In attesa del Programma Gite …

Parecchi fra di noi sanno a malapena che cosa è un monoscopio e i greggi di pecore li hanno incrociati nelle gite in montagna ma non ricordano di esserseli sorbiti nei lunghi intervalli televisivi.

E la frase di routine che ogni tanto veniva ripetuta da una rassicurante annunciatrice era: “In attesa di …”, beh, è passato qualche anno.

Allora, in attesa del Programma Gite … con le due serate canoniche dell’Assemblea dei Soci di Mercoledì 9 Ottobre e di preparazione del Calendario della Stagione di Mercoledì 16 è ufficialmente partita la 52° stagione del GSA.

Nel corso dell’Assemblea è stata presentata la sintesi della passata stagione che potete leggere nella Relazione del Presidente, è stato approvato il Bilancio, ed è stato confermato il Consiglio Direttivo per la Stagione 2013-2014 con l’ingresso di Flavio e Walter Actis.

Lo stesso risulta quindi così composto:

Presidente: Guido BOLLA
Vice Presidente: Roberto FULLONE
Segreteria: Roberta BALMA MION ed Irene MUNEGATO
Tesoriere: Luigi SPINA
Consiglieri: Flavio ACTIS, Walter ACTIS, Marco CENTIN, Lorenzo CERUTTI, Bruno COGGIOLA, Mattea GERACI, Stefano OLDINO, Guido PETRINO, Annalisa SCAPOLA, Livio TOPINI, Cecilia TORELLI.

Un grazie e un benvenuto a Flavio e Walter che porteranno il loro entusiasmo e la loro competenza insieme ad un grande augurio di buon lavoro!

Il Mercoledì successivo c’è stata la sempre allegra serata di preparazione del Calendario della nuova stagione.
Ma allora c’è il Programma Gite!
Certo che c’è, ma ancora un attimo di pazienza.
Stiamo controllando gli ultimi particolari e fra qualche giorno sarà pubblicato.
Nel frattempo anticipiamo i primi due “Appuntamenti Culturali” presso la nostra Sede, quelli con cui a brevissimo prenderà il via la nuova Stagione.

Mercoledì 20 Novembre 2013 – Ore 21.15

Serata di apertura Stagione 2013-2014

Salone UGET della Tesoriera

Sarà presentato ed illustrato il Programma, si potrà ritirare il nuovo Volantino e saranno presentati i Foto-film con i momenti più belli della passata stagione anche quest’anno raccolti e montati a cura di Walter.

Mercoledì 27 Novembre 2013 – Ore 21.15

Serata CUORE DA SPORTIVO

Salone UGET della Tesoriera

In occasione delle Iscrizioni alla prima gita del Calendario Federica e Francesco verranno a presentarci e a farci “toccare con mano” le attrezzature che vedremo nella prossima stagione e che come sempre consentiranno di fare gite più veloci e con minor fatica.
Un miracolo che si ripete ogni anno!

A prestissimo!!!

Cinquantaduesima !!!

Les sanglots longs
des violons de l’automne
blessent mon coeur
d’une langueur monotone

Paul Verlaine

Da pochi giorni l’autunno è arrivato a prendere il posto dell’estate e, a leggere i versi della “Canzone d’autunno” del poeta maledetto, almeno per qualcuno questo sembrerebbe poter portare una ventata di malinconia.

Per qualcuno forse, ma non per noi del GSA.
Per noi è un periodo bellissimo: è il segnale che si sta avvicinando il momento di tirare fuori sci e scarponi, di controllare in che stato abbiamo lasciato a fine primavera le pelli di foca e di mettere in agenda di acquistare le pile nuove per l’Artva.

Ed è anche il tempo delle manifestazioni che tradizionalmente aprono la nuova stagione, la cinquantaduesima del nostro Gruppo!


Mercoledì 9 Ottobre 2013 – Ore 21.15

ASSEMBLEA GSA

Salone UGET della Tesoriera

Una bella occasione per ritrovarci dopo qualche mese.

Cercheremo di costipare i pochi ma necessari doveri burocratici e di parlare invece sopratutto di cosa fare per rendere ancor più gradevole ed attraente la nostra stagione.

Chi non partecipa all’assemblea troverà quasi certamente neve crostosa per i sei mesi successivi!


