahimè, concordi.

Per il week end del 15 Aprile è previsto tempo pessimo su tutto l’arco alpino piemontese e ciò, sommato alle condizioni molto irregolari dell’innevamento di questa primavera, ha convinto, a malincuore, i Capogita ad annullare la Gita Sociale del 15 Aprile prevista al Gran Galibier.

E’ quindi annullata anche la serata di Iscrizioni di Mercoledì 11 Aprile e, per quanto riguarda l’attività del GSA, si precisa pertanto che la sede non sarà aperta in tale serata.

Al momento, dato il Calendario ancora piuttosto fitto nel prossimo periodo, non è previsto il recupero di questa Gita.

Nella speranza che questa ondata di maltempo porti un miglioramento delle condizioni di innevamento per il finale di stagione diamo appuntamento a tutti per la Gita successiva!

A presto.

SUPERCHAMPSAUR

“Décrochons la Lune” è una espressione Francese difficile da tradurre letteralmente: qualcosa come “L’impossibile può diventare possibile” ed è il motto di una Associazione di persone che hanno deciso di dedicare le proprie energie a rendere più dolce la vita di bimbi nati meno fortunati.

Lionel, il gestore della Gite d’Etape di Orcières che ci ha ospitato in questo splendido Raduno, è uno di loro e la luce che traspariva dai suoi occhi mentre ci spiegava queste cose ci ha fatto capire qualcosa in più della persona dopo che ne avevamo apprezzato l’accoglienza, la disponibilità, la capacità nel prepararci aperitivi, piatti e spuntini deliziosi e, a detta di diverse fanciulle presenti, pare, anche un certo fascino.

Un Raduno, quindi riuscitissimo, alla scoperta del Champsaur, una regione che quasi nessuno di noi conosceva, che ci ha offerto tre bellissime gite, senza contare la prima di “avvicinamento”, a dispetto della cronica mancanza di neve di tutte le nostre Alpi.

Ma che ci ha anche permesso di vedere intorno tante montagne oggi un po’ spelacchiate o addirittura in vesti semi-estive che ci fanno pensare che forse quì torneremo, a percorrere altri itinerari e a trovare Lionel.


Venerdì 30 Marzo – Turge de la Suffie 3024m

Come da programma si inizia con una gita sul percorso di avvicinamento ad Orcières per evitare una sveglia impossibile e la scelta cade come base su Le Laus dove una condizione un po’ riparata e la quota piuttosto elevata promettono una partenza quasi sci-ai-piedi.
Se sarà Cote Belle o Turge de la Suffie lo decideremo sul percorso in funzione dell’innevamento.

Nel frattempo un gruppetto di 4, capitanati da Fausto convinto assertore che il mattino, anzi la notte, ha l’oro in bocca partono con largo anticipo e ci precedono lungo il bel Vallon des Oules.

Strappata Rita, ancora un po’ assonnata, dal suo camper, li seguiamo in 16 senza peraltro vederne traccia: chissà a che ora saranno partiti?

Sulla Turge la neve c’è tutta, giusta giusta ma che permette di passare senza togliere gli sci e così svoltiamo nel bel canale che ci porta rapidamente sopra il Bois de Balais sui bellissimi pendii che terminano al Col de Chaude Maison.
Qualche allungo imperioso di Marco ci fa pensare che stia già mettendo a punto la condizione per il prossimo Mezzalama mentre invece sta solo cercando un riparo dietro qualche pietoso pietrone: saranno gli effetti di qualcuna delle sue super-torte?

La salita prosegue con la giornata che si è fatta splendida, la temperatura quasi ideale e la neve che promette una bella discesa e così in breve raggiungiamo tutti allegramente la punta.

La discesa, dopo una sosta al Colle per aspettare che il sole cuocia ancora per una mezz’oretta i nostri pendii, è su firn quasi perfetto e in un attimo siamo sulla pista di fondo scorrevolissima che con un piccolo gava-buta ci riporta a Le Laus dove ritroviamo i 4 amici che avevano scelto il Pic de Cote Belle poco fiduciosi della copertura nevosa.

Nel frattempo Cristiano ha imbandito un tavolone dell’area da pic-nic e così iniziamo a festeggiare la prima riuscitissima gita.

E’ ora di prendere la strada per Orcières e il viaggio, nel bellissimo pomeriggio è semplice e scorrevole ed alle 17 raggiungiamo la Gite d’Etape di Chauffarel dove troviamo Cesare che ci ha preceduto dalla sua Valle Stura.

Siamo in mezzo al verde nei pressi di un bel torrente e l’atmosfera è deliziosa.
Lionel ci dà il benvenuto, le poche indicazioni necessarie ed inizia subito a conquistarci annunciando un aperitivo di benvenuto verso le 19.

L’unica cosa che sembra un po’ carente è la neve ma questo non toglie certo allegria alla cena, per la quale sono arrivati anche Ceci e Luigi, e al dopo cena con le iniezioni ricostituenti ed originali di ottimo genepy.

E dopo cena ci raggiungono anche i lavoratori del Venerdì.

