Terza sociale benedetta… dalla neve, questa volta! Contrariamente al solito Eolo non ci ha portato via il prezioso manto albeo, lasciandolo lì dove deve stare, ossia al suolo, e non vaporizzandolo a suo capriccio. Complici anche le basse temperature, la combinazione si è rivelata decisiva, ma andiamo con ordine.
Obiettivo della terza gita sociale GSA, svoltasi in terra di Francia, è stato il Col des Portes (2915 m), con partenza da Les Laux: trattasi de colle che viene utilizzato durante il periodo estivo per lì’ascensione al Pic de Rochebrune che , lo ricordiamo, è la vetta più alta del Queyras, comodamente raggiungibile dal Colle dellIsoard. Purtroppo però in inverno le cose… si allungano tanto che la gita da les Laux risulta essere di 15 km (secondo il mio GPS) andata e ritorno. Capigita Stefano, Marcello e Alberto.
Questa volta partenza con il torpedone, giusto per completare il quadro delle vecchie abitudini GSA, alle 6.45 da Torino, raccattiamo i soci ad Avigliana e partiamo verso il Monginevro per poi atterrare comodamente a Les Laux nella valle di Cervriere. Le annunciate basse temperature, tuttavia, ci regalano solo un -8 alla partenza ma , pur essendo il luogo non propriamente soleggiato, specie durante la prima parte nel bosco e lungo la pista da fondo , non sembra diminuire la lena con cui i soci affrontano dapprima la lunga pista da fondo nel bosco e poi una traccia che li porta tutti al sole nella grande conca a fondovalle.
Purtroppo, pur essendo abbondantemente tracciata nel bosco, la parte che adduce al Colle non presenta tracciatura sul lato verso il quale ci dirigiamo, costringendo alla battitura della medesima chi si trova in testa al gruppo. I morbidi versanti mediani tuttavia scorrono veloci, mentre ora il sole ora l’ombra ci allietano e le temperature pur mantenendosi bassine non danno noia ai soci.
Terminati i dolci mammelloni ammantati di farinella la gita, come previsto, circa trecento metri al di sotto del colle si impenna nel tratto BS finale, costringendo l’apertura a fare una decina di inversioni per guadagnare la sella. Giunti al Colle, oltre al discreto ambiente, solare e ben innevato, un caldo sole ci abbraccia tutti quanti unitamente alla assenza di Eolo, di cui non sentiamo la mancanza. Tutti arrivati!
Difficile trattenerci in pausa, sotto di noi un bianco e intonso velo ci attende, regalandoci veloci curve in una ottima e densa farina nel primo tratto di discesa e poi dolci curve e traversi sui mammelloni, alla ricerca del giusto percorso per entrare nel bosco.
Un canale tobogoso che adduce ad un secondo, trovato nel mezzo del bosco, che ci regala stupende curve sebbene in terreno già tracciato. Tutti i soci quindi, al termine del secondo canale sono poi stati sottoposti alla prova del guado, non previsto: abbiamo mancato il ponticello! Nessuno si perde d’animo e, tolti gli sci, si attraversano le rapide del torrente rimettendoli dalla parte opposta: qualcuno tenta di guadare direttamente con gli sci!
Poco male, fuori dal torrente ci attende il bosco e poi la rapida pista da fondo che ci riposta al bus. Alle 14.30 siamo tutti arrivati, il tavolino attende al freddo ma non come sempre, sebbene il sole sia tramontato dietro i picchi, i famelici soci apprezzano le libagioni offerte dai loro medesimi sodali, unitamente ai beveraggi. Il rientro in Italia si rivela foriero di un forte ritardo, poiché le recenti nevicate probabilmente hanno in invogliato molti a una gita sulle piste valsusine e unitamente a rallentamenti e incidenti, torniamo a Torino per le 19.30.
Ed eccoci al terzo appuntamento domenicale… con una variazione di meta: per chi fosse passato nei pressi dello Zerbion o avesse letto relazioni delle gite in zona, la motivazione sarebbe decisamente chiara.