Se invece temete che per la sera dell’Assemblea non avrete pronto il corposo elenco delle gite da proporre, beh tranquillizzatevi: avete un settimana in più per completarlo:

Mercoledì 16 Ottobre 2013 – Ore 21.15

Serata CALENDARIO GITE

Salone UGET della Tesoriera

Come sempre ci accapiglieremo per imporre la gita che abbiamo fantasticato per tutta l’estate e per i pochi posti da Capo Gita ma alla fine, come sempre, riusciremo a tirar fuori un programma che accontenterà un po’ tutti!

E magari ci sarà anche il tempo per un brindisi alla neve che starà per arrivare.

A prestissimo

Am I Trail runner?

Parafrasando I am trail runner… Bello l’articolo di Guido, che mi cita anche in causa e mi ha spinto a rispondere. In un modo che forse nell’era di facebook porta a dire piuttosto che “Mi piace”, un bel “non mi piace”. Parto dalla superficie per poi andare più a fondo per spiegarmi meglio.

Il termine trail runner è recente, dieci anni fa c’era lo skyrunner, altrettanto veloce e inumano, ma meno commerciale e vendibile. Il prefisso sky già faceva selezione, indicava quota, alta montagna, insomma era per pochi e vendeva poco. Trail invece è molto più a buon mercato, anche se vado in collina faccio il trail runner e il trail del moscato è fatto addirittura in mezzo alle vigne. Mentre uno skyrunner su un ghiacciaio ci deve andare, un trail runner può anche andare nel monferrato, nello yorkshire o nelle campagne del Belgio, possiamo avere molti più trail runner che skyrunner, quindi viva i trailers.
Poi però ci vuole l’eccezionale per fare notizia, la Red Bull ci mette il progetto stratos che fa il primo lancio umano dalla stratosfera, la Salomon ci mette il nostro Kilian Jornet in scarpette da ginnastica che fa andata e ritorno dal cervino a tempo di record. Per convincere il mio amico Belga che il trail running è alla sua portata la Salomon gli fa vedere Kilian che scende dal Cervino, in un’ascensione piuttosto facile, in scarpette, appena toccando le corde fisse.
Fin qui tutto facile, e il nostro amico del Belgio viene qualche volta sulle alpi a fare qualche ricognizione, si beve qualche red bull e si prova le scarpe di kilian che vanno veramente bene.

emelie

Emelie Forsberg, fidanzata di Kilian Jornet, scrive “I was a dancer all along, Dance, dance, dance”, Sono sempre stata una ballerina dentro, danzo, danzo, danzo, anche trai ghiacciai e crepacci… Il 7 Settembre viene recuperata sullo sperone frendo (Difficoltà alpinistica D+)  insieme a Kilian;  si sono incasinati sulla via mentre salivano con un’attrezzatura minimal…

Poi per il nostro amico Belga arriva il momento di fare qualcosa di eccezionale, prima qualche maratona su strada, poi qualche Trail del Moscato e poi il Tor des Geants, dove è semplice iscriversi e non c’è nemmeno richiesta di particolari curriculum. Ci vuole solo un pizzico di fortuna perchè il sorteggio è molto molto duro, tante richieste e pochi posti sorteggiati. Ma il curriculum? Forse è roba per vecchi.

Poi arriva la gara, il Tor, e sotto il Colle della Crosatie le condizioni sono queste, raccontate da Raffaele Brattoli su Corsera.it:
Ricoverato per una lieve ipotermia Brattoli, che sta terminando le visite mediche, ha spiegato la difficile situazione in cui si è trovato questa notte: “È stata una mezz’ora decisiva nella quale le condizioni sono peggiorate improvvisamente, con raffiche di vento che arrivavano fino a 150 km orari, su un terreno scivoloso, in un punto particolarmente difficile e tecnico. Una delle arrampicate più dure dell’intero Tor”.
E qui il nostro trail runner può trovarsi in difficoltà. Personalmente 150km di vento li ho visti solo in autostrada e non vorrei vedermeli alla mezzanotte  su un colle alpino in tuta da trail runner.

 

Dalla superficie ora scendo un po’ più in profondità, sul piano tecnico. Ultimamente alcune delle mie gare sono considerate estreme (Marathon des Sables, Atacama Crossing), ma ho la presunzione di considerarle gare sicure. Solo sul criterio del tempo, le tappe della marathon des Sables durano 5 ore con una tappa lunga che può durare 14 ore. Un Ironman dura 10-12 ore. Un mezzalama dura 5-7 ore ed è pieno di volontari e soccorritori lungo la via; se la meteo è incerta si rimanda; queste gare, anche se estreme, hanno un controllo del rischio perché limitate nel tempo e nello sforzo, i rischi sono gestiti.
Al Tor non è così, sei in giro su delle Alpi per 140 ore, 180 ore, un’enormità, sopratutto perchè sei sempre in gara. Parlo così perchè forse non la farò mai, considero il mio modo di vedere la corsa un divertimento e una fatica, ma sempre gesto atletico. Questo mi sembra più vicino a un trip mentale.