Siamo in 29 e così un gruppo viene dirottato in una vicina e bella dependance della Gite .

L’ultimo sguardo fuori ci offre la visione di una stellata meravigliosa, la temperatura è scesa parecchio e il tutto ci fa pregustare una gran giornata per domani, speriamo di trovare anche la neve!


Sabato 31 Marzo – La Coupa 2628m

La colazione è stata fissata alle 6.30 ma siamo tutti pronti già con qualche minuto di anticipo e così si genera un po’ di confusione per riuscire ad accaparrarsi il primo sorso di caffè e la prima fetta di baguette appena sfornata.

Risolto comunque con grande reciproca cortesia l’intoppo raggiungiamo in auto rapidamente Archinard punto di partenza della nostra prima gita in Champsaur.
Abbiamo scelto la meta più classica e frequentata della zona ed in effetti ci sono già alcuni francesi che si preparano alla partenza: li seguiamo sci in spalla lungo la stradina forestale che quasi in piano ci porta rapidamente al ponticello al di la del quale si calzano gli sci: è proprio vero, c’è la neve.

Un po’ di pineta, una piccola forra del torrente che poi attraversiamo ed in prossimità della Cabane de Roinette il vallone inizia ad aprirsi e lassù spunta il triangolo nevoso della nostra meta.

Una sosta brevissima, perchè fa piuttosto fresco, e prendiamo a salire i pendii adesso belli e aperti fino a che la radio di Marco ci annuncia che ha raggiunto un gran pietrone al sole che scegliamo per ricompattare il gruppo.
Oggi siamo in 30 e l’atmosfera adesso è distesa, l’ambiente è bellissimo, la neve ricopre completamente il grande pendio che sale fino alla punta che chiude il vallone.

La salita adesso si fa più ripida, inanelliamo una bella serie di conversioni e siamo sul pendio finale che superiamo tutti brillantemente senza problemi.

Ci guardiamo intorno e cominciamo a scoprire le montagne della zona dal Vieux Chaillol attraente ma, ahimè, tanto povero di neve, ai Ban severi anche su questo versante alla Barre e Pelvoux che ci offrono un’inquadratura poco usuale di se stessi.

La discesa è piuttosto bella, riusciamo a trovare quasi tutta bella neve trasformata evitando i pochi tratti un po’ sfondosi che avevamo attraversato in salita e, seguendo le tracce dei local, passiamo sul versante sinistro la piccola gorgia per trovare subito dopo un comodissimo guado che ci riporta sul percorso di salita.
Ancora un divertente toboga nel bosco su bella neve e poi una breve passeggiata sulla stradina che ci riporta alle auto in una esplosione di primavera.

Quando pochi minuti dopo arriviamo alla nostra Gite de Chauffarel troviamo i tavoli all’aperto imbanditi e pronti per una grande grigliata che Lionel e Marie ci stanno preparando.

Rapidissimi stendiamo sul grande terrazzo la roba da asciugare, doccia e cambio d’abito velocissimi e siamo pronti fra tappi che iniziano a saltare e espressioni di ammirazione per i grandi piatti che cominciano ad arrivare e che tornano presto in cucina desolatamente svuotati.

Un gruppetto di 4 in realtà ha preferito rinunciare al pranzo per andare ad arrampicare in una vicina falesia ma Cristiano, Rita e i ragazzi hanno subito deciso di lasciare il camper e prendere il loro posto.

Nel pomeriggio qualcuno sale ad ammirare le discutibili strutture dell’avveniristica Orcières-Merlette e a sbirciare la gita di domani, qualcuno sceglie una rilassante passeggiata lungo il torrente e tanti si fermano ad apprezzare le comode sdraio sparse sul prato intorno alla nostra Gite.

Il tutto in attesa del Gran Bollito che i nostri amici ci stanno preparando in cucina.


Domenica 1° Aprile – Aiguille d’ Orcières 2790m

Ieri sera durante la cena abbiamo organizzato meglio il nostro flusso a colazione ed oggi siamo ordinati ed efficienti: con le prime luci raggiungiamo les Audiberts e sci sullo zaino saliamo il bel sentiero che ci porta nella conca di Girardet dove quasi subito troviamo la neve.

Un briciolo di ravanage nel primo tratto di bosco e poi, chi da un lato chi dall’altro sbuchiamo sul pianoro alla base dei grandi pendii che salgono all’Aiguille d’Orcières.

Sul pendio successivo la neve non sembra così stabilizzata ma riusciamo a toglierci abbastanza in fretta dal tratto più ripido per raccoglierci al primo sole su una spalla che sembra l’unico punto in piano della zona.

E, come capita spesso, anche oggi il sole riporta l’ottimismo e cancella le perplessità e così riprendiamo a salire con lunghi diagonali la parte superiore fino a sbucare con un bellissimo finale ad un colletto sulla cresta NE della nostra montagna.

Ancora qualche metro e siamo sulla punta di cui prendiamo completamente possesso relengando in un cantuccio i pochi francesi con cui siamo saliti che anzi ben presto iniziano a scendere lasciandocela tutta a disposizione.