Vista l’instabilità del meteo ed il continuo aggiornamento del rischio di valanghe, gli organizzatori si riservano la possibilità di variare la destinazione anche all’ultimo minuto, mantenendo comunque caratteristiche della gita simili per difficoltà è dislivello, il tutto allo scopo di cercare sempre le migliori condizioni di sicurezza.
Organizzatori: Oldino Stefano, Marcello Di Leo e Torazzo Alberto.
Destinazione: Col des Portes (2915m) Partenza: Le Laus (1745m) Difficoltà: MS tranne un breve tratto finale BS Dislivello: 1170m
La gita sarà in bus il cui costo sarà di 20€. Appuntamento ore 6.45 all’ex-Maffei o alle 7.15 all’uscita Avigliana Est (Almese). Iscrizioni: possono essere fatte via Whatsapp o mail a me (3493291040 – oldino@gmx.de) oppure, per chi volesse avere informazioni e un contatto umano, a Marco (3395829332) dato che gli altri organizzatori hanno impegni lavorativi.
Como tutti si saranno accorti, le temperature negli ultimi giorni sono state molto basse e continueranno ad esserlo almeno fino a domenica: copritevi adeguatamente, portatevi eventualmente scaldotti e bevande calde. Controllate di avere tutta l’attrezzatura con sé e funzionante e ricordate che le gite del GSA sono riservate a scialpinisti in grado di affrontare uscite anche per proprio conto: non siamo una scuola e non siamo neppure strutturati per seguire chi fosse alle prime armi.
Giovedì 12 ci siamo ritrovati, soci e amici, vecchi e nuovi, per festeggiare i 60 del nostro gruppo di scialpinismo . La serata è stata magistralmente introdotta e tenuta insieme da una narrazione storica succinta ma efficace fatta da Marco, di cui qui di seguito vi riproponiamo il testo nel caso ve lo foste perso. E’ seguita poi una proiezione dei RAID degli ultimi anni ad opera di Mike. Ne è uscita una bella serata, fitta di presenze e di ricordi per tutti noi.
RELAZIONE SESSANTA ANNI DI GSA
Era ieri che festeggiavamo i 50 anni della Fonda- zione del Gruppo Sci-Alpinistico, comunemente chiamato GSA e già dieci anni sono passati da allora. Dieci anni fa pubblicammo una rivista che riassumeva le principali tap- pe ed i momenti più salienti; questa volta faremo le cose in tono minore ma con lo stesso orgoglio ed emozione di allora.L’UGET, la mamma del ns GSA, nasce nel marzo del 1913 sul modesto ma vicino e caro Musiné; otto anni dopo il “Gruppo Autonomo Skiatori UGET” è dotato di sci-militari che possono essere prestati ai soci.Non bisogna dimenticare che, a quei tempi, lo sci era riservato a pochi benestanti desiderosi di sperimentare questo “nuovo” modo di muover- si sulla neve. In tale contesto “prestare” questi attrezzi ai soci era un modo CONCRETO di contribuire alla popolarizzazione di quello che non era ancora uno sport.
Devono però trascorrere una quarantina di anni perchè, all’interno del- l’UGET, entrino un gruppo di ventenni che vuole proporre lo sci-alpini- smo invernale e saranno proprio loro che nel Novembre del 1962 fon- dano il Gruppo Scialpinistico.
La loro formazione non è certo dovuta alla frequentazione di ambienti specialistici o ad opera di istruttori qualificati ed esperti. Hanno impara- to “alla moda dei vecchi”, salendo e scendendo qualche prato della collina torinese allora coperta da spesse coltri di neve o su qualche campetto raggiungibile in treno, magari al FRAIS.
Nutrono una concezione purista dello sci, già in antitesi con quello che sarebbe diventato il luna-park dello sci in montagna. Questa “deriva” filosofica di un certo “disprezzo” verso lo sci di pista è ancora discre- tamente presente nell’animo di tanti skialper, non certo solo in ambiente UGET bensì in tutti quelli che hanno una concezione della montagna più legata ad una frequentazione rispettosa, silenziosa, umile delle terre alte rispetto a coloro che vogliono solo fare metri di dislivello comodi, rumorosi, inquinanti utilizzando impianti di risalita di ogni tipo, oggi an- che comodamente seduti in elicottero.Alla fine del 1963, primo anno operativo del neo gruppo, il Presidente Piero Dematteis, conta già una cinquantina di soci. In saccoccia hannogià delle mete di tutto rispetto: la Chaligne, il passo della Gardetta, il Sommeiller, il Grand Sertz.
