Ad Ottobre, quando dopo una calda, lunga ed assolata estate si predispone il programma si cerca sempre di fare il botto a fine anno….
Magari con un 4000 ma poi la realtà può dimostrarsi molto diversa…
Quest’anno è stato un anno particolare; la carenza di neve del periodo “clou” ha, secondo me, distratto un po’ gli sci-alpinisti per cui a fine anno, nonostante un quadro non troppo drammatico, molti hanno preferito darsi ad altre attività.
Il Furggen lo avevamo messo in lista per il 12 Maggio, data strategica perché gli impianti chiudono pochi giorni prima, lasciando le piste di “bassa quota” ancora ben battute ed innevate.
E nonostante un favorevole test effettuato pochi giorni prima la solita avversa meteo ci aveva indotti ad un repentino cambio di programma (Ormelune, poi diventato Col du Mont).
Questa gita di fine di stagione, ancora una volta, dava brutto tempo quasi ovunque.
Ma un barlume sembrava sperabile ….
A Cervinia!
Quindi perché non riprovarci?
Del resto, è sempre un quasi 3500 al cospetto si S.M. il Cervino e si parte da 2000 metri di quota.
Stimo una 15ina gli interessati che poi saranno 11 ma solo 10 alla partenza.
La pioggia battente di Torino del giorno prima e della stessa mattina della gita non aiutano ad essere ottimisti ma le previsioni della Regione VDA danno ampi spazi di sereno.
Cervinia fuori stagione è desolante ma consente di parcheggiare a pochi metri dalle piste che, nella parte bassa, cominciano a lamentare l’imminente arrivo del caldo.
Non siamo soli, altri sci-alpinisti ci hanno preceduto ed il piccolo piazzale è già occupato da qualche auto.
I gatti delle nevi hanno già cominciato pesanti opere di sbancamento per consentire alle jeep di salire agevolmente in quota ma hanno lasciato ampie porzioni di pista intonse sulle quali la progressione con le pelli è veloce ed agevole.
Infatti saliamo piuttosto velocemente; non piove, la visibilità a tratti è offuscata da una fastidiosa nebbia.
Solo in alto, intorno ai 2700 metri, il cielo azzurro sembra farla da padrone.
L’ambiente è bellissimo, la neve non sembra fantastica invece….
Due soste di ricompattamento ma brevi perché comunque i primi non sono distanti dagli ultimi.
Sfruttando una remunerativa ed ottima traccia, superiamo buona parte degli skialper che ci precedono ed arriviamo al punto in cui c’è il ripido pendio che adduce al colletto.
Da lì 78 metri di salita in cresta, in territorio svizzero, consentono di raggiungere l’arrivo della stazione del Furggen a quota 3486.
Dal 1993, anno di chiusura dell’impianto a seguito della rottura del cavo dovuta ad un carico di ghiaccio, il discorso è ormai appannaggio esclusivo di sci-alpinisti che si devono sobbarcare poco meno di 1500 metri di dislivello se partono da Cervinia.
Doveroso comunque segnalare che anche quando al Furggen arrivavano i pistaioli…non erano poi molti.
Un po’ per la limitatezza delle cabine che portavano al massimo 25 persone e poi per la difficoltà della pista che, non battuta, era riservata a sciatori provetti.
E le condizioni spesso proibitive dell’alta quota imponevano sovente la chiusura dell’impianto.
Ci ramponiamo, superiamo senza difficoltà il ripido muro e rimettiamo gli sci.
Arriviamo così in cinque minuti all’edificio, sotto la cui terrazza sommitale, si può ancora visitare l’interno, abbandonato nonostante una sala sia ancora mantenuta come ricovero di emergenza.
Dopo un veloce giro nei locali ci ritroviamo tutti sul tetto; a tratti si apre e la visibilità è magnifica.
Non fa nessun freddo, incredibile.
Se dal un lato questo ci fa piacere è ineludibile farsi delle domande sulla qualità della neve che troveremo….
Due foto di rito e ci prepariamo per la discesa.
Qualcuno ha portato su gli sci, qualcuno li ha lasciati sotto.
Sul tetto ci fa compagnia anche un cane, un border-collie che pare non appartenere a nessuno dei presenti.
Scopriremo che ha seguito da Cervinia un gruppo di milanesi fino in punta….
Speriamo non abbia problemi in discesa!!!
La cresta, ancora elvetica, è di neve polverosa, piacevole e divertente.
Il “saltino” ripido si rivela una sciocchezza ed ora attendiamo che tutti tolgano le pelli per iniziare la discesa.
Che se in alto ci riserva una bellissima neve si trasforma in un’orrenda poltiglia nella parte intermedia.
Prestando attenzione ad evitare cadute nella neve tutt’altro che facile, perdiamo quota, aiutando quando si può la discesa del cane che lamenta evidenti segni di stanchezza, fino ad arrivare alle piste dove, grazie al lavoro dei gatti, la neve pressata, si rivela docile e sciabile….
Giungiamo così senza problemi alle auto dove Renato ed Annalisa, scesi prima di noi, ci stanno aspettando.
Ci infileremo poi in un bar per concludere in bellezza l’ultima gita sociale della stagione.
Ringraziamenti a tutti, Spartaco, Renato, Guido, Carlo, Roberto, Annalisa, Mike, Germano, Mauro per questa bella chiusura di stagione, portata a termine nonostante le oramai puntuali difficoltà legate alla meteo e all’innevamento.
emmecì
Fotografie di Marco Centin e Germano Cravotto.
Per vedere e scaricare queste e altre foto di Marco potete cliccare quì.