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Ondezana di Sabato !!!

Siamo arrivati all’ultimo appuntamento con gli sci della stagione e il programma prevede un’altra gita che più volte in questi ultimi anni si è fatta desiderare senza lasciarsi raggiungere.
L’ultima volta dopo un sabato fantastico siamo tornati la domenica mattina con la coda fra le gambe fra un temporale e l’altro.
E allora, un po’ per scaramanzia ma soprattutto per cercare di cogliere la miglior finestra di bel tempo in questo maggio paxzzerello, si è deciso di puntare sul Sabato.

Sabato 10 Maggio 2014

Punta d’Ondezana 3492m

Valle dell’Orco – Dalla Diga di Teleccio 1917m
Dislivello: 1575m – Difficoltà: BSA
Capogita: Spartaco Bertoglio, Silvia Previale, Renato Poro Marchetti

Chi preferisce spezzare la gita in due parti può salire il Venerdì a pernottare al Rifugio Pontese che consente di risparmiare 300m di dislivello e un’oretta di marcia mattutina.
Per tutti l’inizio della salita alla punta dal Rifugio è prevista per le 6.30 di Sabato mattina.

La gita richiede comunque un buon allenamento e, trattandosi di un itinerario su ghiacciaio sono obbligatori ramponi, picozza ed imbrago.

La gita si svolgerà con auto private e l’orario di partenza per chi sceglie la gita in giornata è purtroppo un po’ antelucano:

Ritrovo h. 4.00 – Ex Maffei

(Corso Potenza angolo Corso Regina Margherita)

Per coloro che non hanno presenziato la serata di scrizioni è possibile avere altre informazioni e/o iscriversi alla gita contattando Renato, via e-mail o telefonica, entro le ore 21 di Giovedì sera.

renatoporomarchetti@libero.it – tel. 0124 424274

Ci vediamo Sabato!

Quel canale del Grand Galibier
che volge a ponente …

Questa relazione della Gita Sociale al Grand Galibier effettuata il 13 Aprile scorso viene pubblicata in ritardo per motivi redazionali legati alla concomitanza di altri eventi ed alle feste Pasquali.
Ce ne scusiamo con l’autore e con tutti voi.

Erano un po’ di anni che l’avevamo nel mirino e che di stagione in stagione lo rimandavamo per mancanza di neve o per il meteo pazzerello che spesso caratterizza questo periodo dell’anno.

Ma era un pallino di Orfeo, e i pallini di Orfeo prima o poi cadono tutti nella nostra rete.

E non potendoci essere oggi (presto vedremo il perchè) ha condotto i capogita in settimana a testare l’itinerario e ci ha confezionato un’altro splendido gioiello.
Un ennesimo grazie che tutti gli dobbiamo.


Appuntamento ore 5,30 all’ex MAFFEI.

Nonostante ormai si sia a metà aprile “abbiamo ancora i numeri” per rendere giustificabile il pullman che… questa mattina non arrivava!!!!

Memori di non lontana esperienza cominciavamo ad essere un po’ preoccupati ma poi…. dietro un angolo si è, lentamente, materializzato il nostro bus e in pochi minuti abbiamo caricato il tutto.

Autista pure simpatico e via ad Almese a raccattare gli amici dell’appuntamento “B”.

Destinazione: la Valle della Guisane, alias Serre Chevalier, luogo noto ai più in quanto già la Tete du Vallon, dove il Vallon era il Fontenil, ci aveva visto operativi a poca distanza in tempi molto recenti.

Questa volta è una gita in pieno sud e la neve è solo a chiazze.

Cosicché, fermato il torpedone ad un km dal colle del Lautaret, con il solito ordine molto poco teutonico cominciamo la salita, chi sci ai piedi sfruttando le rare chiazze nevose ancora tenacemente presenti, chi sci sullo zaino su per la massima pendenza.