Per qualche anno si prosegue con le gite domenicali incrementando costantemente il numero di soci ma nel biennio 1965-1966 si perfezio- na l’idea di un Raid. Il Gruppo è fortemente coeso e, alle difficoltà che un evento di tale portata avrebbe comportato, si sopperisce con l’idea di compiere una traversata a staffetta cioè a tappe che avrebbero visto impegnate squadre diverse.
Il primo Raid portato a termine in ben otto giorni collega l’allora rifugio UGET Venini (Sestriere) arrivando nel Gruppo del Monte Bianco in Val Veny.
Inutile dire che l’iniziativa ha un grandissimo successo e agisce da cor- roborante al Gruppo stesso che l’anno successivo oltre a diverse gite di notevole impegno (tra cui la traversata dell’Adamello) ri-programma il Raid su un percorso simile a quello precedente ma con partenza da Clavière, non più dal Sestriere con arrivo ancora a Courmayeur. Il Raid, di ben dieci giorni, supera quasi 15mila metri di dislivello con tappe di ben più di 2000 metri al giorno. Se si pensa all’attrezzatura di quei tem pi non si può che complimentarsi per il valore sportivo dei partecipanti! Mediamente ogni tappa, sebbene composta da persone diverse, conta dieci persone, un numero di tutto rispetto. All’ultima tappa però il Grup- po conta una trentina di partecipanti, segno di una passione davvero forte alimentata da un entusiasmo davvero forte.
Sempre nel biennio 66-67 viene anche istituito il Corso di Introduzione allo Scialpinismo dove trenta iscritti su 40 frequentano con assiduità e profitto le lezioni teoriche e pratiche.
Dal 1967 la Presidenza passa a Luigi Zabaldano con cui si porta a ter- mine il terzo raid sci-alpinistico a squadre, questa volta da Courmayeur e Gressoney. Le precedenti entusiastiche esperienze contemplano ora l’ausilio di collegamenti aerei estremamente dispendiosi che portano il Gruppo sull’orlo della bancarotta. I soci coinvolti in questa impresa, or- mai dalla connotazione epica, sono 110.La commissione centrale di sci-alpinismo istituisce il primo corso per istruttori nazionali a cui partecipa anche un socio UGET, tale Luciano Ducato. Superatolo acquisirà il titolo di Direttore del corso all’interno dell’UGET e Presidente della scuola.
Il biennio successivo vede inserirsi nel Gruppo direzionale i giovani che avevano partecipato ai due primi corsi di introduzione allo sci-alpinismo. Il presidente è Franco FROLA, primo nome che noi, ragazzini sessantenni abbiamo avuto l’onore di conoscere e vedere ancora in attività, qualche anno fa.
Franco occupa la posizione per ben quattro stagioni mentre dopo di lui un altro Franco che di cognome fa Massa-Micon guida il GSA per altri due bienni.
Stessa tempistica per Aldo Cavallero. Obbligatorio citare, sotto la pre- sidenza Cavallero, l’uscita del libro RAID IN SCI – 73 itinerari di traver- sata dalle Alpi Marittime al Ticino. È il compendio dei vari Raid compiuti dal Gruppo negli anni precedenti; alla stesura dello stesso hanno con- tribuito tutti i soci più attivi del GSA.
Dal 1976 la Presidenza passa ad un giovane Riccardo Valchierotti che oggi nel 2023, dopo quasi mezzo secolo, continua come se avesse fat- to un patto con il diavolo a scorrazzare in sci per le montagne di casa nostra.
Cederà poi la conduzione a Gian Paolo Bocca per due stagioni mentre da citare, in un ambiente fortemente maschilista l’elezione della prima donna presidente nella stagione 80-81 di Nidia Cristini, moglie del Franco di cui sopra.
