La presente relazione è relativa alla sessantesima stagione del GSA.
Inverno 2022-2023
Dopo un 2022 scarso di precipitazioni il mese di dicembre sembrava portare ad una svolta facendo Registrare precipitazioni nevose anche a quote di pianura nella prima metà del mese.Tuttavia, un nuovo rialzo delle temperature e episodi di foehn hanno favorito il ritorno a condizioni di scarso innevamento. La situazione non è molto migliorata nei primi 4 mesi del 2023.
Lo scenario è tuttavia decisamente cambiato non appena il calendario è arrivato a maggio: negli ultimi 31 giorni della primavera 2023, infatti, sono caduti in Piemonte oltre 215 mm medi di pioggia, un valore che fa del maggio 2023, il 4° maggio più piovoso degli ultimi 65 anni. Grazie alle abbondanti precipitazioni i valori sono ritornati prossimi a quelli medi di neve fresca cumulata , se non addirittura superiori rispetto alla neve al suolo.
Stagione GSA
La stagione 2022 2023, nonostante l’andamento ballerino del meteo, ha visto un totalizzarsi di 9 uscite sociali sulle nove programmate, a cui è seguito un ripiego del raid, annullato per maltempo e trasformatosi in un raduno presso il rifugio del Valasco, portando quindi ad un totale di 12 uscite GSA.
Iniziata la stagione con una uscita ricca di neve, per scaldare i muscoli, alla Testa di Garitta Nuova, è seguito un Pic Blanc e poi la lunga gita con buon innevamento presso il col des Portes. Marco ha poi condotto la altrettanto lunga gita al Pic du Lac Blanc con innevamento non ottimale a cui è seguita la classica del Rocher Charnier. Più avanti, sempre con innevamento sufficiente una salita al Sebolet da S. Anna di Bellino, una salita al Ciaslaras, già con poco innevamento in valle Maira dal vallone dell’Infernetto con la partecipazione di Enrico Leinardi e La Breche del Vallon de la Route, il tutto ad aprile.La classica salita al la cima del Carro ha visto chiudersi la stagione sociale.
Sessant’anni di GSA
Giovedì 12 gennaio ci siamo ritrovati, soci e amici, vecchi e nuovi, per festeggiare i 60 del nostro gruppo di scialpinismo. La serata è stata magistralmente introdotta e tenuta insieme da una narrazione storica succinta ma efficace fatta da Marco, a cui sono seguite proiezioni dei RAI tenuti negli anni passati. Sebbene vi siano state critiche da parte di alcuni soci fondatori, vedi la difficoltà nel contattarli tutti, ne è uscita una bella serata, fitta di presenze e di ricordi dei tempi andati. E’ seguito un breve rinfresco a cura del bar
Serate
Oltre alla serata dedicata ai sessant’anni del GSA abbiamo poi chiuso la stagione con una cena sociale con la partecipazione di una ventina di partecipanti presso la Bocciofila di Madonna del Pilone.
Il rumore della pioggia di questa domenica mattina mi ha fatto ancora più apprezzare la scelta (non sempre da tutti condivisa) di fare la gita sabato ieri in cui abbiamo avuto la fortuna di essere baciati da un sole generoso, forse fin troppo…con temperature ormai più da ombrellone che da sci-alpinismo… Una ventina circa i partecipanti al netto delle puntuali defezioni e al lordo degli aggregati dell’ultimo istante in questa nona ed ultima sgambata sulle assi con partenza notturna a triplo ritrovo. Per la prima volta di quest’anno in sociale oltrepassiamo i 1500 metri di dislivello. La progressione è stata quasi da manuale….dagli 857 metri della Garitta Nuova di domenica 18 dicembre 2022 ai 1200 e qualcosa dei Rocher Charnier (sab 25/2), del Sebolet (sab 18/3), del Ciaslaras (dom 2/4). E, nonostante le gite già discretamente impegnative il numero di partecipanti è sempre stato “discreto”. È vero che alla Garitta Nuova eravamo in 38 ed oggi siamo in 22 ma…. Qui, oggi, si parla di BSA, acronimo che potrebbe non essere gradito a qualcuno…. E poi un primo ritrovo alle 5,15 in Piazza Rebaudengo sicuramente mal si concilia con le nottate in discoteca, peculiarità del prototipo middle-age tipico del GSA ….Neppure i 40 minuti di portage iniziale sembrano incoraggiare lo sparuto gruppo di skialper che poco dopo le sette di mattina “attacca” questa bella montagna della alta Valle dell’Orco che si