Ma al primo ricompattamento, a mezz’ora dalla partenza, tutti siamo “ski aux pieds” e ci dirigiamo verso il ripido pendio che addurrà poi all’incassato canalone che con i suoi 45 gradi di pendenza (nella parte più ripida) non è frequentatissimo, anzi è lecito pensare che di “gite sociali” con 32 iscritti, per di là, ne siano passate ben poche…

Unico assente di cui tutti sentiamo la mancanza è il sole che, nonostante il signor METEO-FRANCE lo avesse dato per certo, almeno in tarda mattinata, sembra volere poltrire dietro una continua sarabanda di nuages…. lo attendiamo fiduciosi ed intanto continuiamo a guadagnare quota, certi di incontrarlo quanto prima (sob!)

Usciamo dal canale e ci ricompattiamo.
Tutti sono saliti senza problemi, parbleu, che tosti!

Silvia, capogita con Renè e Stefano, inizia a salire, ramponi ai piedi, gli ultimi 70 metri di dislivello per raggiungere la massima elevazione del Gran Galibier che con i suoi 3228 metri offre un panorama di tutto rispetto.

Già, con il sole magari o perlomeno, senza nuvole…

Oggi invece si deve lavorare di fantasia: di là, la Meije, il Pic Gaspard, les Aiguilles d’Arves, il Pic Blanc du Galibier e la tete noire (o Mandette, subito qui sotto…), i Trois Eveches, laggiù il Pelvoux con il suo Glacier des Violettes, il Pic des Agneaux, tutta “roba” nota ma… non si vede nulla. Neppure la via di discesa…. perbaccolina!

C’è pure vento in punta così ci tocca pure scendere dopo poco.

Tornati tutti alla base della facile cresta ci prepariamo per la discesa e… saranno le preghiere collettive…. comunque ad un certo punto…. la via si apre, un po’ alla “Mosè” : la fitta cortina di nuvole che ci hanno infastidito fino ad ora si dissolve e… VIAAAA, bisogna approfittarne subito!

Il terreno si presta ad una discesa divertente.
Se in salita abbiamo terminato con assetto prettamente alpinistico la discesa nell’ampio e lungo vallone del Rif è divertente: terminerà soltanto presso i 1710 metri di Pont de l’Alpe obbligandoci ad una rapida ripellatura con risalita di un centinaio di metri ed un solo “déchaussage” des ski.
Insomma ottimo!
La neve ormai è molle ma sciabilissima.

Anche il tempo pare avere messo la testa a posto ed il solito tavolino, piazzato lungo il lato del pullman che abbiamo fatto parcheggiare in modo da ripararci dal vento, viene presto allestito.

Insomma anche questa volta, nonostante il mancato panorama della vetta, abbiamo “fatto centro”.

Tutti 32 saliti lungo il ripido canale e tutti 32 in vetta.

Rimarchevole l’ampia offerta di dolci finale: per festeggiare il compleanno di Renè addirittura tiramisù, accompagnato da torta con riso soffiato e MARS, torta al cioccolato e tarte-tatin, oltre a prodotti…non auto-prodotti ma sempre buoni.

Del resto già questa mattina avevamo iniziato bene: in un rapido stop alla boulangerie di Briançon, oltre a dotarci di abbondante pane per accompagnare salami, formaggi, acciughe, ecc. ecc., avevamo acquistato una diecina di croissant per “iniziare la gita con sufficiente carica energetica” e la cosa sembrava essere stata apprezzata!

Ringraziamenti ai capigita Silvia, Renato e Stefano per l’ottima conduzione, la pazienza ed anche il coraggio di portare così tante persone a percorrere un itinerario NON banale; ed anche per il tempo speso nel test effettuato in settimana.

emmecì


Fotografie di Walter Actis, Bruna Brunetta, Marco Centin e Luca Pioltelli.

The lion sleeps tonight …

Tanto per non perdere le cattive abitudini anche questa volta meteo in continua variazione…

Già l’idea di proporre una gita in giornata era stata, ahimè, un contentino che ci eravamo dati per supplire all’inevitabile annullamento della tre giorni in SVIZZERA….

Consultando ormai la solita dozzina di siti di almeno tre paesi europei avevamo colto questa micro-finestrella, quasi uno spioncino, sul SEMPIONE.
E visto che abbiamo messo la salita al LEONE per almeno due anni in programma e non siamo mai riusciti a farla…. chissà che non sia la volta buona!