Nel biennio 81-82 il Presidente Carlo Salvadore, oltre al solito fittissimo programma di gite giornaliere può vantarsi della traversata delle Alpi compiuta in più riprese ma supportata da centinaia di soci ad opera di Carlo Sindaco e Renato Mamini. In 72 tappe, in differenti periodi, hanno superato 104mila metri di dislivello che dividono Viozene in Valle Tanaro dal Passo del Tarvisio.Carlo Salvadore occupa ancora la posizione per il biennio successivo per poi essere sostituito in due mandati biennali da Franco Cavallero.
Dal 1985 è poi Aldo Munegato, pilastro dell’UGET per decenni in figure diverse e sempre di altissimo livello, ad assumere, anche lui per due mandati, la presidenza GSA.
L’ 87-88 è ancora una bimba a tirare avanti la carretta: si tratta di Flavia Minucciani. L’attività sotto la sua presidenza è, come sempre, cospicua e di alto livello ma un fatto “straordinario” caratterizza il suo mandato: la “separazione” dell’attività didattica da quella del gruppo.Si costituisce così la Scuola di sci-alpinismo come gruppo autonomo ora completamente separato del Gruppo Sci-Alpinistico.
Nel secondo anno di Flavia alla (88-89) vediamo comparire il giovane 17enne Enrico Leinardi, amico di tanti di noi, oggi più che mai scatena- to anche se essendosi trasferito in Val Maira da un decennio non viene più ogni domenica con noi ma siamo noi che andiamo a trovarlo. Sarà a sua volta presidente dal 1997 al 1999.
Nel 1989 sale alla presidenza una persona che è stato di padre spiritua- le in senso sci-alpinistico per tanta gente, di sicuro non limitatamente in UGET ma in un contesto generale, agonistico e ludico. Parlo, come è facile capire, di ORFEO CORRADIN. Tutt’ora attivissimo e punto di rife- rimento per avere qualche dritta quando le certezze vacillano…. Regge il timone per due bienni consecutivi per essere poi sostituito da Carlo Sindaco anche lui attivissimo fino a pochi anni fa.
Lo seguirà Carlo Rizzi per i “consueti” due mandati , Carlo che a tut- t’oggi ci allieta inviandoci tramite social ricordi di quei tempi. Da citare un’ultima gita organizzata da Carlo ad ottanta anni come capogita qualche anno fa in val Chisone.Arrivando al 1995 ancora un Mamini, questa volta Guido non più Rena- to (morto nell’agosto 1985 di ritorno dalla Dufour) guida il GSA.
Lascerà poi lo scettro al succitato e frizzantissimo Enrico, allora stabil- mente torinese. Sotto la sua presidenza comincia ad essere evidente un certo “mutamento” nelle destinazioni dovute a totale mancanza di neve (o anche per eccessiva neve). Si compie un’uscita congiuntamente alla scuola (di sci-alpinismo) ma si tratta di un evento unico che non modifi- cherà i rapporti tra i due gruppi.
Alfredo Marchelli guiderà il gruppo per le due stagioni successive e poi con Guido Cagliero, eletto nel 2001 organizzatore di un (nuovamente) mitico raid di dodici giorni nel gruppo del Bianco entreremo nel terzo millennio.Guido cadrà sulla Becca di Monciar nel Luglio 2002 lasciando un infini- ta tristezza in coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
La presidenza viene così assunta da Andrea Girardi, ora dedicatosi alle super-maratone ed allora entusiasta e giovane ed attivissimo ski-alper.
I bienni 2004/2005 e 2005/2006 vedono l’oratore impegnato alla Presi- denza a cui fa seguito poi Lorenzo Cerutti.Nel 2008 si fa strada Cecilia Torelli torturando i nuovi adepti con la pra- tica della nomina a lupacchiotti. L’attività prosegue comunque con la consueta sfilza di gite e raid.Sarà poi il turno di Roberto Fullone, anche lui “figlio d’arte” ed anche lui, similmente al più anziano Mamini, con il papà morto seguendo la propria passione.Ed è con Roberto che si chiude il primo mezzo secolo di attività del gruppo. Con lui 13 gite, un brillante raduno nel Champsaur (gruppo de- gli Ecrins del Sud) ed una parte di Raid nel Gruppo del monte Ceveda- le. Salite anche, in sociale, la Pointe de Charbonnel e la punta d’Arnas.