Ancora un po’ più in profondità, già, c’è il viaggio della tua mente… Il prezzo del biglietto, direi abbastanza scontato, e che la tua presenza per gli altri e la tua famiglia nelle vacanze estive che precedono il Tor è quasi a zero perchè ti devi allenare e devi pensare a questa gara. Ma per una volta la famiglia lo può sopportare senza che diventi un’abitudine e quindi passi.
L’altro punto è che di trip mentali con il cai uget me ne sono fatti veramente tanti negli anni e poi si finiva in piola a ridere o in rifugio, con amici che se domani incontro dopo dieci anni è come se fosse passato un attimo. Arrivando e avendo vissuto la montagna, i raid, le salite difficili, i tramonti e le albe sui ghiacciai, questi panorami di montagna sulla retina li ho già visti, è vero che mi manca il filtro dello sfinimento veramente estremo, ma lo lascio volentieri agli altri.

E perchè il trail runner? Perchè queste cose noi montanari del CAI le viviamo da sempre, ma non siamo più stati capaci di venderle. Il CAI ha un modo di proporsi vecchio, ha lo stesso nome da 150 anni, e qualcuno del CAI si sta avvicinando alla corsa. Perché queste montagne noi corridori su asfalto, le vediamo lontane e abbiamo bisogno di qualcuno che ce le avvicini, di bell’aspetto, con un viso pulito, che ci faccia vedere che poi queste montagne non sono così cattive, a volte ci accolgono anche con le scarpe da ginnastica.

Il modello sopratutto lato asfalto/maratona, non si contesta perchè ci sono tanti soldi e tanta notorietà in gioco.

Il modello lato CAI invece muore piano piano, la scuola valdostana che era fortissima dieci anni fa si è fatta rubare il record sul cervino e forse molto altro, del resto loro sulla montagna ci lavorano, vanno con corda e chiodi, e hanno poco tempo per sognare. Gli alpinisti estremi ci sono sempre stati, ma io non avrei mai sognato di avvicinarmi a loro perché inarrivabili, invece a Kilian quasi quasi mi avvicino… I am trail runner, con un paio di fuseaux in cima al bianco.

Rimane la questione del dimostrare, ma cosa dimostrare? Io lo scorso anno ho dimostrato a me stesso che mangiando sano, bevendo poco vino e allenandomi forte potevo avere gli stessi risultati di dieci anni prima, avevo rubato dieci anni al tempo… Voi cosa volete dimostrare? Provate a scriverlo

E desiderare, cosa desiderare? Personalmente desidero una vita equilibrata con qualche perdita di equilibrio ogni tanto, e più vorrei che l’incontro che sta avvenendo tra l’asfalto e la montagna non assomigli a uno scontro frontale tra due culture guidato da interessi commerciali. Per diventare istruttore o guida nessuno ti porta su una via di D+ con le scarpe da Ginnastica, e per fare una buona maratona si sconsiglia di andare in piola ad ammazzarsi di cibo subito dopo lo sforzo. Il CAI non è guidato da interessi commerciali, ma dov’è il CAI?

Il CAI ce la farà con la sua vecchia mentalità ad andare incontro al Trail Running?

PS I am not trail runner, ma piuttosto l’amico che in rifugio si farà una serie di risate infinite con voi fino ad addormentarsi sul tavolo… Raccogliamo l’amore della montagna che noi viviamo da sempre

Cito ancora quello che ha scritto Yang Yuan, lo sfortunato Cinese che è caduto mentre percorreva il Tor des Geants, in quel momento climatico terribile, scriveva parole bellissime.
tor

Quando la Signora Sfortuna
viene invece superata

1° Settembre, le ferie sono finite.
Accendo il pc e mi collego al sito “Ultra Trail du Mont Blanc”.
Scorro la classifica:
1° : Xavier Thevenard con 20h, 31.
235°: Alberto Chiesa, CAI UGET, 33h,09,34 !!!!

Grande!

L’UGET ha sconfitto la SIGNORA SFORTUNA!!!