trova proprio sulla linea di confine con la Francia, sopra Bonneval Sur Arc con l’imponente mole della Grande Aiguille Rousse che coi suoi quasi 3500 metri di quota la relega ingiustamente ad attrice di secondo piano. Lo zero termico piuttosto alto ci regala fin dall’inizio una neve, che si rivelerà abbondante salendo di quota, molliccia ed impegnativa, non veloce ed anche faticosa nonostante la notte serena che avrebbe potuto favorire un ottimo rigelo… Fortunatamente altri (pochi) sci-alpinisti ci precedono assumendosi l’onere della traccia che seguiamo fermandoci di tanto in tanto per un veloce ricompattamento. La notevole lunghezza del tracciato purtroppo impone un ritmo frizzante, pena il non-raggiungimento della meta. È così che durante la salita prima due soci e poi (a soli 150 metri dalla vetta) un terzo socio si fermano… Tutti gli altri, con modestissimo sfilacciamento, giungono in quota. Per qualcuno di Rivarolo è la sesta salita alla Cima del Carro di quest’anno…. incredibile! Il panorama è spaziale, la temperatura perfetta, non c’è vento, fa caldo….anzi….fa TROPPO caldo….è bene scendere se no la neve già molla chissà quali brutte sorprese ci farà! Con un po’ di tecnicismi si riesce invece, quasi con sorpresa, ad inanellare delle belle serpentine tra una colata di neve e l’altra…nulla di preoccupante, sono innocui scivolamenti dello straterello superficiale per lo più causati da cadute di pietre dall’alto. Perdendo quota lo strato superficiale, già molliccio in salita, si omogeneizza consentendo una progressione fluida seppur non velocissima. Qualcuno cade in qualche trappola: di tanto in tanto non è raro incappare in subdoli “buchi” invisibili.… nessuna conseguenza salvo l’onnipresente sagace ironia di chi è rimasto in piedi…. Arriviamo ai tornanti in basso, sci in spalla e….pregustando l’abbondante libagione che ci attende alle auto percorriamo in una mezz’oretta l’ultimo tratto, sotto un sole caldissimo. Bilanci? Ottimo, visto che meglio di così non poteva andare! Tutti bravi, preparati, disposti a sopportare i non pochi disagi, dalla fatica alla levataccia, per una meravigliosa giornata, l’ultima in sociale di questa ricca annata. E ora….sci & pelli vanno in ferie ma….torneremo!!!! Grazie a tutti!!!! emmecì
Cerchiamo di concludere in bellezza quest’anno il cui bilancio finale è stato incoraggiante: dopo le pluricitate vicende negative del passato, pur avendo avuto qualche problemino di innevamento e/o meteo birichina, abbiamo messo in piedi un calendario non disprezzabile.
La programmata escursione su ghiacciaio di domenica 7 maggio è sconsigliata a causa dello stato estremamente pericoloso dei ghiacciai ragion per cui ripieghiamo su una bella gita, impegnativa, non lontana da casa e già percorsa in sociale tanti anni fa: la Cima del Carro in alta Valle dell’Orco. I quadrupedi NON sono ammessi, non solo per la lunghezza della gita ma anche (e soprattutto) perché in zona Parco del Gran Paradiso SONO TASSATIVAMENTE VIETATI.
La lunghezza della gita, che comporta un portage iniziale di poco meno di un’ora, è riservata a persone allenate e di comprovata capacità tecnica. Dovrebbe essere inutile ricordare che i ramponi si PROVANO a casa, si regolano e si impara a metterli (e toglierli) da soli. Oltre ai ramponi portare picca. Casco consigliato.
Rendez-vous in piazza Conti di Rebaudengo 18/A nei pressi dell’opera Salesiana o parafarmacia (angolo NNE della piazza) che trovasi vicino all’imbocco della super-strada per Caselle-Lombardore alle ore 5,15 di SABATO 6 maggio 2023.
Oppure al PAM di Rivarolo (Corso Indipendenza 50, Rivarolo Canavese) alle ore 5,45 o direttamente alla partenza (Chiapili di Sopra, fin dove si arriva in auto) alle ore 7,00.
I capigita sono il quasi tibetano Stefano Oldino, Marcello di Leo, the Happy Sailor e Marco Centin, aspirante pensionato.
Le iscrizioni verranno accettate entro le ore 14 di Venerdì cinque maggio presso STEFANO OLDINOal numero 349-3291040 (whatsapp) o via mail oldino@gmx.deprecisando la sezione CAI di appartenenza (bollino 2023-2024 OBBLIGATORISSIMO!!!) ed il sito in cui ci si fa trovare.