Con la presidenza Guido Bolla (2012 – 2014), cinquantunesima stagione del longevo gruppo, oltre alle belle gite, si celebra in una piovosa gior- nata di sabato 10 novembre 2012 il compleanno del GSA. Il ns Enrico è ormai stabilmente insediato in quel di Stroppo e le fughe in Val Maira, dove possiamo contare sulla sua conoscenza capillare, non sono rare.
Viene anche portata a termine, dopo un ritardo di una settimana dovuto al cattivo tempo, la prima parte della mitica Chamonix-Zermatt con un originale ingresso dalla Val Pelline nell’accogliente rifugio di Prarayer.
Guido, oltre ad organizzare gite & raid, mette in piedi con piglio inge- gneristico ed entusiasmo adolescenziale, un magnifico sito INTERNET inserendo ANCHE dettagliati riferimenti al passato del GSA.
Nessuno dopo di lui si dedicherà con lo stesso entusiasmo e dettaglio alla cura del sito e di questo sentiamo tutti la profondissima mancanza, specie in un momento in cui ormai tutto passa dallo schermo di un qualche device. Nel corso del 2014 riusciremo a mettere in saccoccia anche un Raduno in Austria ed anche un Raid con anello Ortles-Cevedale.Oltre al fitto programma di gite (ormai ne programmiamo una dozzina all’anno), ad un Raduno e ad un Raid, è costante la presenza in pro- gramma di serate aventi temi afferenti l’attività sci-alpinistica. Si ospita- no medici (Massimo Massarini) ma anche commercianti, che magari ci sponsorizzano in cambio di graditissimi sconti sulle costose e sempre più performanti attrezzature (il riferimento è a CUORE da SPORTIVO tutt’ora nostro fornitissimo punto di riferimento).
Dopo l’ingegnere Bolla la presidenza passa a Stefano Oldino. Si è ac- quisita ormai una certa “elasticità” nella definizione dei target dovuta al meteo pazzerello. Nonostante qualche gita annullata otto gite vengono portate a casa; raduno nel Queyras con tre gite riuscitissime. Nel 2016 abbiamo di nuovo problemi di materia prima ma riusciamo ugualmente a mettere in piedi in 4 e 4 otto un mini RAID nel cuneese con la salita della Rocca Paur. Tra le mete blasonate citerei l’Entrelor e la Roncia di fine anno.E tocca ora al navigato, seppur recente fan delle pelli, Michelino, il ns Mikefiftytwo. Baciato dalla fortuna per l’innevamento “decente” riesce a farci fare ben tredici gite in corso del 2017, un Raduno in Val Maira e la parte conclusiva del mitico percorso Chamonix-Zermatt di cui solo due anni prima avevamo percorso il tratto iniziale. Si consolida l’opzione di variazione di gita sabato al posto di domenica, laddove la meteo lo consigli.Il Raid ha inizio in taxi da Glacier in Valpelline per andare a Courmayeur e salire sulla impressionante SKYWAY per scendere la epica Mer de glace; risaliamo dopo un tratto in bus con i mezzi di risalita ai Grand Montets (3295 metri). Dopo avere contemplato dall’alto di una terrazza il passaggio al Col du Passon (alternativa ormai preferita al non più transitabile colle dello Chardonnet) scendiamo per dormire al tipico Chalet-Refuge de Lognan. Il 22 aprile, siamo nel 2017, saliamo al Col du Passon e dopo lo stretto budello entriamo in uno dei paradisi euro- pei dello sci-alpinismo. Glacier du Tour, colle omonimo, Aiguille du Tour e discesa con alle spalle le facili e bellissime Aiguilles Dorees.