Il Sempione è un luogo dove è davvero difficile trovare bel tempo ed oltretutto non è dietro l’angolo distando ben 212 km da casa mia (ottenuti da google-maps e verificatisi esatti all’ettometro!).

L’orario di partenza è stato mediato tra il nottambulismo del solito Loorenz per il quale propongo una colletta per un materasso più confortevole ed altre richieste, più orientate ad una partenza rispettosa dei cicli di sonno REM così prodighe di sogni e rigeneranti…
Alla fine il saggio informatore farmaceutico, STEU, anche lui gallonato del fregio di capogita (onorificenza che, come risaputo, dà adito ad emolumenti ben superiori a quelli dei manager pubblici!) ha calibrato il ritrovo per un “tranquillo” ore quattroquarantacinque il che significava sveglia ore tre e trenta…. insomma dormitona!

Il viaggio dei 14 nottambuli si realizza in ben cinque auto.
Ma Guido proseguirà per impegni professionali per PARIS (che come si sa …. è proprio sulla strada!) per cui ha la necessità di un’auto; da me più di tre non ci si sta: ho l’auto ancora infarcita di panettoni, crostate, wine-box (che mi ripromettò di finire quest’estate, altrimenti il vino…. scadrà!), telefoni satellitari, radio PRM di ogni tipo e genere…. insomma lo spazio è quello che è…

Un caffettino a TRASQUERA, ultimo comune italiano dopo VARZO e prima della severa dogana SVIZZERA… che lascia passare anche il ns Frankbrown, ovviamente sprovvisto di documenti… (la patente NON è un documento….)

Il bar è affollato di MONTURA, Mountain Equipment, Salewa… sembra il ritrovo degli sci-alpinisti frontalieri…

Comunque raggiungiamo in breve il piazzale del mega-ospizio che sorge ora a quota 1998 e che fu voluto da NAPOLEONE fin dal 1801.

La prima pietra fu posata nel 1813, lo scialpinismo era ancora molto al di là a venire e fu ultimato dalla Congregazione dei Canonici del Gran San Bernardo (che lo gestiscono tutt’oggi) ed inaugurato nel 1831.
Lo scopo era di rendere disponibile uno spazio maggiore per ospitare i numerosi lavoratori migranti arrivando ad ospitare ben trecento persone.
E’ retto da un priore.
Testimonianze verbali non confermate narrano che i primi monaci residenti stabilmente presso l’Ospizio abbiano visto Valchierotti girovagare con strane assi ai piedi millantando appartenenze a sedicenti gruppi di skialper torinesi…

Noi alle 7,30 lasciamo codesto brumoso e freddo sito per inerpicarci sulle scoscese pendici dell’Hubschhorn.

Mi si spacca un bastoncino.
Male, anzi bene, penso, se si fosse rotto tra un’ora era peggio…. torno indietro, riprendo uno dei bastoncini di riserva che tengo sempre in auto e, per scaramanzia mi metto il secondo bastoncino di riserva nello zaino…
Ripercorro veloce i 150 metri di dislivello persi ma ‘sti GSA….sobbastardi, corono!!!!!!
Li riprendo sulla morena glaciale dell’Homattugletscher, ghiacciaio che porta al Breithornpass.

Da lì, dopo un veloce compattamento del gruppo, peraltro piuttosto coeso, ci ritroviamo sull’Alpjegletscher, il ghiacciaio terminale da cui il LEONE incombe con tutti i suoi 3553 metri.

Abbandoniamo sci, coltelli, pelli e materiale inutile alla base della cresta meridionale che saliamo a gruppetti con i ramponi ai piedi.

In venti minuti di salita abbiamo ragione dei facili ma esposti passaggi e siamo sulla vetta che si presenta ampia e confortevole.
Quattro ore ed un quarto da quando abbiamo lasciato l’asfalto del parcheggio.
Peccato per il panorama, ormai quasi perennemente avvolto nelle nuvole.

