Sabato 10 Maggio ore quattro-zero-zero, torino.
Chi è appena uscito dalla discoteca (tanto al mattino si dorme) e chi, per farsi del male, si è alzato un’ora prima per… andare sull’ONDEZANA ovvero su una montagnona posizionata nella Valle del Piantonetto, nonché valle della sinistra orografica della nota valle dell’ORCO che con i suoi 3492 metri (siamo nelle ALPI GRAIE) rappresenta un appetitoso boccone per ogni sci-alpinista che si rispetti.
E’ la dodicesima uscita sociale del Gruppo, ormai si spolverano gli ombrelloni ma la neve in alto non manca.
E neppure la voglia di sgropparsi le assi sulla schiena per un bel pezzo visto che gli sci sono utilizzabili solo venti minuti DOPO il Rifugio che si raggiunge con altri 40 minuti e… salvo che non disponiate di adeguata servitù al vs servizio, sempre sulla schiena!
Del resto è l’ultima uscita sociale, impossibile assentarsi!
Così, nonostante la stagione avanzata, in ben ventinove ci si ritrova alle 6,30 al Rifugio PONTESE per tentare (per me è “solo” la IV volta!) di portare le chiappe in punta all’ONDEZANA.
Qualcuno ha raggiunto il Rifugio la giornata precedente, qualcuno è partito il Sabato, comunque alle 6,35 il gruppone è pronto all’assalto….
Il primo tratto è una “romantica” passeggiata per i prati in cui cominciano a fare capolino i primi fiori primaverili, tangibile esternazione naturalistica che il ns sport sta declinando al termine, ma alla base del ripido canale che ci porterà al ghiacciaio del Teleccio (o Telessio, secondo alcune carte) i giochi cominciano a farsi seri e, chi con i ramponi, chi con sci accoltellati, saliamo l’infido couloir per spostarci poi con traverso verso destra verso il succitato ghiacciaio.
Il Colle di Teleccio/Telessio o di Ondezana a 3312 metri è dritto di fronte a noi ma noi con una curva di novanta gradi ci impossessiamo dei due scivoli adducendo al pendio finale che oggi si presenta in ottime condizioni, sia dal punto di vista nivologico che di sicurezza.
Qualcuno addirittura a piedi, qualcun altro in sci, arriviamo al grande ometto che segna la fine del percorso prettamente nevoso e l’inizio del tratto alpinistico.
Molliamo quindi assi, pelli, coltelli e saliamo la cresta che si presenta piuttosto aerea ed esposta ma non contempla passaggi difficili.
Purtroppo la vetta è costituita da un accatastamento di grossi blocchi per cui è impossibile pensare ad un raggruppamento; da cui ci si sofferma lo stretto indispensabile sulla vetta per lasciare posto agli altri.
Approfittando del telefono satellitare comunico al Rifugio che la destinazione è stata raggiunta e ricevo i complimenti da Nicola che con Mara è intento a prepararci alcuni appetitosi manicaretti di cui faremo la conoscenza tra poche ore, appena scesi.
Uno degli efficientissimi capigita ha pure attrezzato con corda fissa un tratto che presenta qualche movimento arrampicatori non proprio istintivo…
Tutti i ventinove, oltre ad una decina di scialpinisti presenti ha raggiunto la vetta senza particolari difficoltà.
Ripercorriamo velocemente il tragitto dell’andata in sci, tutti quanti questa volta, anche se qualcuno poco avvezzo a sciare su ripidi pendii gelati, si trattiene parecchio a meditare nel canale di raccordo, ripidino, salito questa mattina.
E un po’ alla volta, tutti raggiungiamo il Rifugio dove una ventina di noi fanno onore alla cucina della sempre bravissima MARA e di NICOLA che chiuderanno il Rifugio per un meritato riposo a fare data dai prossimi giorni.
Un plauso a tutti per le ottime performances, bravi come sempre i capigita Silvia, Renato, Spartaco che hanno guidato il gruppone composto da: orfeo, franco, bruno, giulio, marco, annalisa, luca, alberto, sandro, guido, massimo, enrico, bruna, walter, flavio, lucia, stefano, giorgio, corrado, marco, alessandro, carlo, mario, valeria, ezio, guido.
Relazione pubblicata su Gulliver, come sempre da Bubbolotti e altre foto su www.flickr.com/photos/snowlover62/sets nella cartella dell’Ondezana.
emmecì
Fotografie di Walter Actis, Bruna Brunetta, Marco Centin.