Plateau du Trient con la sua Cabane e discesa sul Glacier du Trient finoalla risalita al Col des Ecandies con gli sci in spalla. Discesa nella diver- tente Val d’Arpette e, a Le Bon Abri in Svizzera, il ns presidente ci offre a tutti un boccalone di birra per festeggiare il suo compleanno.Alle 7,50 puntuale come uno svizzero arriva il taxi che ci porta a Verbier dove saliamo con gli impianti per un pezzo e poi, con le pelli, al Col des
Gentianes a quasi 2900 metri di quota. Vista sul Gran Combin, spetta- colare, dal lato Panossiere, con il suo infinito ghiacciaio. Col de la Chaux e risalita sulla facile e remunerativa Roseblanche. Ho fatto un patto con il diavolo: continua la meteo che ci ha accompagnato fino ad ora: vento zero, innevamento perfetto, sole a palla, rischio valanghe UNO.
Colle di Sovereu, glacier des Ecoulaies per passare a fianco alla Caba- ne de Prafleuri diretti alla grande Cabane des Dix che raggiungiamo tardissimo. Ci prepareranno comunque la cena “fuori tempo massimo” cosa non abituale in Svizzera dove non sono così accomodanti quanto i gestori dei ns connazionali. Prezzi esorbitanti ma continuiamo ad esse- re in Svizzera….
Il lunedì 24 aprile ci vede salire al Mont Blanc de Cheilon, una mia fissa di tanti anni, che oggi si concretizza. Tutto sommato facile, nonostante la quota a quasi 3800 metri. Torniamo giù e percorriamo i colli di Mont Rouse e de la Lire Rose per pernottare poi ai 2462 metri della Cabane de Chanrion ancora in versione “stretta” prima degli imponenti lavori di ristrutturazione che ne hanno raddoppiato la capienza. Tre di noi usci- ranno questa sera dal RAID per impegni imminenti.
Il 25 aprile siamo rimasti in otto; risaliamo dopo brevissima discesa alla Fenetre Durand (2797) e scendiamo su Glacier mentre la meteo ci rega- la qualche nebbiolina fastidiosa ma non terribile, giusto per farci ricor- dare che esiste anche lei. Ultimo tratto a piedi sci in spalle ed arriviamo a Glacier dove si conclude uno dei momenti più belli probabilmente dei miei 40 anni di sci-alpinismo.
Sempre con Mike presidente nel 2018 annulliamo il Raduno a Casterino per brutta meteo (inaugurando la problematica degli anticipi pagati-non pagati) rifacendoci però conuno spettacolare radi nelle Alpi Graie a spasso tra Piemonte, valle d’Aosta e Vanoise.
Nel 2019 viene eletto presidente Luigi Spina. La stagione parte il 30 no- vembre con la sociale al monte Gimond, prosegue in Svizzera al Made- rhorn da Rotwald il 15 dicembre e, per finire il 2019 saliamo al Roc della Luna il 29 dicembre. Poco dopo, domenica 5 gennaio 2020 una bella traversata da Claviere a Bardonecchia. Il 19 gennaio in VdA alla Testa dei Frà; il 2 febbraio la testa Cordella con la pioggerella.
Il 16 febbraio commemoriamo il trentennale della morte del babbo di Roberto salendo alla finestra di Champorcher e scendendo sul versante di Cogne. Dopo di che il COVID blocca ogni possibilità di organizzare gite in versione ufficiale.
Per la prossima gita ufficiale dovremmo attendere la presidenza di Al- berto Torazzo ed il 19 dicembre 2021 data in cui saliremo il vicino mon- te Giulian da Giordano poco sopra Prali nell’alta Val Germanasca.
Il 23 gennaio 2022 saliamo alla Valletta in VdA da Crevacol per arrivare al terribile 13 febbraio passato alla storia per la tragicissima morte di Mauro Fornaresio che a pochi metri dalla vetta del Colmet cade fatal- mente.
Dovremo aspettare il 19 marzo per tornare sulle nevi e riprenderci dallo shock che ci ha colpito. La destinazione è la Svizzera, il monte Tellier, un classico e facile panettone, che ci costa anche non poco, dal punto di vista economico oltre alla ovvia tensione per gli eventi di cui sopra che non si possono dimenticare.Il 9 e 10 aprile riusciamo a salire ai corni di Nefelgiù sopra Riale in alta val Formazza ed il giorno dopo, finalmente, un colpo “gobbo” (ci vole- va) riuscendo a portare a termine la non-facilissima salita al Basodino, in Svizzera, nonostante la partenza da Riale che, geograficamente, è in Italia. Con questa riuscita salita terminiamo, un po’ in sordina e con scarso numero di partecipanti, l’anno sociale 2021-2022.