Drin….drin….: pronto Alberto?
Ciao sono Guido Mamini, ti disturbo?
No no, ciao come vanno le tue ultra?
Benino grazie, ma dimmi di te.
Ho letto dell’ UTMB sei arrivato 235°… sei un mito!
Complimenti!
Dai raccontami!


Ed ecco a lasciarci andare in un diluvio di parole, commenti, sensazioni, di sogni raggiunti e ancora da raggiungere e con la simpatica affermazione di Alberto:
” L’ Utmb la si fa solo una volta nella vita, troppo dura!”

E allora, cari soci GSA, sempre piu‘ si sta estendendo questa “malattia endemica” appartenente al ceppo “Montagna”: l’ultratrail!

Il nostro caro amico e sci-alpinista di rango, Alberto Chiesa, ha portato a termine un’impresa davvero di gran rispetto nel panorama delle UTRATRAIL.

Una gara di ben 168 km e 9600 mt di disl +, in poco piu di 33 ore (questo è l’UTMB) che vuol dire correre ad una media oraria di 5,09 km/h (compreso di dislivello), un valore che a stento il corridore della domenica riesce a tenere su 10-12 km al parco della Pellerina.

Tenete conto che gli iscritti erano oltre 2500 ma arrivati al fondo e quindi degni della parola finischer solo 1685!

In questa stagione oramai alla conclusione, Alberto ed Io abbiamo partecipato a quasi le stesse Ultra anche se io son il “tabascione” dei due e tra le tante, l’UTMB rimane per me il futuro sogno che per ora la SIGNORA SFORTUNA mi ha posticipato, ma speriamo…

La nostra telefonata continua a lungo in un susseguirsi di dati tecnici, commenti, tipo di scarpe usate sensazioni, fortune e sfortune e lo ringrazio per aver dato una bella stecca con la sua capacita’ alla SIGNORA SFORTUNA!


Ma parliamo di questa “malattia” del ceppo virale “ Montagna”, che sta contagiando il GSA.
Già da svariati anni alcuni di noi come ad esempio Orfeo, per le più corte ma piu alpine, Andrea, Tea, il sottoscritto siamo stati contagiati e la cura consiste in allenamenti lunghi, lunghissimi, ripetute in salita, sedute di stretching, alimentazione equilibrata con aumento di carboidrati e maltodestrine in previsione di gare molto lunghe ed impegnative.

Perché?

Cerco di dare la mia interpretazione: in fondo è sempre la montagna che ci chiama!
Lo scialpinismo ci ha fatto conoscere gli spazi ampi nella veste invernale.
Ci ha abituato a sentirci a nostro agio in mezzo ai monti su quote anche elevate.
Ci consente oggi di fare i runners in estate in un ambiente stra-conosciuto che sentiamo nostro senza timori anche quando la natura cambia.
E questo è un aspetto da non sottovalutare.

Più volte ho visto materiale inadeguato o timori da parte di chi, runner anche di livello ma proveniente dalla corsa su strada, si trova improvvisamente in condizioni di brutto tempo su sentieri di montagna durante il trail.

Perché partecipare ad un ULTRATRAIL?
Perchè correre in montagna?
Che senso ha?
Oguno di noi può dare la risposta che più sente propria.
Ognuno puo’ cercare le proprie motivazioni, le piu intime, quelle che si confessano solo a se stessi.

Un “grande” dell’ambiente, caposcuola della passata generazione di Ultratrailler, Marco Olmo, diceva di correre perché si sentiva un vinto nella vita e cercava un riscatto.
KILIAN Jorned Burgada, mito della new generation di traillers, dice chiaramente nel suo libro “Correre o Morire” che corre solo per vincere. Per la cronaca, il ragazzo poche settimane fa è salito e sceso di corsa dal Cervino in 2h 53 !
Dunque, chi più ne ha più ne metta!

Ma noi Ugettini da 4 o 5,06 km/h su e giu per le montagne, perche?
Dò la mia di risposta e poi ognuno puo’ aggiungere la propria.
Per le magiche e diverse sensazioni che riesci a vivere con questa disciplina sempre grazie alla MONTAGNA!
Queste sensazioni credo poterle identificare in due diversi livelli:

Il primo lo scopri in te stesso.
Arriva un giorno in cui capisci, allenandoti, nemmeno chissà quanto, che non è vero che dopo esser salito su la Dormillouse ti sei stancato e torni a casa contento.
Capita che qualcuno ti faccia provare e scopri che sei perfettamente in grado, dopo quella salita, di ripartire subito per un’altra vetta (ovvio in estate) e poi ancora…
Scopri improvvisamente che gli orizzonti sono infiniti o meglio sono finiti solo quando non ti segue più la testa, non il tuo fisico.