Come sempre le ns proposte sono rivolte a chi è in grado di operare in autonomia e NON è principiante: NON siamo una scuola di sci-alpinismo!
Nella scia della tradizione del GSA che vuole come fiore all’occhiello la prosecuzione dei RAID in sci, tradizione le cui origini risalgono al lontano 1965 – 1966 in cui si traversò in otto giorni dal rifugio Venini al Sestriere fino al rifugio Campeggio monte Bianco in Val Veny, quest’anno, post COVID, post eventi tragici, post un sacco di cose, ci si accingeva, da a far data dall’Ottobre 2022, a prenotare una 3-4 giorni nell’alta Valpelline con incursione in territorio elvetico.
Tre pernottamenti per questa traversata internazionale, addirittura fuori area EURO: Rifugio Nacamuli quota 2.818 in Italia, Cabane des Vignettes a ben 3.160 metri e Cabane de Chanrion a 2.462 metri entrambi nella terra di Gugliemo Tell.
Tra un rifugio e l’altro si poteva optare per la punta Kurz, la Becca Vannetta, la mitica Eveque, una OSA da ben 3.716 , la Pigne d’Arolla a quasi 3.800 metri e, rientrando dalla Fenetre Durand verso la Valpelline di Ollomont, ancora il Mont Avril di 3.346 metri.
Tutto pronto, innevamento ottimo ed abbondante, una quindicina i partecipanti ma…. pochi giorni prima la solita pessima meteo con puntualità svizzera ci mette, ancora una volta, lo zampino rendendo la traversata, già di notevole impegno fisico e tecnico, improponibile per questioni di sicurezza. Per fortuna anche i gestori comprendevano l’impossibilità a tenere fede al programma originario “digerendo” senza problemi la nostra defezione nonostante i pochi giorni di anticipo!
Tristezza, tristezza, profonda tristezza….Ma … non tutte le speranze erano perdute. Un (come sempre) metodico monitoraggio del quadro meteo dava segni confortanti per il sud Piemonte. Anche se l’innevamento sembrava essere quasi alla frutta si poteva tentare un ripiego in extremis….
E così è andata.
Dopo avere annullato il RAID ufficiale come GSA ci siamo ritrovati, con qualche defezione rispetto ai partecipanti originali, a confermare la presenza in questo “ritrovo” dove la base sarebbe stato l’accogliente rifugio privato del VALASCO, ex casa di caccia reale, posto alla quota di metri 1.764 in alta Val Gesso, sopra le note Terme di Valdieri.
La scarsità di neve imponeva un portage continuo dalle Terme a metri 1.368 e da lì…si doveva ancora salire sci in spalla per potere mettere gli sci ma… le condizioni sono quelle e tocca adeguarsi…
Per sfruttare la meglio la congiuntura meteo la partenza è fissata per domenica 23 aprile. Raggiungeremo Terme di Valdieri e da lì, sci in spalla, qualcuno addirittura in bici, portiamo i ns pesanti sacchi al VALASCO, ottimo rifugio dal trattamento squisito; ci riservano uno stanzone tutto per noi, ben riscaldato e ampio, dove ci possiamo accomodare prima di…. tentare una gita nei pressi, nonostante la tarda ora mattutina e la meteo non favolosa.
Uno stretto canale, qualche centinaio di metri prima del VALASCO adduce al Lago di Valcuca e poi alla cima omonima. Data la stretta tempistica di più non possiamo fare ma ne viene fuori una “signora gita” anche se il portage “suppletivo” (dal Rifugio al mettere gli sci ai piedi) costa qualche altro centinaio di metri nonostante l’esposizione a nord.
L’uscita del ripido canale da cui si adduce in cresta sulla piccola punta non è banale e rende la gita seria e per niente banale. Anche la partenza in sci, sul ripido, non convince proprio tutti: qualcuno si ferma alla base del canale, qualcuno lascia gli sci qualche decina di metri sotto la punta, qualcuno li porta fin su ma la qualità della neve, molle e sfondosa, non si rileva fantastica.
Fortunatamente più in basso le cose migliorano ed il problema ora è riuscire ad intuire il percorso migliore che cioè ci consenta di arrivare il più in basso possibile in sci, riducendo il portage al minimo.
Impresa riuscita perché arriviamo a pochi metri dal piano del VALASCO! Pochi metri in piano ci dividono da una fresca birra, abbonanti generi di conforto ed un paio di ore di riposo, prima dell’ottima cena, servita alle 19,00.