Il biennio 2022-2023 conferma la presenza di Alberto Torazzo come presidente e si cerca, dopo gli stordimenti dovuti alla pandemia, alla guerra in Ucraina, di tornare ad una programmazione normale.
Vengono messe in calendario 10 gite. La ricerca della prima neve, fissa- ta il 18 dicembre ha successo: salita al facile panettone della testa di Garitta Nuova. 850 metri di dislivello premiati da una bella neve ed un discreto numero di partecipanti.
E passiamo all’otto gennaio, per la seconda gita di stagione, dove si va al Pic Blanc du Galibier. Poco meno di mille metri premiati da bella neve in un contesto che era iniziato con il botto per lasciare poi però all’a- sciutto chi si sarebbe aspettato qualche rinforzo di neve…. Saranno comunque 34 partenti con quasi 40 iscritti. La cosa è positiva, la gita bella e….si ritorna al “tavolino” ovvero a quel piacevole momento con- viviale post-gita, premiato da un generoso sole consumato ai quasi duemila metri di quota del colle del Lautaret.
Ed oggi siamo qua, ancora qua e … speriamo di rivederci tra altri dieci anni….
Sabato 7 gennaio 2023, seconda uscita, come da programma del GSA. Stante l’assenza di nevicate recenti, si va al Pic Blanc du Galibier, sopra il colle del Lautaret nella Valle della Guisane più nota a noi torinesi come “Valle di Serre Chevalier”.
Trentaquattro saranno gli iscritti, qualche faccia anche nuova, qualcuna, poco usata ma tenuta bene. E tutti in punta. Giornata con meteo perfetto, poco sotto gli zero gradi alla partenza, in pieno sole.
Dopo un po’ di salita qualcuno ricorre ai “rampant” per maggior sicurezza. La neve è abbastanza dura, una simil-primaverile, ormai brasata dalle migliaia di passaggi dei giorni scorsi. Un nuovo apporto di neige è quanto meno necessario ed urgente! Comunque la splendida giornata assicura che “mollerà” facendoci ben sperare in una sciata piacevole per tutti!
Nonostante ampie aree ormai erbose alla partenza riusciamo a salire senza togliere gli sci (e riusciremo anche a scendere!) per poi compattarci poco dopo.
La salita si svolge senza alcun problema. Un (quasi totale) secondo ricompattamento è fatto poco sotto la cuspide terminale per poi “il balzo” finale che, con una ripida impennata , ci conduce ai 2955 metri della massima elevazione. Panorama a 360 gradi, quasi totale assenza di vento, l’unico problema è non far scivolare giù qualche pezzo dalla punta, non piccola ma neppure spaziosa, considerati noi 34 più gli altri non pochi avventori….
Dopo che TUTTI siamo arrivati in punta cominciamo la discesa che, come da rosee aspettative, si rivela facile e divertente. Qualche gimkana finale per sfruttare al meglio le liasons de neige in basso in modo da arrivare alle auto, ski-aux-pieds ed a questo punto…. Si pone il problema del tavolino!
Siamo tutti parcheggiati lungo la strada ma la partenza di alcune auto di altri sci-alpinisti ci concede ampio spazio per parcheggiare ben TRE tavoli che, nel giro di dieci minuti sono pieni di succulente leccornie divise geograficamente nelle sezioni SALATO e DOLCE.
Spazzolato quasi tutto, si caricano armi e bagagli e …. Si torna a casa, con in saccoccia una bella giornata di sole e sci in allegra compagnia.
Prossimo appuntamento conviviale la festa celebrativa dei 60 anni di GSA fissata per giovedì 12 Gennaio, prossimo appuntamento sciistico previsto per fine mese, il 29 gennaio….vedremo le condizioni cosa ci suggeriranno….