Mi trattengo in punta fino a che anche l’ultimo dei “nostri” arriva su.
Dopo un po’ il freddo comincia a farsi sentire: mi vesto con tutto ciò che ho, del resto ad oltre 3500 metri…. e pensare che a Torino ci sono più di 25 gradi!

Un altro gruppo si interseca al ns.
Sono undici soci della Giovane Montagna di Verona, simpatici e tosti.
Una giovine e procace fanciulla, pochi metri prima del punto trigonometrico che contraddistingue la massima elevazione …. cade inciampandosi nei ramponi.
Tutto finisce lì ma rabbrividisco pensando che sarebbe bastato fosse sbilanciata per precipitare da uno dei due lati!

La discesa è “in nube” e la risalita al Breithornpass è lenta e, nella nebbia fitta.
Qualcuno si lamenta di ginocchia, piedi, schiene…. incredibile!
E sì che non abbiamo neanche salito 1800 metri di dislivello! non sono più i coriacei ed imperturbabili scialpinistici tuttidunpezzo di valchierottiana memoria….

Appena imboccato l’Alpjergletscher la visibilità aumenta e, a poco a poco, forse per non ferirci con la sua accecante luminosità, anche il sole si fa vedere e la temperatura aumenta.
La neve in alto è bellissima e ci consente una sciata divertente ed appagante.
Discesa, raggruppamento, discesa, raggruppamento…. resta solo il piccolo problema del traverso sotto l’Hubschhorn che Lorenzo, scatenato e sempre in prima linea, risolve brillantemente.
Arriviamo con gli sci fino all’Ospizio in una neve sempre più umida e lenta ed allestiamo il micro-tavolino che avevo lasciato da giovedì scorso in auto per la salita alla Celse Niere…. ma quella è un’altra favola…..

E i quattordici bravi vissero felici e contenti.
Chi?
Lucy, Annalise, Silvy, Loorenz, Mark, Stefan, Guido, Paul, Mauro, George, David, Flavius, Uolter, Frankbrown…..

emmecì


Fotografie di Walter Actis.

Un Sabato da Leone ?

Come sapete siamo stati costretti ad annullare l’attesa tre giorni a caccia dei quattromila del Vallese a causa delle previsioni meteo incompatibili con le quote e gli ambienti in cui avremmo dovuto muoverci.

Tuttavia le stesse previsioni annunciano una finestra di bel tempo nella giornata intermedia di Sabato ed allora ai nostri Capogita è venuta una bella idea: lassù nell’Alta Val d’Ossola c’è una splendida gita che è completamente innevata e stiamo tentando dal primo Pleistocene.

Vuoi vedere che è la volta buona?

La salita al Monte Leone è un grande e classicissimo itinerario con un finale su una bellissima cresta alpinistica per chi vuole cimentarsi con picca e ramponi mentre per coloro che vogliono “arrivare in punta con gli sci” c’è poco prima ed a fianco la punta del Breithorn 3436m che sembra plasmata proprio per loro.

Sabato 26 Aprile 2014

Monte Leone 3553m

Valle d’Ossola dall’Ospizio del Sempione 1997m
Dislivello: 1556m – Difficoltà: BSA
Capogita: Marco Centin, Lorenzo Cerutti, Stefano Oldino

La gita richiede comunque un buon allenamento e, trattandosi di un itinerario su ghiacciaio sono obbligatori ramponi, picozza ed imbrago.

La gita si svolgerà con auto private e l’orario di partenza è purtroppo un po’ antelucano stante il viaggio di poco più di 200Km e le temperature non propriamente polari di questo periodo.

Ritrovo h. 4.45 – Parcheggio McDonald

(Corso Vercelli angolo Corso Giulio Cesare)

Stanti i tempi stretti con cui è stata presa la decisione non è ovviamente possibile organizzare una serata di iscrizioni ma, niente paura, per partecipare a questo Sabato da Leone è sufficiente contattare Stefano, via e-mail o telefonica, entro le ore 15 di Venerdì pomeriggio.

oldino@gmx.de – tel. 349.3291040

Buon Leone a tutti noi!