Notte tranquilla e ristoratrice, pronti per il Lunedì dove risaliamo il Vallone dei Morti, di nuovo per un lungo e ripidissimo tratto con gli sci in spalla. Oggi il tempo, a differenza di ieri, è splendido ed è quasi commovente il sole che ci coglie mentre percorriamo il fondo dell’alto vallone dei morti ancora indecisi se puntare al Passo di Tablasse o proseguire diritto verso la Testa di Bresses e tentare un mega giro ad anello….
Saliremo poi al Passo di Tablasses, dapprima per ampi e ripidi muri di neve gelata che si sta mollando e poi per un ripido canale, magistralmente battuto dalla nostra guida locale, l’inossidabile Enrico. Arrivati al colle abbiamo la sorpresa di vedere un versante sud piuttosto spelacchiato.
Si potrebbe scendere verso sud, risalire al Passo di Prefouns che con i suoi 2611 metri permette la discesa verso nord nel vallone omonimo …. compiendo un bellissimo periplo ma la neve è davvero pochina ed optiamo per ri-discendere il ripido canale appena salito. Ci sono è vero, alcuni grumi di neve indurita, ma non danno fastidio più di tanto.
La discesa, specie la parte bassa, si rivela fantastica. Il ripido muro esposto a nord-est è cotto a puntino: “moquette” chiamano i francesi questo fondo che tanta gioia dà agli skialpers…
Giunti alle base delle rampe l’entusiasmo è tale che decidiamo di salire una seconda cimetta lì nei pressi che quota 2535 sulla Fraternali ma non gode del privilegio di essere titolata. La favorevole esposizione a ponente dovrebbe garantirci condizioni ottime anche qui. Come nella precedente salita l’uscita mette in evidenza l’abitudine al vuoto ed alle pendenze e, chi in sci, chi con i ramponi, chi a piedi, quasi tutti si arriva in cima dove possiamo ammirare le tracce lasciate al Passo di Tablasses un paio di ore prima.
Discesa ampiamente remunerativa e ricerca del migliore itinerario, con neve fino in fondo. Ancora una volta le ottime scelte delle ns guide hanno successo. Da lì un chilometro in piano ci divide dal Rifugio dove ci rifocilliamo con un mega tegame di fusilli al pesto ed alcune birre, coccolati dai gentili ed efficienti gestori, sempre veloci e con prezzi più che onesti.
A questo punto però Carlo con il sottoscritto “escono” dal Raduno e si preparano per la discesa a valle rinunciando al terzo ed ultimo giorno. Alcuni problemini fisici di Cristina fanno sì che anche lei a Mario scendano, lasciando così in otto la compagine torinese.
La sera di Lunedì, mi hanno detto, ottima cena a base di polenta taragna con integrazione di gorgonzola….
L’ultimo giorno del Raduno, martedì 25 Aprile, l’ormai sparuto ma agguerrito ottetto, salirà con meteo splendida, alla Testa Margiola quota 2831, dove il finale assume caratteristiche prettamente alpinistiche e la discesa è, ancora una volta, di notevole livello tecnico e sempre da sommare al lungo portage iniziale e finale.
Il Raid o meglio il Raduno testé concluso si è dimostrato di notevole livello fisico e tecnico. La relativa scarsità di neve ha ristretto i possibili obiettivi a poche vette, non certo banali e forse non alla portata (agevole) di tutti. Inoltre, la quota neve, ormai ben al di sopra del VALASCO, ha fatto sì che prima di mettere gli sci si dovessero salire diverse centinaia di metri con le assi in spalla.
Portage da sommare ai 90 minuti che dividevano il Rifugio stesso dalle auto. Insomma una certa “stanchezza” a fine giornata era più che comprensibile….
Obbligatorio pertanto un vivissimo plauso a tutti i partecipanti per le notevoli abilità messe in mostra, per la pazienza dimostrata, per l’impegno profuso. Ci attende ancora la gita di chiusura del GSA e poi appenderemo le assi al chiodo, ormai la neve è diventata poca ovunque e le condizioni dei ghiacciai non appaiono troppo invitanti…..
I partecipanti: Elena della Casa, Cristina Bertodatto, Enrico Leinardi, Sergio Marchioni, Claudio Aceto, Renato Poro-Marchetti, Daniel Clement (dal Portogallo!), Carlo Frigo, Giovanni Pollino, Marcello di Leo, Mario Chiapetto, Marco Centin.