La giornata e la temperatura sono ideali e quindi prolunghiamo un po’ la sosta in punta a goderci il panorama estesissimo e a studiare il miglior itinerario di discesa che ci faccia evitare i tratti sfondosi.

Optiamo per tenerci tutto a destra nel vallone e dopo un po’ le radio con cui comunichiamo annunciano che in alto c’è persino un po’ di farina e poco più in basso la crosta è ben portante.
Gran discesa anche oggi quindi, con qualche tratto ripido nei canali della parte bassa dove però la neve che inizia finalmente a smollare ci fa sentire tutti sciatori provetti e con una gimkana quasi divertente nel bosco che ci riporta ad una ventina di minuti dalla macchina.

Nessun pesce in questo primo d’Aprile se non quello graziosissimo e mansueto che si è fatto la salita appeso allo zaino di qualcuno e la discesa in una più rassicurante tasca interna.

A Chauffarel i più frettolosi di tornare a Torino si accontentano dei sandwich inseriti nel pacco picnic mentre i climbers di ieri decidono di prendersela con più comodo e in 18 (che fatica ieri sera conteggiare i due gruppi …) facciamo di nuovo onore alle doti culinarie dei nostri gestori sempre nel bagno di sole del dehors della Gite.

Salutati con un filo di malinconia gli amici che devono rientrare in città restiamo in 11, insieme a Rita e Cristiano, a centellinare un pomeriggio delizioso.


Lunedì 2 Aprile – L’Homme 2872m

Sarà per l’entusiasmo delle prime tre gite, sarà per il torpore della terza iniezione di genepy fatto sta che la proposta di salire domani nel vallone delle sorgenti del Drac con un portage un po’ più lungo non riceve obiezioni ed è così che alle prime luci del giorno parcheggiamo le ormai poche auto nel piccolo piazzale di Prapic.

Il vallone è proprio un po’ lungo e quando attraversiamo la spettacolare passerella sopra il Saut du Laire è ormai ben più di un’ora che gli sci si fanno pigramente scarrozzare sugli zaini.

Adesso però il vallone si apre, il terreno diventa bellissimo e l’innevamento è continuo e così dopo un attimo siamo a seguire le tracce di un velocissimo local.
Dopo un piccolo risalto ci ritroviamo nella parte superiore del vallone dominati dal ripido pendio Nord del Mourre Froid.

La neve sembra migliore sui pendii più ad Est e così seguendo i consigli delle ultime relazioni puntiamo verso destra, su terreno splendido, al Col de Charges che raggiungiamo patendo solo un po’ il caldo.
Dal colle percorriamo ancora un tratto con gli sci e poi a piedi gli ultimi 150m che ci portano sui 2872m della punta de l’Homme.

L’idea sarebbe quella di traversare la punta e scendere sulla dorsale opposta ma le condizioni non convincono e così dopo qualche titubanza decidiamo di ritornare per l’itinerario di salita.

La discesa è piuttosto bella anche se inframezzata da qualche caduta di sfondamento dovuta al poco rigelo durante la notte in cui ci sono state le prime avvisaglie nuvolose.

Alla passerella della Laire riusciamo a scendere ancora una cinquantina di metri tenendoci sul versante a Nord e traversando il Drac su una provvidenziale passerella poco più in basso e poi ci tocca, sci in spalla, il lungo ma tutto sommato comodo ritorno per il fondovalle fino a Prapic.

Il tempo sta peggiorando, è prevista pioggia nel pomeriggio e per la notte e domani le previsioni non sono migliori e così decidiamo di rientrare a casa già nel pomeriggio .

Lionel ci ha preparato, proprio a causa del tempo che sta cambiando, l’immancabile spuntino all’interno dove, se il buonumore e la soddisfazione sono gli stessi dei giorni scorsi, l’allegria è un po’ frenata dalla punta di malinconia che pervade la fine di ogni storia bellissima.

Si prende la via del ritorno, un temporale a Serre Poncon, l’immancabile pieno di carburante a prezzi francesi e un altro temporale nella nebbia di Bardonecchia non ci fanno rimpiangere troppo il rientro anticpato di un giorno.


E così dopo 4 giornate fantastiche si chiude questa avventura alla scoperta del Champsaur con la grande soddisfazione di 4 gite di discreto impegno con tutti i partecipanti sempre in punta, con discese sempre divertenti e di soddisfazione, con l’assoluta assenza di veri contrattempi e sopratutto con una atmosfera che neppure per un istante è sembrata men che gioiosa.

Grazie a Lionel che ci ha coccolato e fatto sentire a casa nostra.

Grazie a tutti i 33 partecipanti, un numero che forse non ha eguali nella storia dei nostri Raduni, che hanno nascosto con un sorriso le imperfezioni organizzative.

Grazie al Champsaur che ci ha regalato tre grandi gite ma sopratutto ce ne ha promesse tante altre perchè una cosa è certa e togliamo il forse d’apertura: qui ci torneremo!


Queste ed altre foto di possono trovare e scaricare negli album
di Marco e di Walter.