Scopri quella sconvolgente sensazione che è la “RESILIENZA” come spiega Trabucchi nei suoi testi.
In soldoni: per lunghissime distanze a piedi come il GRAN TRAIL VALDIGNE, la Cro MGNON, l’UTMB, tutte gare di 100 Km ed oltre su sentieri e con tempi massimi tra le 30 e le 40 ore, il 50% delle possibilità di concludere il percorso e’ dovuto all’allenamento, all’endurance (allenarsi a stare sulle gambe alla propria velocita’ per moltissime ore), il restante 50% è solo grazie alla “testa”, alla volontà.

Scopri che con l’innalzamento delle endorfine davvero galleggi in uno stato mentale di felicita’, di abbandono e non pensi più a nulla e cerchi solo di arrivare.
Chiedete ad un runner a cosa abbia pensato in 20 e piu’ ore di gara: poche, pochissime cose e tutte essenziali per poter arrivare.
Per il resto per molte ore la mente era libera, libera…
Chiedete a chiunque abbia concluso una 100 km in montagna che sensazioni ha provato alle tre di notte alla luce della frontale su quel sentiero ripido vedendo altri compagni di avventura laggiu davanti a lui e altri dietro?
Vi darà una risposta di positività non di sofferenza!
Ecco perché all’arrivo, tra il primo e l’ultimo concorrente di un trail, c’è la differenza tecnica e di capacita’ ma le sensazioni sono assolutamente le medesime.
E questo è davvero bello!!

Il secondo livello invece te lo offre la Montagna.
Ho avuto la fortuna di concludere ultra su asfalto (To-St Vincent, Passatore) ma è tutta un’altra cosa: è più corsa, sei sempre nel mondo, diciamo piu domestico.
E’ più competizione, conta di più il risultato.
Le ultra sui monti ti riportano alle tue montagne, ai tuoi odori e ai tuoi colori.
Puoi permetterti di percorrere un tracciato lunghissimo con punti di ristoro e assistenza se ed in quanto necessaria. Sentiero tracciato con balisage (paline con fettucce catarifrangenti ) generalmente ogni 100-200 metri di giorno e di notte.
E questo non è poco.
Certo devi avere un ritmo non escursionistico ma ce la si puo’ fare con l’allenamento.
Purtroppo oggi con il notevole incremento di iscritti a queste manifestazioni, le ultra impongono dei cancelletti orari e cioè si deve passare ad un certo k/metraggio entro una certa ora e sovente i tempi sono molto stretti quindi si necessita di velocità di crociera a volte alta.

Mentre stiamo leggendo queste righe è in pieno svolgimento il TOR DES GEANTS (vi partecipano Gianni Savoia e Francesco Zucconi – Cuore sportivo).
Ecco la sublimazione alla massima potenza di tutti e due i miei pensieri e ragioni del perchè correre in montagna e partecipare ad un trail.
Anzi forse il Tor D.G. è più ancora la vera sublimazione estiva della nostra formazione e provenienza quali membri del GSA (vedi RAID).

Forse, e dico forse perchè non vi ho mai partecipato, al Tor si può impostare il “viaggio” con se stessi intervenendo più che altro sul fattore sonno che sulla velocità e cancelletti.
All’UTMB come ad altre grandi corse ultra si deve per forza correre in moltissimi tratti pena l’esclusione dai cancelletti.
Forse al Tor si può gestire diversamente l’andatura, ma su questo argomento e altro ci informeranno i fortunati che lo concluderanno.

Nel lontano 2008 concludevo un articoletto sulla mia Cro Magnon, pubblicato allora sul cartaceo CAI UGET NOTIZIE, scrivendo che se qualcuno si sentiva contagiato dai miei racconti poteva contattarmi alla mia e-mail…
Ho notato con piacere che la contaminazione è avvenuta!!!!!!!!


Dunque un grande ” BRAVO’ ” alla francese per Alberto che ha saputo certamente coniugare esperienza, resilienza, fisicità e fortuna, una combinazione direi perfetta.

E … aspettando di dare una bella stecca alla SIGNORA SFORTUNA nel 2014, pensiamo alla neve!!!!!!!!!!!!!!

guido m.

Cai Uget